Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ancora sul caso accattonaggio a Monfalcone e la questione Emisfero

Ritorno sulla questione dell'accattonaggio a Monfalcone perché, a parer mio, è sintomatica di alcune problematicità sussistenti in questa importante città del Friuli Venezia Giulia. 
Per una piccola e minoritaria parte della popolazione, i problemi di Monfalcone erano e sono i non autoctoni, o meglio gli stranieri e nello specifico i bengalesi. Se la piazza principale di Monfalcone è vuota la colpa di chi è? Dei bengalesi che decidono di frequentarla. Se via sant'Ambrogio vede la diffusione di diverse attività commerciali di bengalesi, il degrado a chi è dovuto? Ai bengalesi che hanno la colpa di esercitare il libero esercizio del commercio. Certo, tutta colpa dei bengalesi. Anche se l'aria è inquinata è colpa dei bengalesi. Poi, finita, per un periodo, l'emergenza bengalesi, nasce quella dell'accattonaggio. Tanto che il comune di Monfalcone decide di emanare una ordinanza che lo vieta per tre mesi nell'area del locale Ospedale. Ma su questo ho già scritto e rinvio al seguente intervento. Ed effetto domino cosa vuole? Che ora il problema si estende al parcheggio del noto centro commerciale di Monfalcone, quale l'Emisfero. Fatto che avevo già denunciato. Ma la cosa che deve indurre alla riflessione è la risposta, legittima o meno, che ha fornito ufficialmente l'Emisfero di Monfalcone, sulla sua pagina ufficiale, pubblicamente, ad alcuni cittadini, che con sincronismo perfetto hanno iniziato a segnalare, pubblicamente, quello che ora riporterò e che casualmente(?) sono tutti (fino alla chiusura del post questa è la situazione) membri di un noto gruppo Facebook locale. Il via lo da questa prima segnalazione: “vorrei ricordare che il parcheggio è di proprietà del centro commerciale e che i responsabili dello stesso devono adoperarsi per rendere la sosta dei clienti tranquilla e senza seccature continue, i responsabili del centro devono pretendere lo sgombero forzato dalla loro proprietà durante l'apertura del centro stesso”. Sgombero forzato? Già, ed è stato scritto. Manco che si trattasse di merce avariata. Poi vi sarà chi scrive: “ Anche mia figlia e' stata disturbata dai suddetti personaggi. In mancanza di efficaci provvedimenti non solo crollerà la permanenza dei vostri clienti, ma pure la loro presenza”. Dunque si lascia,addirittura, intendere un possibile boicottaggio in mancanza di seri provvedimenti! E poi, ancora :” io sono una vostra fedele cliente l'altro giorno mio marito ha posteggiato la macchina quasi dietro dove di solito si scarica la merce proprio per non essere infastiditi, come siamo usciti con il carrello uno di questi ci ha seguiti sino alla macchina....se non prendete provvedimenti penso che mi recherò altrove, io non vedo mai nessuno davanti agli altri centri commerciali”.
E come risponde l'Emisfero sulla sua pagina facebook? Prima dicendo che “tutte le segnalazioni sono preziose per migliorare la permanenza dei nostri clienti”. Poi “ purtroppo non esiste alcuna ordinanza del sindaco come da lei citato ed inoltre l'accattonaggio è stato stralciato dal codice civile e penale e non è più reato: il reato sussiste solo nel caso di minori indotti all'accattonaggio . In ogni caso con la nostra vigilanza cerchiamo tutti i giorni di arginare il fenomeno da lei segnalato appellandoci spesso alle forze dell'ordine che però non possono far altro che identificare i soggetti. Inoltre molti clienti, molti più di quanto lei possa credere, danno offerte a questi soggetti e quindi,ovviamente, ciò favorisce la loro permanenza”.

E tendo a sottolineare il purtroppo!

Poi, ancora scriverà “ Nessun vino con tarallucci, continueremo a vigilare cercando di fare deterrenza. ...ma il miglior deterrente sarebbe quello di non favorire tale fenomeno non dando offerte a queste persone” ed infine “ (...)quella ordinanza è stata emessa su richiesta della ASL e riguarda in maniera esclusiva il parcheggio dell'unità ospedaliera. Non crediamo che un attività privata possa effettuare una richiesta similare con esiti positivi; in ogni caso ci informeremo”.

Ora, premesso che anche io come tanti altri cittadini siamo clienti dell'Emisfero, non ho mai avuto segnalazioni, pur conoscendo e vivendo questo territorio, di situazioni di accattonaggio molesto, pur interessandomi di questioni sociali da diverso tempo. Bisogna, invece, interrogarsi sul perché la cosa stia esplodendo proprio ora, se vi sia stata qualche causa specifica o meno che abbia determinato un simile interessamento a tale questione, eppure si tratta di persone, quali quelle che chiedono in quell'area l'elemosina ecc, presenti da diverso tempo in loco. E sinceramente le risposte come fornite dal Centro Commerciale non le reputo proprio per nulla condivisibili, certo è anche vero che se il primo esempio viene conferito dal Comune di Monfalcone con una ordinanza che in altri tempi avrebbe suscitato certamente l'ira almeno della sinistra, perché non è con la repressione che si risolvono certi e dati fenomeni sociali, una riflessione è più che dovuta. Stiamo a vedere come evolverà la situazione, senza comunque rimanere indifferenti, ben tenendo conto che questi sono segnali da non sottovalutare in una Monfalcone ove l'alibi della crisi sociale ed economica è diventato il non autoctono, lo straniero od il disagiato a livello economico, purché non rigorosamente italiano.

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