Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Slot machine il duello su twitter tra Vanetti e la Senatrice Chiavaroli mentre continua il silenzio sul caso Inzoli

In rete accadono cose che voi e noi umani neanche possiamo immaginare, ma esistono. Una esistenza che rischia di essere destinata all'oblio, perché interviene la forbice della censura o peggio ancora quella dell'omertà.  La Senatrice Chiavaroli del NCD è diventata nota in relazione all'emendamento punisci enti locali che contrastano il gioco con le slot machine. Questo era il testo dell'emendamento n° 1150: “In coerenza con il principio di perequazione ed equilibrio finanziari tra livelli di governo, ed in attuazione dello stesso, qualora interventi legislativi regionali ovvero regolamentari di autonomia degli enti territoriali, aventi ad oggetto misure in materia di giochi pubblici riservati allo Stato non coerenti con l’assetto regolatorio statale di settore, determinino nel corso di un esercizio finanziario minori entrate erariali, anche di natura non tributaria, ovvero maggiori spese statali, anche a titolo di eventuale risarcimento del danno nei riguardi dei concessionari statali per la gestione della raccolta dei giochi pubblici, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali a favore delle regioni ovvero degli enti locali che hanno deliberato tali interventi in misura corrispondente all’entità delle predette minori entrate ovvero maggiori spese. Le riduzioni cessano a decorrere dal momento nel quale tali interventi legislativi e regolamentari sono abrogati o revocati o comunque modificati in modo tale da risultare coerenti con l’assetto regolatorio statale in materia di giochi pubblici”.

Dopo le comprensibili e giuste critiche, alla prima firmataria di quell'emendamento il giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo il 19 dicembre 2013 poneva questa considerazione: "Ma se gli enti locali proveranno a ridurne il numero mettendo un freno alle sale gioco, verranno penalizzati con minori trasferimenti dallo Stato". 
Così rispondeva la Senatrice: “Il mio emendamento è una norma tampone, emergenziale. Se Comuni e Regioni fanno normative stringenti nei confronti di chi, dopo aver ottenuto le concessioni, deve materialmente dotarsi delle attrezzature e dei locali per usufruirne, si rischia di ingenerare un contenzioso tra lo Stato e i concessionari e inoltre si mettono in pericolo le entrate sulle quali poggiano le spese pubbliche” . Passano i mesi, ma certe cose non si dimenticano. E non le dimentica sicuramente Mauro Vanetti, blogger, attivista che ha pubblicato nel novembre del 2013 un libro collettivo contro il gioco d'azzardo, Vivere senza slot“Nel cuore della ricca e alacre Lombardia, Pavia è considerata “la capitale italiana delle slot machine”. Qui la crisi colpisce duro: emergenza casa, emergenza lavoro, emergenza ‘ndrangheta ed emergenza slot” 

Mauro Vanetti invia un tweet al Meeting di Rimini balzato agli onori della cronaca della controinformazione in merito al silenzio incredibile emerso sul caso Inzoli. Il collettivo Wu Ming è da settimane che batte questo chiodo cercando di frantumare il muro dell'omertà.
Questo si leggerà in un post pubblicato recentemente su GIAP“Il 27 giugno 2014 la stampa di Crema dà una notizia-bomba… che però rimane inesplosa: dopo una prima sentenza risalente al 2012, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha condannato in secondo grado per abusi su minori monsignor Mauro Inzoli, già presidente del Banco Alimentare e vicepresidente della Compagnia delle Opere, più volte mattatore al Meeting di Rimini nonché – si è scritto da più parti – confessore di Roberto Formigoni. Inzoli era soprannominato «don Mercedes» perché amante del lusso e dei macchinoni, nella più pura osservanza dello stile evangelico. Se oggi tornasse tra gli uomini, lo stesso Gesù si sposterebbe in Porsche. Particolare importante, a Crema don Inzoli aveva fondato l’associazione «Fraternità», per anni affidataria di molti minori soggetti a tutela. In rete, riferimenti a sue (presunte) molestie nei confronti di minori risalgono almeno al 2007 e nessuno li ha mai rimossi. Da quella condanna è trascorso quasi un mese, e l’informazione su questa storia, che pure sarebbe di portata nazionale, l’hanno fatta quasi solo la stampa locale di Crema e Cremona (come se Inzoli fosse un qualunque prete di provincia e non uno dei più importanti capi di CL!) e i non molti giornalisti freelance che ne hanno scritto in rete (il primissimo è stato Mazzetta). Per quanto riguarda i giornali nazionali, è uscito prima un articolo – purtroppo poco attento ai veri nodi della questione, per questo lo abbiamo criticato – sul Fatto Quotidiano, poi uno sul Manifesto, a nostro avviso meritorio perché collegava la vicenda Inzoli ad altri sommovimenti nel mondo ciellino di cui i media non stanno rendendo conto. Sì, perché siamo di fronte a un silenzio agghiacciante dei grandi mezzi di informazione, che pure sono stati più e più volte sollecitati a occuparsene. Per settimane svariati lettori hanno mandato link su Inzoli e segnalato la vicenda a decine di opinion-maker e direttori di testate. Risultato? Altri mattoni nel muro di silenzio. Zero righe su Repubblica; un solo trafiletto sulle pagine cremonesi del Corriere, niente su quelle nazionali; niente sulla Stampa; zero minuti alla Rai”.

Insomma Vanetti così scrive il 18 agosto 2014: Ciao @MeetingRimini, è un caso che al #Meeting14 con sponsor SISAL e Lottomatica ci sia la Sen. @FedeChiavaroli dell'emendamento salvaslot?

Risponderà la Senatrice Chiavaroli in questo modo: @maurovanetti Vado al meeting con l'intergruppo sulla sussidiarietà e con il salva slot non c'entro nulla come già spiegato a suo tempo

Vanetti allora rilancia scrivendo: Devo dedurne che l'emendamento al salvaRoma a nome @FedeChiavaroli fosse farina di un altro sacco? E di quale sacco? Chi c'era mai dietro?

La Senatrice replicherà scrivendo: @maurovanetti domanda intelligente rileggi le cronache di quei giorni c'è tutto...

Il filo della pazienza inizia a cedere e Vanetti metterà per inciso:
Se @fedechiavaroli fa emendamenti pro-azzardo e va ai meeting sponsorizzati da SISAL e Lottomatica è una nostra avversaria. 

La Senatrice cercherà di giustificarsi invocando prima il principio della inesperienza e dell'incidente:
@maurovanetti @mazzettam non è così a maggior ragione dopo il brutto "incidente" nel quale sono incappata per inesperienza

Vanetti invocherà le dimissioni: .@fedechiavaroli Se non sai fare la senatrice forse è meglio che dai le dimissioni, ti paghiamo per leggere quello che firmi.

E la Senatrice passerà dall'errore di percorso all'eccesso di fiducia:@maurovanetti diciamo meglio per eccesso di fiducia comunque sono al fianco di chi lotta contro il gioco puoi crederci o no ma è così

Ora ognuno tragga le sue conclusioni. A prescindere dal caso specifico una breve riflessione voglio però farla e dunque la scrivo. Esiste, da tempi senza più tempo, una tecnica, correlata a certi e dati business che la si può spiegare brevemente in questo modo: prima introduci le droghe, e poi dovendo pur curare le persone in qualche modo, perché la droga viene reputata come dannosa perché dannosa ed il danno deve pur essere curato è necessario ricorrere a farmaci o cure variegate per salvarle dalla dipendenza. Si innesca così un doppio business quello diretto della droga e quello indiretto dell'antidroga. Sarà anche questo il caso della ludopatia? O meglio, come mi ha suggerito via Twitter,  senzaslot.it, della azzardopatia?




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