La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Concorso nazionale scuola sulla grande guerra dal tema onore a chi ha lottato per la libertà ecc

Onore a chi ha lottato per la libertà, la giustizia e la pace. Questo è il titolo principale di un concorso nazionale per le scuole organizzato dall' IISS Calasso di Lecce e pubblicizzato sul sito del MIUR. Si legge che “la manifestazione, riservata agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie del territorio nazionale, intende promuovere un’iniziativa artistico-culturale, finalizzata a sensibilizzare gli allievi e l’opinione pubblica su temi di grande attualità tendenti alla pace, quali: cultura, cittadinanza attiva, legalità, solidarietà, tolleranza e rispetto delle diversità”. Dunque onore a chi ha lottato per la libertà, la giustizia e la pace. Come è noto il Regno d'Italia entrerà in guerra nel 1915, ricorrendo a diverse motivazioni politiche volte a legittimare l'interventismo militarista finalizzato alla estensione del proprio dominio sul Mediterraneo ed in particolare su tutto l'Adriatico, non a caso Fiume e Trieste saranno le principali città contese dal Regno d'Italia prima e fascismo poi proprio per l'importanza dei loro porti. Si dirà che per evitare di subire da parte dell'Impero una invasione pari a quella patita dal Belgio, l'Italia doveva entrare in guerra frantumando l'alleanza invocando anche come scusante il fatto di non essere stati consultati od informati dell'ultimatum che l'Impero inviò alla Serbia. Scuse, azzardi e motivazioni che non avevano scopi né di lottare per la libertà, né per la giustizia né per la pace. Così come la maggior parte se non la quasi totalità dei soldati precettati e mandati al macello, non lotteranno per la libertà, pace e giustizia, ma per la propria sopravvivenza, perché costretti anche perché in alternativa vi era la fucilazione. L'Italia dirà basta alla neutralità mandando al macello oltre 500 mila persone, fomentando odi e distruzione semplicemente per ragioni di imperialismo, economiche e di strategia territoriale.  libertà, né pace e giustizia, ma tanti crimini compiuti, deliberatamente per conquistare ed occupare terre ove poi la maggioranza della popolazione non era certamente italofona ed italiana, atti e crimini che favoriranno con l'anello di congiunzione della marcia eversiva e militarista di occupazione di Fiume l'avvento del fascismo che nel Confine Orientale eserciterà la sua più brutale cattiveria e violenza, anticipando in sostanza le leggi razziali contro sloveni e croati, ad esempio, compiendo crimini contro l'umanità e genocidi ed anche di guerra che mai verranno puniti e riconosciuti come tali. Dunque sicuramente l'Italia è esclusa dal novero di chi ha combattuto nella grande guerra per la libertà, pace e giustizia. Certo, sono secoli che si legittimano le guerre per la pace, le guerre per la libertà, ma siamo realmente certi che le cose siano realmente così? Certo, è anche vero che all'interno del concorso poi vi sono delle categorie specifiche come quella relativa all'area storico-sociale sul tema “La Grande Guerra: 100 anni di Storia” o sull'area artistica e figurativa “Colori e Messaggi dalla Grande Guerra ad oggi” , però il titolo del concorso è inequivocabilmente chiaro, così come chiaro è il periodo storico di riferimento non il 1914 ma il 1915 quando entrerà in guerra il Regno d'Italia. Reputo immensamente grave che un titolo del genere possa essere proposto nella scuola e per la scuola, soprattutto quando oggi nel 2015 è ben emerso con forza il concetto della strage non tanto inutile, perché di stragi utili non né dovrebbero esistere, ma di una strage allucinante compiuta per ragioni di imperialismo e conquiste territoriali privando della libertà, pace e giustizia comunità che da sempre convivevano in armonia secondo quel carattere di multiculturalismo che tipico era dell'Impero Austro Ungarico. Impero che è stato l'artefice della propria fine con l'atto scellerato della reazione ai fatti di Sarajevo. Insomma una riflessione banale per un tema banale proposto per le scuole ma che non può passare inosservato per la retorica e lo stile che connota il concetto di onore a chi ha lottato per la libertà, pace e giustizia nel grande massacro della prima guerra mondiale.

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