La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Alla ricerca del Nasco di Aurisina

In un pomeriggio di fine inverno decido di andare alla ricerca del luogo che avrebbe celato, per diversi anni, l'arsenale noto come NASCO 203 a disposizione di Gladio e di alcune strutture fasciste. L'Unità già il 25 febbraio del 1972 faceva notare, ciò che poi verrà meglio compreso a distanza di diversi anni, ovvero che: “Sono molti gli abitanti della zona ad aver visto, anche recentemente, gruppi equipaggiati con tute mimetiche battere i paraggi dove le armi sono state rinvenute; c'e anche chi ha individuato, tra questi, alcuni« personaggi» ben noti per la loro appartenenza a organizzazioni dl estrema destra”. Il luogo, in base alle informazioni reperibili in rete dovrebbe trovarsi lì ove sorge la vedetta Weiss a 159 metri sul livello del mare.
Decidi di percorrere il sentiero più lungo perdendoti nella meraviglia del paesaggio carsico triestino e del piccolo seno di mare dell'alto adriatico.


Dopo una lunga camminata giungi sul ciglione carsico, sulla vedetta Weiss e dopo qualche attimo di silenzio seguendo un breve sentiero giungi al di sotto della vedetta, ovvero l'entrata di un vecchio bunker militare.
Si vedranno i resti di una piccola sedia, più qualche altro oggetto di metallo e qualche rifiuto ed una fessura che probabilmente fungeva da punto protetto di osservazione. Poi il buio, ma lì vi doveva essere un corridoio a quanto pare ora chiuso.



Ti domanderai ma era proprio qui il Nasco di Aurisina?
E' qui che, soggetti protetti e maledetti,  hanno prelevato materiale per la strategia della tensione?
E' qui che?
E tutta la meraviglia del paesaggio carsico svanirà, svanirà. 
Poi decidi di percorrere il sentiero più breve e noterai come quel luogo è a neanche cinque minuti a piedi dalla locale stazione ferroviaria edificata nel 1939 e dalla storica Cava Romana che, come si legge nel loro sito, passò anche sotto la proprietà di Irene di Savoia Duchessa d'Aosta fino il 1947 quando fu acquistata da Giuseppe Sonzogno. E ti domanderai, come curiosità politica, chissà se trattasi dello stesso Sonzogno cofondatore del MSI nel '47, circa, a Trieste? Un luogo, quello del NASCO di Aurisina, facilmente raggiungibile, in poco, pochissimo tempo, perché certamente doveva essere facilmente utilizzabile, cosa che è, purtroppo, avvenuta.

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