Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'ultima assemblea della Camera prima della caduta del fascismo,il 10/6/41 e la Jugoslavia


Presso gli atti dell'archivio storico della Camera dei Deputati, come disponibili in rete, è possibile leggere il resoconto dell'ultima assemblea plenaria della camera dei fasci e delle corporazioni istituita con la legge n. 129 del 1939 (cfr. ddl n. 2655, Legislatura XIX, Sessione unica). 
Per paradosso, l'ultimo atto pubblico, approvato, disponibile riguarda proprio il Confine Orientale, ove il fascismo ha manifestato tutta la sua più esasperata brutalità, nel nome di quel nazionalismo figlio dell'irredentismo estremo e reazionario che ha cagionato esodi, uccisioni, pulizie etniche nei confronti di migliaia di sloveni, serbi, croati e montenegrini. Jugoslavia che ha esercitato una grande forma di resistenza verso le aggressioni fasciste e naziste, cosa che Mussolini non digerirà, indigestione che ben farà trapelare nel discorso che ora seguirà. 

Il resoconto inizia con la descrizione,scenica e teatrale, dell'entrata del dittatore fascista, Mussolini. 

Si leggerà:“Il Duce fa il Suo ingresso nell'Aula — L'Assemblea scatta in piedi — Anche i presentì nelle Tribune si alzano — Scoppia una impetuosa ardente entusiastica prolungata acclamazione — Grida generali e reiterate dì: Duce! Duce! — Nuovi vivissimi vibranti applausi — Il Presidente ordina il: Saluto al Duce! — La Camera risponde con un solo formidabile : A Noi! — La manifestazione di devozione e di fede, alla quale si associano le Tribune, si prolunga per qualche minuto in un crescendo impressionante di fervore — Il Duce ringrazia salutando romanamente.” 

Il primo atto che verrà approvato riguarderà la Conversione in legge del Regio decreto legge 18 maggio 1941-XIX, n. 452, concernente la sistemazione dei territori della Dalmazia che sono venuti a far parte integrante del Regno d'Italia; Conversione -in legge del Regio decreto legge 3 maggio 1941-XIX, n. 291, concernente la costituzione della provincia di Lubiana. Testo di legge che per essere approvato necessitava della sola acclamazione, cosa che,ovviamente, avverrà. 

Mussolini debutterà dicendo “giornata memorabile e solenne quella odierna: si compie un anno dal giorno della nostra entrata in guerra. Dedicherà spazio alla Jugoslavia, specificando che "la Jugoslavia rivelò attraverso il « colpo di Stato » quali erano i suoi sentimenti reali. La guerra dell'Asse contro la Jugoslavia si rese quindi inevitabile. Gli eserciti dell'Asse agirono di conserva, con rapidità fulminea(...)
fucilazione ostaggi jugoslavi fonte link


Quanto alla Jugoslavia essa rivelò quasi immediatamente l'inconsistenza, e potrebbe dirsi la « falsità »,del suo organismo statale,e quale terzo Stato mosaico creato artificiosamente a Versaglia in funzione esclusivamente antitaliana, cadde, al primo urto, in frantumi. L'esercito jugoslavo, cui gli ambienti parigini e piccolo-intesisti avevano creata una riputazione di « invincibilità », tale che secondo un giornale svizzero avrebbe sbalordito il mondo, si liquefece alle prime battute. Gli inglesi fecero qualche apparizione sui campi di battaglia, ma poi travolti dalle divisioni alpine e da quelle corazzate di Von List, trovarono che anche il suolo ellenico scottava sotto i piedi e abbandonarono – fuggendo al solito « via » mare - la Grecia agonizzante”. Ed ancora che “Gli accordi conclusi con la Croazia vi sono noti, sia quelli politici come quelli territoriali di Fiume ha oggi un retroterra e colla occupazione di tutte le isole del Quarnaro ha una consistenza che le mancava. Il porto di Fiume ha dinanzi a sè sicure prospettive poiché è destinato a servire il retroterra croato e magiaro. Con l'annessione di quasi tutte le isole dell'arcipelago dalmata, con la creazione delle due nuove provincie di Spalato e Gattaro e l'allargamento della vecchia di Zara, fedelissima (Vivissimi prolungati applausi), il problema dalmata può considerarsi risolto, specie tenendo conto che esso deve essere inquadrato nella soluzione del problema della sicurezza adriatica che considero definitiva e in quello dei rapporti stabiliti fra il Regno d'Italia e quello di Croazia, la cui corona è stata offerta a un Savoia-Aosta. (La Camera si alza fra vivissimi generali applausi)”. In merito alla politica interna è significativo il passaggio che riguarda il rapporto con la Germania Nazista :” La collaborazione fra le Potenze del Tripartito è in atto. Ma è sopratutto in atto la collaborazione fra la Germania e l'Italia. (Vivissimi generali prolungati applausi all'indirizzo della rappresentanza diplomatica del Reich). È detto tutto, quando vi dico che noi lavoriamo insieme, marciamo insieme, combattiamo insieme e insieme vinceremo. Il cameratismo delle forze armate sta diventando cameratismo fra i due popoli. Nei suoi recenti discorsi il Fuhrer (La Camera sorge in piedi fra lunghe acclamazioni) ha esplicitamente riconosciuto quali e quanti sacrifici di sangue l'Italia ha affrontato per la causa dell'Asse. Già si delinea quella riorganizzazione del continente che è lo scopo di guerra dell'Asse, riorganizzazione inspirata dai postulati ideali(...)”. (La fine del discorso del Duce è salutata da una interminabile ovazione e da grida generali e sempre più alte di: Duce! Duce! — Il Duce lascia la Tribuna — L'Assemblea intona l'Inno Giovinezza — Il Presidente ordina il: Saluto al Duce! — La Camera risponde come un sol uomo : A Noi! — Il Duce si avvia all'uscita, mentre i Consiglieri nazionali scesi dai loro banchi si affollano intorno a Lui gridandogli la loro fede e la loro devozione). La riunione termina alle 18. E con essa, qualche anno più tardi, terminerà il regime e tutta la sua immensa pazzia criminale.
Marco Barone

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