Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Milioni di euro stanziati a favore degli esuli mentre i profughi in fuga dalla guerra muoiono inghiottiti dal mare

Diversi provvedimenti legislativi, diverse convenzioni, diversi interventi di carattere economico, sociale, culturale e finanziario nei confronti dei così detti esuli istriani, giulano dalmati, persone che hanno lasciato le così dette terre contese in prevalenza dopo la definizione del Trattato di Pace del 1947 atto conseguente a quella situazione brutale che si è determinata nel Confine Orientale a causa del fascismo prima e nazismo dopo. 
Già a fine luglio del 1946 De Gasperi incaricava il vice prefetto ispettore generale Meneghini di costituire a Venezia “un ufficio direttamente dipendente dal Ministero-Gabinetto per la Venezia Giulia- con il compito di apportare un piano organico per l'eventuale esodo della popolazione italiana da Pola e da altre località della Zona B, predisporre i vari e necessari aiuti occorrenti ai profughi al momento della partenza, prendere opportuni accordi con i competenti organi per l'opera di prima assistenza ai profughi e per il loro smistamento verso le altre province che dimostrino adeguate capacità ricettive” Ciò a dimostrare che il così detto esodo era stato previsto, organizzato ed anche, in un certo senso, favorito da parte dello stesso Governo italiano. 
Nel corso del tempo sono stati adottati diversi provvedimenti, che è il caso di ricordare. 
Per esempio per l’organizzazione di convegni, mostre e seminari di studio; per l’istituzione e potenziamento di centri di documentazione sulle terre di origine e sulle vicende dell'esodo dalle medesime e dell'inserimento dei profughi giuliano-dalmati nella vita nazionale o nei Paesi di emigrazione; per le iniziative tese alla valorizzazione e alla divulgazione, anche tramite stampa periodica, della storia, della cultura, delle arti plastiche e figurative, della musica, delle tradizioni linguistiche e dialettali neolatine, dell'artigianato e del costume delle regioni di provenienza; per l’organizzazione di manifestazioni e di incontri, volti a favorire il mantenimento di contatti culturali con le terre di origine si stanziavano:  Triennio 2001 - 2003 Legge n. 72 del 2001, art.1, comma 3. Lire MD 9 (lire MD 3 per anno)Triennio 2004 - 2006 Legge n. 193 del 2004, art.1, comma 1 Euro 4.650.000,00 (euro 1.550.000,00 per anno).  Triennio 2007 - 2009 Legge n. 296 del 2006, art. 1, c.1322  Totale Euro 6.200.000,00 (compreso finanziamento legge n. 73 del 2001)  Triennio 2010 - 2012 Legge n. 191 del 2009, art. 2, comma 250, elenco 1  Euro 11.935.385,00 (solo per legge n. 72 del 2001) per un totale di circa 25 milioni di euro.

Al tavolo di consultazione per i fini come indicati nella citata Legge oltre a diverse componenti ministeriali vi partecipano anche la FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI ESULI ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI, l'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA,l'ASSOCIAZIONE COMUNITA' ISTRIANE, il LIBERO COMUNE DI FIUME IN ESILIO, l' ASSOCIAZIONE DALMATI ITALIANI NEL MONDO LIBERO COMUNE DI ZARA IN ESILIO, l'UNIONE DEGLI ISTRIANI, il LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO
La Legge 29 marzo 2001, n. 137 prevedeva che ai  titolari di beni, diritti ed interessi abbandonati nei territori italiani ceduti alla ex Jugoslavia in base al trattato di pace del 10 febbraio 1947 e all'Accordo di Osimo del 10 novembre 1975, già indennizzati o da indennizzare ai sensi della legge 5 aprile 1985, n. 135, e della legge 29 gennaio 1994, n. 98, è riconosciuto un ulteriore indennizzo nella misura indicata nella Tabella A annessa alla presente legge.


All'onere derivante dall'applicazione della presente legge si provvede quanto a lire 40 miliardi annue a carico dello stanziamento iscritto all'unità previsionale di base 3.2.1.39 dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, cosí come determinata dalla tabella C della legge 23 dicembre 2000, n. 388, intendendosi corrispondentemente ridotta l'autorizzazione di spesa di cui alla legge 26 gennaio 1980, n. 16, e quanto a lire 100 miliardi per l'anno 2001,130 miliardi per l'anno 2002 e 50 miliardi per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell'unità previsionale di base "Fondo speciale", di parte corrente, dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 2001, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo dicastero. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
La Legge 21 marzo 2001, n. 73 ricorda che le disposizioni di cui al comma 2 dell'articolo 14 della legge 9 gennaio 1991, n. 19, sono prorogate fino al 31 dicembre 2003. A tale scopo è autorizzata la spesa di lire 9.000 milioni per l'anno 2001 e di lire 10.000 milioni per ciascuno degli anni 2002 e 2003. Lo stanziamento a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia, di cui al comma 2 dell'articolo 14 della legge 9 gennaio 1991, n. 19, sarà utilizzato mediante convenzione da stipulare tra il Ministero degli affari esteri, l'Unione italiana e l'Università popolare di Trieste, sentito il parere, da esprimere entro quarantacinque giorni dalla richiesta del Ministero degli affari esteri, della Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, o comunque delle singole associazioni. Detto stanziamento è finalizzato alla realizzazione di interventi ed attività, indicati dall'Unione italiana in collaborazione con la regione Friuli-Venezia Giulia, da attuare nel campo scolastico, culturale, dell'informazione nonchè, fino ad un massimo del 20 per cento dello stanziamento annuo previsto, nel campo socio-economico. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a lire 9.000 milioni per l'anno 2001 ed a lire 10.000 milioni per ciascuno degli anni 2002 e 2003, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 2001, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. 

ARTICOLO 1, comma 294 e 295 (Legge stabilità 2013): Finanziamenti per le comunità degli esuli italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia La norma autorizza la spesa di 2,3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015 per la prosecuzione degli interventi a favore delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia (legge n. 72/2001). Finanziamenti per le minoranze italiane in Slovenia e in Croazia La norma autorizza la spesa di 3,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015 per la prosecuzione degli interventi a favore delle minoranze italiane in Slovenia e in Croazia (legge n. 73/2001). A ciò si devono aggiungere le agevolazioni in materia di alloggi, con oltre 1500 case riscattate a prezzo agevolato, diversi provvedimenti di ricollocazione al lavoro a favore di decine di migliaia di esuli, spesso nelle stesse amministrazioni per cui lavoravano nelle precedenti terre.  
I benefici estesi agli esuli hanno consentito anche nuove attività di lavoro agevolato e l’equiparazione alle categorie protette per l’avviamento al lavoro. Agevolazioni anche in materia di pensioni con il conseguimento della estensioni di benefici, incrementi di pensione, equiparazione a categorie protette, vitalizi, reversibilità e riscatti di periodi lavorativi. Ma anche interventi a favore di aziende con la concessioni di finanziamenti per la riattivazione di industrie, reimpiego delle licenze commerciali, contributi di ricostruzione, prestiti agevolati. A ciò si aggiungono i finanziamenti più importanti stanziati a favore delle Associazioni degli Esuli dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il Dalmata Libero nel suo numero di ottobre 2014 rende noto che: "Le tre associazioni presiedute da Codarin, con revisore dei conti o amministratore l’immancabile Stefano Nedoh, riceveranno € 144.959,50, pari al 30,39% della complessiva somma stanziata di 477.000,00 €. Il Cdm incassa 109.900,00 €, il Comitato di Trieste dell’Anvgd 25.042,50 € e la FederEsuli 10.017,00 €. L’Irci introita 120.013,70 €, l’Associazione delle Comunità istriane e l’Uni 49.256,00 €, Giuliani nel Mondo 15.741,00 €, le Anvgd di Udine, Gorizia e Pordenone € 35.059,50 €, il Circolo di Cultura Istro Veneto “Istria”,(...) riceve 19.795,50 € ed il restante è diviso tra varie associazioni, tra le quali la Delegazione dei Dalmati di Trieste e la Fondazione Rustia Traine che ricevono 5.008,50 €". Rendono anche noto che rendiamo noto che una giornalista è stata allontanata dal Cdm con una buonuscita di circa 50 mila € (...)". ( Fonte il Dalmata libero pag. 11 ottobre 2014)

Dunque oltre 150 provvedimenti legislativi a favore degli esuli, che ciò non venga mai dimenticato specialmente oggi, ove i profughi fuggiti dalla guerra vengono "accolti" nei CARA, abbandonati a se stessi, come recentemente accaduto nel goriziano dove per settimane hanno dormito sulle rive dei fiumi per non parlare di tutti quelli che sono morti e continuano a morire, perché inghiottiti nel mare dell'indifferenza, solo perché non italiani o non utili, a livello strumentale, ad alcuna ideologia politica avversa al comunismo e favorevole al nazionalismo nostrano.

Marco Barone
note: nella foto una delle scritte recentemente apparse a Trieste, sulla strada che conduce all'Obelisco di Opicina, sul muro che ho chiamato della contesa

Commenti

  1. Ciao, non solo a Gorizia dormono per strada....a Trieste situazione simile e critica da mesi.. tieniamo alta l'attenzione:

    http://www.repubblica.it/solidarieta/profughi/2014/10/01/news/profughi_afgani_gorizia_trieste-97090586/

    http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Trieste%20la%20piccola%20Lampedusa%20dimenticata.aspx

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