Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'arte irredentista di Italico Brass e quel quadro buffo di Campo santa Margherita

Campo santa Margherita di Venezia è uno dei luoghi più affascinanti di Venezia, l'aspetto di oggi deriva dagli interventi come voluti dalle autorità austro-ungariche ed è punto di ritrovo anche di artisti ed ancora oggi accoglie i tradizionali spettacoli di burattini. A poche ore di distanza da Venezia, a Gorizia, nel bellissimo palazzo Attems Petzenstein, è possibile vedere alcune opere di diversi artisti, tra le quali emergono quelle di Italico Brass, artista irredentista. Tra le tante opere ci sarà una tela ove si raffigura un tipico momento di vita a Campo santa Margherita. Chi con il volto cupo, chi intento a discutere, chi osservare due carabinieri in alta uniforme nel mentre di una piccola folla ipnotizzata dallo spettacolo di burattini. Quello che colpirà sarà oltre che alla stella tricolore con W, un bambino di piccolissima età, sulle spalle del proprio genitore, sventolare due bandierine italiane. Sarà quella la vera calamita dell'opera di Brass e non è un caso che quel quadro sia esposto proprio a Gorizia, nella Gorizia d'Italia.
Dubito che ciò possa essere accaduto realmente durante un tipico spettacolo di burattini, fanatismo nazionalistico che vede i bambini essere oggetto di pessima strumentalizzazione. Probabilmente sarà stato l'animo irredentista dell'artista ad imporre a colpi di colori e pennello ciò che lui avrebbe voluto vedere nella Venezia dei primi anni del 1900, forze avrà visto la "sua" Venezia del 1866 quando entrò a fare parte del Regno d'Italia tramite il plebiscito ancora oggi contestato per indebite pressioni,brogli intimidazioni, violazioni dei diritti elettorali, mancata, consultazione plebiscitaria di diverse province ed irregolarità formali e procedurali, rendendo un quadro tipico di vita ordinaria, a dir poco bizzarro, buffo, politicizzante ed anche ridicolo. D'altronde questa è l'arte, arte nazionalistica, certamente Brass è un pittore caro ai goriziani od a buona parte della popolazione goriziana, e di questo ne prendo ovviamente atto, nessuno ha il diritto di giudicare l'arte, tutti hanno il diritto di esprimere però critica ed opinioni ed a dirla tutta il sentimento che ha prevalso, non solo in me ma anche in chi con me ha avuto il tempo di osservare quel quadro è stato di ilarità e non certamente per la presenza del burattino.


Marco Barone

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