Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Un salto a Torviscosa,una cittadina del FVG, dove l'architettura del ventennio ancora vive


Torviscosa aderisce all'Associazione Nazionale delle Città di Fondazione, istituita nel 2009 insieme alla Provincia di Latina e ai Comuni di Tresigallo (FE), Predappio (FO), Alghero-Fertilia (SS), Arborea (OR), Argenta (FE), Aprilia (LT) e Sabaudia (LT). Associazione che ha lo scopo di salvaguardare l'architettura delle città fasciste. L'attuale cittadina del Friuli, nacque tra il 1937 e 1938, dopo una imponente opera di bonifica e la sua importanza era dovuta alla fabbrica, quale la SNIA Viscosa, per la produzione e la lavorazione di fibre vegetali da cui ricavare la cellulosa.  Ed intorno a quella fabbrica, è nata la città. Case per dirigenti, case per operai, case per impiegati, strade ed edifici squadrati, con i colori tipici del fascismo, bianco o marrone, con quella funzionalità che era proprio di quel tempo. 








Ordine, silenzio e disciplina regnano ancora per le strade di Torviscosa, ove anche le costruzioni moderne non hanno compromesso l'architettura originaria della cittadina. Tra la fabbrica imponente, costeggiata dalla torre cittadina, a forma di T, ed il teatro ed il ristoro, con le tipiche scritte fasciste, simboli fascisti,monumenti fascisti, si pone il viale, costeggiato da statue che ricordano la romanizzazione nel fascismo e che si congiunge idealmente ad un piccolo Colosseo moderno, il campo sportivo.







Un viale, che ricorda per alcuni aspetti quello della Conciliazione di Roma, per la cui costruzione sono state sfollate centinaia di famiglie e mandate a vivere in case di pessima qualità nella prima periferia romana, senza dimenticare tutte le difficoltà che hanno dovuto vivere, a partire dall'incremento della distanza dal proprio luogo di lavoro. Ma al fascismo questo poco importava. Sventrare le città, per coltivare quella modernità, che in verità era tipica anche di una parte dell'Europa, per esaltare la propria potenza, il senso di grandezza, per marchiare nei giorni che verranno il tempo in modo indelebile. E così è stato. E' una cittadina sicuramente da visitare, con occhio e sguardo critico, per capire cosa fosse il fascismo a livello di architettura ed il senso dell'inquietudine certamente ti sfiorerà. E' interessante notare, tra le varie cose, come presso l'edificio fascista del Comune, esistono due targhe commemorative. Una, con il linguaggio retorico nazionalistico che ricorda tutti i caduti per la patria, ben conservata e tenuta, ed accanto, per una sorta di compensazione, vi è una targa che ricorda i partigiani, però è  praticamente illeggibile.



Una cittadina devota a Marinotti, fondatore di Torviscosa, a cui è dedicato un piazzale, un monumento. Nell'enciclopedia Treccani si legge:  "Iscritto al fascio di Vittorio Veneto dal 28 ott. 1922, tra il 1935 e il 1938 era stato vicepodestà di Milano, nel 1938 preside della Provincia di Milano, dal 1939 consigliere nazionale e, nel 1940, primo podestà di Torviscosa. Decisamente contrario all’ingresso dell’Italia in guerra a fianco dell’alleato tedesco ( nazista ndr), prese posizione comunicandolo a Mussolini con una lettera nel 1940.  Dopo il 25 luglio 1943, il M. inviò un telegramma di felicitazioni al nuovo capo del governo maresciallo P. Badoglio. Nel periodo a ridosso dell’8 settembre e durante l’occupazione tedesca( nazista ndr), fu nominato responsabile per l’Italia della produzione di fibre tessili artificiali e si impegnò con le autorità germaniche a mantenere gli impianti della SNIA in piena efficienza e a fornire prodotti tessili secondo quote prestabilite. Arrestato il 3 marzo 1944 da uomini della Repubblica sociale italiana (RSI) fu trattenuto in carcere 21 giorni; nel settembre 1944, lasciò l’Italia per raggiungere il figlio Paolo in Svizzera. Nel periodo trascorso in Svizzera, il M. ebbe contatti con esponenti della RSI, con i Tedeschi, ma anche con gruppi partigiani, rientrando in Italia in diverse occasioni: in particolare, negli ultimi mesi di guerra attraversò la frontiera per incontrare il capo della polizia (SIPO) e dei servizi di sicurezza (SD) tedeschi in Italia, il generale W. Harster, che gli propose di fungere da intermediario con gli Alleati, per definire un’eventuale resa delle truppe tedesche; il M. accettò l’incarico e successivamente prese contatti con il console generale inglese in Svizzera, ma la proposta tedesca fu respinta." 

Ha subito l'epurazione, ma durò poco, venne presto riabilitato dal capitalismo italiano. É stato nominato, il 19 aprile del 1937, cavaliere del lavoro, ed oggi si leggono le seguenti note nel sito dedicato ai cavalieri del lavoro: “Uomo di grande intuizione, poeta e pittore, esordì nel 1911 nel settore dell'industria tessile, quando, per sostenere la propria famiglia, entrò come semplice impiegato nella Filatura cascami seta. Dopo un soggiorno in Russia durante la guerra, rientrò in Italia. Appoggiò l'iniziativa della Cice - Compagnia italiana commercio estero, di cui rimase per otto anni direttore generale. In tale ruolo fu il fautore degli scambi italo - sovietici. Nel 1929 fu chiamato alla guida della Snia, il complesso tessile allora in piena crisi. Fra il 1930 e il 1936 la produzione, sotto la sua guida, passerà da 11.500 a 47.000 tonnellate. Dopo la pausa della seconda guerra mondiale, in cui riuscì a salvare operai e attrezzature, tornò alla guida del gruppo. Promosse nuove aziende, quali la Terra Apuliae e la Siace. Tra i suoi prodotti, ottenuti con varie iniziative industriali in Italia e all'estero, vi erano fiocco, lanital, poi chiamata merinova, cellulosa per rayon, lilion e rilsan”.

Ovviamente nessun riferimento alla sua adesione al fascismo. Eppure, per esempio, Mussolini lo loderà pubblicamente il 21 settembre 1938 definendolo come un buon soldato poiché il Marinotti ha eseguito le sue “direttive in modo fedele e intelligente” riferendosi alla celebrazione dell'autarchia della cellulosa nobile e qualche anno più tardi, esattamente il 20 novembre del 1940 lo stesso Marinotti invierà un telegramma pubblico a Mussolini per compiacersi del successo dell'autarchia salutando con un “devotamente Marinotti” il dittatore fascista. Nel 1954 l’Università di Milano gli conferì la laurea honoris causa in scienze agrarie. La locale scuola, in tipico stile fascista, è dedicata a Resi Marinotti, terzogenita di Franco Marinotti, nacque nel 1934 e morì l’anno successivo a poco più di un anno di età.  

E' interessante notare come anche, una delle poche sculture moderne, lì rintracciabili, si pone in linea, senza creare turbamento alcuno, con l'architettura fascista di Torviscosa e non a caso è dedicata ad Atena.


Marco Barone

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