La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Le prostitute e la grande macelleria umana nella grande guerra

Uomini non più uomini e neanche eroi o cavalieri erranti, bensì esseri diventati sostanze, ma anche belve, bestie. Sostanze, belve e bestie che per sopravvivere si ammazzavano, ammazzare,ammazzare per vivere. 
Morte e vita mescolate nel caos di una società che aveva perso ogni lume, ogni ragione. Antitesi per eccellenza, che correvano, inconsciamente e non parallelamente sullo stesso binario. Bestie,belve e sostanze. Non più uomini. Si poteva arrivare a patire l'idiosincrasia maschile.Termine medico con il quale si intende l'intolleranza che alcune persone possono manifestare nei confronti di diverse sostanze, spesso farmaci. Ma l'uomo soldato non era un farmaco, non era un medico, era una sostanza, una sostanza nei confronti della quale si poteva patire l'intolleranza.
A volte ammazzavi.
A volte urlavi.
Ed urlavano le prostitute, rastrellate come oggetti da massacrare, senza dignità alcuna, da ogni parte del Regno. Potevano arrivare ad avere più di ottanta rapporti al giorno,ma nel libro Viaggio nella terra dei morti La vita dei soldati nelle trincee della grande guerra di Marco Scardigli, editore UTET, dalla cui lettura nasce questa riflessione, si riportano testimonianze di anche 120 rapporti al giorno. Soldati in fila, letti rossi, che ricordano la Villa Rossa citata anche da Hemingway, scricchiolanti come la  nefasta porta che conduce alla via dell'inferno. Uno dopo l'altro, ed ancora, una fine senza mai fine. Sfogo ed istinto animalesco che andava soddisfatto, per il morale.
Ed il morale soccorreva il dovere.
Il dovere di uccidere.
Non erano i bordelli di Cavana nella Trieste carovana di mille passioni, erano le stanze della morte, ove anche il sesso puzzava di morte. 
La grande guerra, che voglio chiamare la grande macelleria umana, perché gli uomini e le donne non erano più uomini e donne, ma bestie, bestie al macello, un macello governato nelle grande stanze dei salotti borghesi come un gioco da tavolo, un gioco che ha ucciso generazioni e sogni ed umanità.

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