Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

The Virtual real life

Società dell'otre 3.0, minimalismo essenziale, realismo virtuale nella virtualità reale. Sarà la sopravvivenza nella pillolizzazione  esistenziale. Una sola veste, vestirà la nudità del corpo umano. Impulsi, onde invisibili, vibrazioni silenti, automatizzazione dell'individuo, diventato surrogato di se stesso. Non conoscerai più la luce del sole, il chiarore della luna, nulla. Non avrai bisogno né della luce, né del buio. Buio e luce saranno una sola cosa nella solitudine reale smarritasi nella socialità della comunità internauta. Non avrai più bisogno di conoscere. Ogni domanda avrà una risposta e la risposta è nello spazio in cui sei immerso. Non avrai più bisogno di ragionare. Sarai solo una macchina che seguirà l'istinto domato nella domesticità della quotidianità. Sarai un numero infinitesimale nella complessa e diabolica combinazione di numeri che governeranno il sistema. Il tuo spazio vitale sarà di pochi metri quadrati. Una sola stanza dalla quale dipenderai. La tua stanza sarà la tua casa, la tua casa sarà il tuo mondo ed il mondo la tua casa. Le mani scivoleranno nel vuoto, ogni gesto sarà una interazione con l'altro, l'altro tuo simile, che non potrai toccare, non potrai guardare, non potrai respirare, eppure i tuoi sensi, aumentati nello spazio, ti condurranno nella convinzione di averlo toccato, guardato, respirato. Ma sarà solo finzione e convenzione, quella che tu non hai firmato, ma che sarai costretto ad ottemperare, pur non sapendo di ottemperare una convenzione.
Ma questo non importerà più.
Ogni movimento di testa sarà una svolta verso un nuovo angolo nel mondo che vivrai. La vita virtuale reale sarà la tua vita. Una vita che non conoscerà più la differenza tra l'inizio e la fine, senza soluzione di continuità per quella eternità che hai sempre cercato. L'emozione sarà solo una vibrazione silente che sfiorerà un nervo corporeo. Ora è tua, pur non essendo tua, ora sei tu pur non essendo più. Ci son voluti pochi lustri per arrivare al punto di non ritorno. All'inizio presentarono il tutto come modernità e novità, poi come comodità, poi come essenzialità, poi come obbligatorietà, poi come quell'oltre che avrebbe oltrepassato ogni senso di mortalità. Finalmente, dopo aver per secoli battuto il tasto di dio, ora tu sarai dio, il dio del tuo mondo. Un mondo solo e solo per te, fino all'estinzione della razza non razza più masochista dell'intero universo, quella umana.
Benvenuto. 
Questa è The Virtual Real Life, anestetizzata in un banale VRL.
Dove sarai una maschera inconsapevole di te stesso.
Comunque non si esclude una sussistente possibilità. Che il tutto possa essere, volgarmente scrivendo, una figata immensa. Come sempre, questione di prospettiva a colpi di click. 


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