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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

The Virtual real life

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Società dell'otre 3.0, minimalismo essenziale, realismo virtuale nella virtualità reale. Sarà la sopravvivenza nella pillolizzazione  esistenziale. Una sola veste, vestirà la nudità del corpo umano. Impulsi, onde invisibili, vibrazioni silenti, automatizzazione dell'individuo, diventato surrogato di se stesso. Non conoscerai più la luce del sole, il chiarore della luna, nulla. Non avrai bisogno né della luce, né del buio. Buio e luce saranno una sola cosa nella solitudine reale smarritasi nella socialità della comunità internauta. Non avrai più bisogno di conoscere. Ogni domanda avrà una risposta e la risposta è nello spazio in cui sei immerso. Non avrai più bisogno di ragionare. Sarai solo una macchina che seguirà l'istinto domato nella domesticità della quotidianità. Sarai un numero infinitesimale nella complessa e diabolica combinazione di numeri che governeranno il sistema. Il tuo spazio vitale sarà di pochi metri quadrati. Una sola stanza dalla quale dipenderai. La

I Dieci comandamenti di Tito

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Un foglio volante, in un sospiro di Bora, in una notte qualunque. Ma non sarà un foglio qualunque. Non sarà più una notte qualunque. A pochi passi da dove si formò, per volere umano, per spirito di fratellanza, sorellanza, di solidarietà, tra italiani e sloveni, uomini e donne, giovane, giovanissima generazione ribelle e rivoluzionaria, la brigata proletaria, sulle prime alture di Selz, cuore della dignità e della resistenza, raccolsi quel foglio illuminato dal chiarore di una luna, faro di civiltà. Vi era scritto, i Dieci comandamenti di Tito e leggerai d'un fiato solo ma non solitario... 1) Non ci sarà nessun dio, nessuna divinità, né fuori  né  dentro di me, ma l'onnipotenza laica  dell'uguaglianza  e leggerai: “ I cittadini sono uguali nei diritti e nei doveri, indipendentemente dalla nazionalità, dalla razza, dal sesso, dalla lingua, dalla fede religiosa, dal grado di istruzione e dalla condizione sociale ”; 2) Non  essendoci  alcun dio, pur riconoscendo

La cantada de Vermean, dalla polka bisiaca all'inno alla vinassa

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Triestini, furlani, bisiachi, ma a quanto pare in questa edizione anche austriaci, olandesi ed altri nordici, tutti uniti dopo il mezzogiorno di vino, rigorosamente nero e de quel bon. Il maestro sul palco, alle spalle il suonatore di Doberdò, alle cui spalle domina la chiesa di Santo Stefano nel giorno di Santo Stefano. Pagine della cantada sfogliate dall'aiutante, e la piazza canta e come canta. Una cosa del genere per capirla, la si deve vivere.  Se non la vivi neanche la più illuminante immaginazione può arrivare alla incredibile realtà di Vermean di Ronchi. Le origini della cantada risalgono a tanti e tanti ed ancora tanti lustri fa. Qualcuno vocifera che gli uomini mentre aspettavano che le donne uscissero dalla messa, cantavano, altri che l'origine della cantada risale alla tradizione di cantare sul carro portato da un contadino nel bel bel mezzo della Piazza di Santo Stefano, tra giochi ed allegria nel giorno della festa, altri ricordano che un tempo le case del

Il Jobs Act favorirà i licenziamenti dei lavoratori con poca anzianità lavorativa

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Ma quanto è brutto questo Jobs Act? Non esiste neanche più il senso dell'apparenza. Forse da un lato è meglio così. Meglio vedere il mostro sin da subito in tutta la sua essenza  puzzolente, nauseante per capire che qui la situazione è seria, non è un gioco figlio di qualche qualche dormiente immaginazione.  Patria della civiltà giuridica, oggi siamo diventati ignoranti impotenti da tenere al guinzaglio del nuovo che avanza, un nuovo che non riesce a regalare emozioni, discussioni profonde ed intellettuali di un certo rilievo, un nuovo semplificato.  Semplificazione del linguaggio, semplificazione delle regole, che tradotte nel Jobs Act, termine orripilante, altro significato non hanno che eliminazione delle tutele per i lavoratori ed affermazione delle tutele per l'altra faccia della medaglia.  Già, perché questo atto del lavoro,  offrirà,  al capitale, con l'animo gentilizio natalizio del capitale, certamente rilevanti e significative tutele al  suo piccolo e

In mano una vecchia cartina della Jugoslavia, da Ronchi a Pag

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Stampata a Pula (Pola) nel 1986 ed arrivata nelle mie mani, in una sera qualunque di questo fine 2014, nelle strade di Monfalcone. Monfalcone, così come altre città della Venezia Giulia, che sembrano aver rinnegato buona parte della propria storia, quella Imperiale, avrebbero, poi, potuto essere città appartenenti alla Jugoslavia, ma, come la storia ha insegnato, vennero assegnate all'Italia, Italia che certamente non aveva vinto nella Seconda Guerra Mondiale il conflitto, vinto aveva invece la resistenza e vinto aveva la Jugoslavia che con i suoi partigiani ha liberato Trieste e diverse località nostrane dall'occupazione nazifascista a partire dal 1 maggio del 1945. E saranno decine e decine le stelle rosse nella carta turistica, e ripeto turistica, della Jugoslavia, che indicheranno i luoghi della resistenza da visitare, i monumenti nazionali per la liberazione. Cosa che in Italia è solo difficile da immaginare, nonostante la resistenza sia stata determinante per la nostr

Un cìf a Trieste

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Sei ed altro non sei che un vagabondo metropolitano nato casualmente in questo mondo, per la precisione in quella Tropea che per alcuni secoli è stata considerata come la perla del Tirreno. Poi, arriva il momento in cui devi preparare le valigie. Vuoi studiare, vuoi formarti in una città “aperta”, vuoi studiare al nord, quel nord che hai conosciuto solo in televisione o nei libri. Un lungo viaggio in macchina, silenzi, pensieri, passa la notte, ed arriva il giorno, il tuo giorno e con esso Trieste. Circa 1350 km di distanza. I tuoi amici, prima della partenza ti avevano detto: “a Trieste ci sono le mule”, nella tua ingenuità, avevi pensato alle mule nel senso di asine, quelle che qualche anno dopo il tuo arrivo nella città di confine incontrerai per davvero nella piazza della Borsa nel corso di una manifestazione. Di Trieste, oltre alle mule dei tuoi amici, conoscevi la bora. O meglio avevi sentito parlare della bora. Un vento fortissimo che ti faceva cascare per terra. Bora e

#Stabilità2015 emendamento dà il via libera all'urbanizzazione del PortoVecchio: Trieste la Monte Carlo d'Italia?

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L'emendamento numero 2.1727 aggiunge il comma 272 bis ,ter e quater a firma del Senatore Russo e della Senatrice Fasiolo alla legge di Stabilità e testualmente prevede: "Il commissario di governo per il Friuli-Venezia Giulia, previa intesa con il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e con il sindaco di Trieste, adotta, d'intesa con le istituzioni competenti, i provvedimenti necessari per spostare il regime giuridico internazionale di Punto franco dal porto vecchio di Trieste ad altre zone opportunamente individuate, funzionalmente e logisticamente legate alle attività portuali". Viene inoltre previsto che "in conseguenza dei sopracitati provvedimenti, le aree, le costruzioni e le altre opere appartenenti al demanio marittimo compresi nel confine della circoscrizione portuale, escluse le banchine, l'Adriaterminal e la fascia costiera del Porto Vecchio di Trieste, sono sdemanializzate ed assegnate al patrimonio disponibile del comune di Trieste pe

ISTAT: più di 150 mila alunni con disabilità,aumentano i ricorsi al Sud,scuole poco accessibili

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L'ISTAT attesta che nell’anno scolastico 2013-2014 sono quasi 85 mila gli alunni con disabilità nella scuola primaria (pari al 3,0% del totale degli alunni) mentre nella scuola secondaria di primo grado se ne contano più di 65 mila (il 3,8% del totale). Nello specifico viene segnalato che “ nella scuola primaria, il 21% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno una delle attività indagate (spostarsi, mangiare o andare in bagno) e l’8% non è autonomo in tutte e tre le attività. Nella scuola secondaria di primo grado le percentuali sono rispettivamente del 15% e del 5%”. In via generale “gli insegnanti di sostegno rilevati dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) sono più di 74 mila, 6 mila in più rispetto allo scorso anno. Nel Mezzogiorno si registra il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali assegnate”. Dunque emerge che nell’anno scolastico 2013-2014 sono più di 150 mila gli alunni con disabilità in Italia (il 3,3% del totale

Darsi ancora il buongiorno per le vie della città

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Durante i primi anni della Grande macelleria umana, la prima guerra mondiale, i soldati al fronte si davano, per ragioni di pressione psicologica, il buongiorno a colpi di cannone per poi iniziare la conta dei morti o dei feriti. Ritualità tremenda ma pur reale. Dalla grande guerra in poi le diffidenze, le ostilità tra i popoli ma anche la gente stessa di paese trovavano sempre più spazio sino ad arrivare all'oggi ove l'individualismo esasperato sovrasta ogni socializzazione. Oggi ove quando si cammina per strada si è avvolti dal proprio essere solitari nella solitudine che spesso porta all'indifferenza. Solitudine a volta accompagnata dalla tecnologia, amicizia fittizia e meccanica, il cellulare, la radiolina od altro ancora, altre volte dallo sguardo piantato sui piedi, che riporta alla mente il laccio verde legato ai pantaloni dei soldati nella grande guerra che dovevano imparare a marciare ad obbedire e per non sbagliare sulla gamba da porre per prima in avanti coll

Alcune idee per la Ronchi che vogliamo

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Oggi Ronchi pare essere la normale periferia della vicina Monfalcone.  Ma Ronchi e Monfalcone sono due entità diverse, seppur confinanti, anzi i confini sono a dir poco apparenti anche se effettivamente sussistenti. Certamente è auspicabile una maggiore sinergia tra i due Comuni, ma Ronchi e Monfalcone erano e sono due realtà diverse, distinte, con una propria specifica identità, con le proprie peculiarità che devono essere mantenute e che verranno mantenute. Ronchi non deve essere né la periferia di Monfalcone né la periferia di se stessa eppure è questa la percezione che hai frequentando l'importante cittadina della Bisiacaria. Una realtà che ha una storia significativa, una realtà che potrebbe incentivare determinati processi culturali e storici, una sorta di turismo storico, penso per esempio, ai luoghi della resistenza, ma non vi sono solo questi. Turismo storico che avrebbe il merito di contribuire a difendere e divulgare i valori dell'antifascismo e far conoscere la

Sfumature di silenzio bisiaco in una notte qualunque di Ronchi

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Candele nella modernità soffusa, possente, resistente, alto e robusto il partigiano vigila nella piazza dell'Unità per Ronchi che ha conosciuto e vissuto e voluto la resistenza. Alberi che imprimono il disordine nel giorno dall'ordinario ordine, siepe sfuggente, panchine solitarie e poi un piccolo e fuggitivo tratto di strada che nel se pol ritrovato consente ogni svolta verso la Trieste che ancora corteggi, a cui sei appartenuta sino alla firma della carta di Parigi, la Gorizia dalla identità imposta od Udine salotto del Friuli. E poi Pordenone al centro tra Trieste e Venezia, così come tu Ronchi sei al centro di questa terra racchiudente confini invisibili tra piccole e vitali regioni all'interno della regione senza, per ora, più trattino, Friuli Venezia Giulia. Piccolo palazzo, spazio nel vuoto della notte, eleganza nella genuinità della vita anti metropolitana, dal color perennemente autunnale, domina la piazza con finestre che accompagnano ogni desiderio verso l&#

La "Buona scuola" dà i numeri

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Pubblicato il rapporto della proposta politica nota come la Buona Scuola.  Si presenta, graficamente, in continuità con il precedente rapporto, colorato, scrittura a caratteri enormi, a volte con caratteri infantili, con l'aggiunta di foto, i protagonisti o meglio coloro che hanno lavorato a questo progetto sono ora riconoscibili, ciò perché  si voleva dimostrare che dietro ogni rapporto virtuale vi è un soggetto reale, una persona.  Un resoconto di 70 pagine fittizie, più della metà dedicate a ribadire il significativo accesso, la significativa partecipazione virtuale ed anche reale, numeri, tanti numeri, diversi errori di battitura, sintomo della fretta, fretta che ha determinato anche un rapporto in buona parte incomprensibile, con schemi e cifre e frasi che sembrano essere figli e figlie di una corsa all'ultimo ostacolo.   Il cosa non piace è praticamente inesistente, salvo qualche irrisorio esempio, eppure le  critiche considerevoli e le contestazioni anche queste

Sol di tramonto in Friuli Venezia Giulia

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Recinti di strada, oltre, praterie del Basso Friuli, foschia nell'immediato avvenire dopo la Bisiacaria. Palla non perfettamente rotonda, rossa, arancio, gialla, a galla sulle nuvole per poi affondare nella profondità. Pensi al sole che mai hai visto dal vivo, quello d'Africa, talmente grande, talmente immenso, che distrazione ed attenzione giostrano nel mezzo del dubbio. Ma sei in Friuli Venezia Giulia, dove anche un tramonto è il tramonto, quello che ama confondersi con il risveglio dello stupore nell'alba del vissuto mediterraneo ponte sottile d'Oriente e d'Occidente. Marco Barone

Ronchi è già di fatto Città dei Partigiani

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Tra uno sguardo alle vicine e mai lontane Alpi Carniche e Giulie, tra l'abbraccio dell'Adriatico ed il vento dell'est attraversando il variegato rosso carsico, a Ronchi nulla potrà mutare e cambiare lo stato reale e non surreale delle cose.  Possono scrivere quanti opuscoli vogliono, realizzare o promuovere convegni, sostenere gruppi facebook, chiamare le armi virtuali a difesa di D'Annunzio, fare apparire il poeta amante della guerra, irredentista prima e fascista poi, come un rivoluzionario, ma le sue gesta, il suo operato, la marcia eversiva e militarista di occupazione di una città straniera quale Fiume, il suo odio verso i croati, non potrà mai essere dimenticato a Ronchi. Ronchi che ha conosciuto la sua ricchezza, sia essa culturale che economica che sociale che politica nell'Impero, è stata travolta da una guerra imperialista e nazionalista, diventata poi la grande macelleria umana, la grande guerra, per colpa da un lato sicuramente della reazione sceller

Il Tram di Trieste,attimo di meraviglia imperiale

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Scivolando giù per il primo ciglione carsico,alle spalle l'obelisco, traguardo d'oriente, e tra i cespugli selvaggi una goccia di mare, una luce ad intermittenza, rossa come la passione di un tempo senza mai tempo, stoppa il tuo cammino. Un secondo, due secondi, volante mutato in batteria, dita in secche bacchette sonore e poi un fischio ed ancora un fischio. Scenderà o salirà? Curiosità infantile. Perché alla fine è un gioco senza età. Eccolo apparire l'imperiale tram di Trieste, ma questa volta sale. Sale nell'attimo di meraviglia imperiale, armonizzato con la modernità, blu delicato, una striscia bianca fuggente, e poi il vuoto. Intermittenza rossa morente. Via. La frenesia si riprende il suo spazio mentre il tram con lentezza si perde nei binari carsici senza più confine. Marco Barone  

I palazzi ballerini di Trieste nell'angolo di svolta

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E passi spediti in fuga dai rumori di città, angolo di svolta e silenzio. No. Non sei nella valle dei morti, neanche in quella del silenzio eterno ed assoluto alla ricerca del tuo amen. Hai semplicemente svoltato angolo. Angolo di confine dalla gradazione ignota. Pochi passi ed il confine tra la frenesia e la lentezza, tra il suono ed il rumore, prende forma. Forma alle spalle del Palazzo sipario, avanti il pubblico e spettatore ora seduto ora estasiato, e dietro quel poi, un poi di pensieri, un poi di silenzi, un poi nella malinconia mescolata all'euforia nel profumo di Malvasia inebriante ogni frontiera, anche il passante più dormiente vedrà l'immobile nella sua immobilità danzare.  Palazzi che sembrano cadere o sostenersi a vicenda, quasi una polka metropolitana, palazzi che sembrano danzare o fuggire o semplicemente scherzare con quell'umore variabile come un refolo di bora. Anche i palazzi a Trieste possono danzare, palazzi ballerini in un gioco che potrai cogliere

Il Friuli Venezia Giulia una regione da scoprire dal rosso carsico al blu Adriatico

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Se c'è una regione, in Italia, che avvolge tra le Alpi ed il mare, tra il Carso e la strada del frutto di Bacco, ogni senso di perdizione, di estasi nell'estetica, nel fascino che affascina senza mai stancare, questa è il Friuli Venezia Giulia.  Una terra multiforme,multiculturale,multietnica, multivitale, ma che ancora oggi, nel tempo dalla modernità diffusa, riesce a conservare la genuinità dell'essere comunità, tra osmize e private, tra lingue e dialetti,tra identità senza confine nella frontiera di emozioni e splendori.  Potrai veder tramontare il sole oltre l'isola d'oro, toccare la luna piena poggiata sul sottile mantello di uno dei tanti laghi, potrai svegliarti e sul molo  perderti nell'orizzonte innevato, potrai attraversare sentieri tra vigneti e colori che riescono ancora oggi, secolo dalle mille turbolenze, ad emozionare le stagioni con il sentimento dolce ed irruento del miglior pittore impressionista.Perchè in Friuli Venezia Giulia le melod

Le prostitute e la grande macelleria umana nella grande guerra

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Uomini non più uomini e neanche eroi o cavalieri erranti, bensì esseri diventati sostanze, ma anche belve, bestie. Sostanze, belve e bestie che per sopravvivere si ammazzavano, ammazzare,ammazzare per vivere.  Morte e vita mescolate nel caos di una società che aveva perso ogni lume, ogni ragione. Antitesi per eccellenza, che correvano, inconsciamente e non parallelamente sullo stesso binario. Bestie,belve e sostanze. Non più uomini. Si poteva arrivare a patire l'idiosincrasia maschile.Termine medico con il quale si intende l'intolleranza che alcune persone possono manifestare nei confronti di diverse sostanze, spesso farmaci. Ma l'uomo soldato non era un farmaco, non era un medico, era una sostanza, una sostanza nei confronti della quale si poteva patire l'intolleranza. A volte ammazzavi. A volte urlavi. Ed urlavano le prostitute, rastrellate come oggetti da massacrare, senza dignità alcuna, da ogni parte del Regno. Potevano arrivare ad avere più di ottanta

Gorizia e sloveno e friulano: Il progetto Sicurezza Anziani e l'uso del bilinguismo solo per i titoli e premessa

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Recentemente la  provincia  di Gorizia ha promosso il progetto sicurezza anziani, realizzato con la collaborazione di alcuni sindacati, l'Arma dei Carabinieri, ed avrebbe come scopo, quello di divenire “un agile strumento informativo, ricco di suggerimenti,di semplici regole di buon senso”.  Una guida, nella copia che hai potuto visionare, che vede la sua premessa essere tradotta, giustamente, in sloveno e friulano. Così come in sloveno e friulano verranno tradotti i titoli delle illustrazioni e la parte finale della guida che invita a denunciare in casi di truffe o furti.  Il resto del corpo della guida, però, è interamente in italiano.  Vi sarà l'illustrazione che spiega ad esempio il caso del falso operatore enel, acqua, gas, con il titolo anche in sloveno e friulano, ma la spiegazione ed i suggerimenti in merito ai comportamenti da adottare sono scritti solamente ed esclusivamente in italiano. Ti domanderai, ma la copia che ti è stata consegnata, è quella previst

Quando sono i media a decidere la colpevolezza nei casi di cronaca nera nella TV spazzatura

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Che la nostra società sia espressione di elevata mediocrità etica e morale è un dato di fatto incontestabile e che i media, dalla TV alla stampa( non tutta per fortuna) di sistema, nulla faccia per invertire la rotta, è un dato altrettanto di fatto incontestabile. Questo è il prezzo del business, un business che ha conferito un prezzo alla vita. Mediocrità , chiama mediocrità. Ma quando la mediocrità diventa  immondizia , spazzatura sociale, gossip vile, quando determina la colpevolezza del singolo individuo, a prescindere dalla reale colpevolezza dell'individuo, quando ti punta i fari, quando oltrepassa ogni limite pur di soddisfare la curiosità indotta e voluta e governata, occorrerebbe una discarica enorme ove poter gettare il tutto ed aspettare che marcisca quanto prima.  Supposizioni, illazioni, cose non dette ma, in verità, dette e sancite dal senso del dubbio, definiscono la morte di ogni senso di civiltà e buon senso.  Ogni volta che in questo Paese accade un dramma

Il Comune di Ronchi approva la Carta dei Servizi del Sistema Bibliotecario ecco i diritti e doveri degli utenti

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Si parte con il principio della eguaglianza “Il Sistema Bibliotecario si ispira al principio di uguaglianza dei diritti degli utenti, senza distinzione di eta, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua, condizione sociale o opinioni politiche” per finire con le norme di comportamento del pubblico. Il Comune di Ronchi delibera l'approvazione della carta dei Servizi del Sistema bibliotecario in provincia di Gorizia,una carta per diversi aspetti importante, specialmente per una realtà come quella di Ronchi che vede la propria biblioteca essere tra le più frequentate nell'intero Friuli Venezia Giulia. Tra i vari elementi contenuti si evidenzia il fatto che “gli orari di apertura devono essere ampi ed adeguati alle esigenze della comunità servita” oppure che le “biblioteche aderenti al Sistema si impegnano inoltre all'eliminazione delle barriere architettoniche che ostacolino l’erogazione dei servizi”. E' importante il diritto di scelta, che comunque deve fare i conti

La notte dopo i ladri

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Silenziosi come il più piccolo dei pesci d'acqua, rapidi come felini,inquietanti come il primo incubo in una notte licantropa. La mattina ti svegli e nella tua solita ordinaria routine noterai qualcosa di fottutamente strano. All'inizio cercherai di negare la realtà, poi però dopo pochi attimi la lucidità ti spingerà a riconoscere l'unica verità e realtà possibile i ladri sono venuti a farti visita. E mentre dormivi. Nel tuo spazio, beh oppure in quello che ti ospitava. Quello dei ladri è il mestiere, forse, insieme alla prostituzione più vecchio del mondo, è sempre esistito e sempre esisterà, almeno fino a quando ci sarà qualcosa da rubare. Non sarà tanto l'aver subito un furto od un tentato furto ciò che ti potrà spingere a vivere grande turbamento, ma il fatto che quando ti sei abbandonato al sonno in quello spazio, il tuo spazio, che reputavi inviolabile, nella notte senza magari pensieri, ebbene è stato violato. Ognuno reagirà a suo modo, chi invocherà pene fuo

Se dopo il caso drammatico di Santa Croce Camerina si invoca la sicurezza nazionale per le assenze degli alunni

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Non voglio entrare nel merito del dramma che vive la famiglia del piccolo bambino di Santa Croce Camerina, di cui tanto si parla in questi giorni, ma una riflessione voglio effettuarla in merito a quelle voci che da più parti, specialmente a livello mediatico, sembrano consolidarsi, tanto da coinvolgere in un certo senso anche alcune autorità , chiamate a verificare se l'assenza del bambino era stata comunicata dalla scuola. Cosa si è detto in sintesi? Che le scuole, quelle primarie soprattutto, hanno il dovere di comunicare tempestivamente alle famiglie l'assenza dei propri figli e degli studenti, magari facendo una telefonata,  perché  il caso di Santa Croce Camerina dimostra come l'assenza degli studenti sia elemento di valutazione da far rientrare all'interno della sicurezza nazionale . Se da un lato sicuramente il registro elettronico , quando entrerà a regime, potrà aiutare in tal senso, dall'altro è da rilevare che non emerge alcun obbligo e neanche dov

In Veneto si approva la festa della famiglia naturale,una legge indegna che coinvolgerà anche le scuole

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Il Consiglio Regionale del Veneto nella 215ª Seduta pubblica di Martedì 14 ottobre 2014 con la Deliberazione n. 92 ha impegnato la Giunta Regionale “ad individuare una data per la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale, fondata sull'unione fra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente attraverso scuole, associazioni ed Enti Locali la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali; a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento Standard per l'educazione sessuale in Europa redatto dall'ufficio europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità”.  A quanto pare la Giunta ha individuato nel giorno 23 dicembre la giornata della festa della Famiglia naturale che rischia di coinvolgere anche le scuole.