C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Dopo #JesuisCharlie ora sarà #JesuisCarpi?

Ogni volta che nel mondo del calcio, per ragioni governate da sentimenti o risentimenti politici, viene fuori una porcata che evidenzia lo stato della non arte di questo mondo, dagli abissi dell'ipocrisia italiana emerge tutta la falsità perbenista della nostra società. Un calcio dove un calciatore non festeggia il goal perché così ha concordato con il suo procuratore per contrattare il rinnovo contrattuale, un calcio ove si massacrano gli arbitri diventati alibi del proprio fallimento agonistico, un calcio ove una linea di prospettiva, vista dalla prospettiva diversa, diventa pretesto d'interesse di parte per i milionari diritti TV, un calcio ove contano solo i soldi od il gossip di cosa stupirsi dell'ennesima schifezza di questo febbraio 2015? Una telefonata privata resa pubblica ove tra le altre cose è emerso che la presenza del Carpi in serie A sarebbe in sostanza una rovina per la serie A. Ma in fondo, con tutto il rispetto del Carpi, per come funziona questo calcio, non è la verità? Non è la verità che il calcio spettacolare e che conta è solo quello delle solite tre o quattro squadre? Non è una verità che se la Fiorentina, ad esempio, vince contro la Roma, la notizia non è la vittoria della Fiorentina ma la sconfitta della Roma e si analizzerà la sconfitta della Roma? Non è una verità che la serie A si può permettere solo una bella cenerentola nonostante il nostro campionato sia diventato la brutta cenerentola addormentata ? E perché? Perché non si hanno più i milioni e milioni di euro per comprare, vendere e speculare. E' vero, il Carpi in serie A sarebbe la rovina del nostro campionato, della nostra massima serie, perché riporterà le cose con i piedi per terra, perché sarà la dimostrazione che anche le piccole località possono sognare e vivere un sogno, perché porrà in discussione, così come hanno fatto altre piccole società, il calcio milionario dimostrando che anche pochi,anche se significativi investimenti,si può entrare nel salotto borghese del calcio. Probabilmente ora sarà il turno del #JesuisCarpi, così come accaduto in Francia, ove la maggior parte di quelli che diffonderanno questo slogan saranno ipocriti, così come accaduto per la libertà di Stampa evocata e difesa e rivendicata proprio da chi fa di tutto per continuare a mantenere il nostro Paese nelle basse classifiche della libertà di stampa. Insomma siamo alle solite, ma finiamola con il paventare grandi scandali, perché la frase oggetto del processo nel calcio, in merito al Carpi, che in questo momento rappresenta tutte le piccole realtà sportive, è l'aver sbattuto in faccia quella evidenza che in un Paese rincoglionito si continua a non voler vedere pur essendo consapevoli nelle chiacchiere da bar di vivere nella Repubblica delle Banane.

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