Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Né con Hamas né con i sionisti, fermate il genocidio contro i palestinesi

Per genocidio si intenderebbero quella serie di atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico,razziale o religioso. La striscia di Gaza è sotto costante assedio. La comunità palestinese è soggetta, in modo metodico, da anni, ad atti finalizzati a sradicare il loro insediamento da quella piccola e sottile fetta di terra che determina, in un certo senso, l'equilibrio tra Occidente ed Oriente. Cannonate e bombe, contro razzi e pallottole, ruspe e distruzione, contro sassi e grida. Davide è diventato come e peggio di Golia e questo Golia uccide in modo sostanzialmente incontrastato. E' in corso un mero genocidio, il mondo occidentale, che spinge la bilancia verso il proprio equilibrio che determinerà lo squilibrio ai danni della comunità palestinese, è semplicemente e volutamente complice di tutto quello che ora accade. Le soluzioni non sono certamente le guerre, ma in casi diversi e similari è bastato molto meno per invadere cielo e mare e terra con armi e caos per le così dette guerre umanitarie. Le guerre umanitarie non esistono, il concetto di guerra è incompatibile con il concetto di umanitario. Neologismi finalizzati a legittimare odio, violenza e potere, ovvero l'esistente. Né con Hamas né con i sionisti, fermate quel genocidio. Ma non basterà fermare quel genocidio, andranno puniti, severamente, anche i responsabili di tutto ciò. Ma chi mai potrà punire? Il sistema occidentale, di cui noi siamo parte integrante, dovrebbe processare e condannare se stesso? Stiamo assistendo, senza poter nulla fare, oltre che a manifestare azioni di solidarietà, ad una violenza inaudita ma reale,tetra, becera,degna dei peggiori regimi dittatoriali. Il senso dell'impotenza è una grande sofferenza. Ma il senso dell'impotenza non deve favorire la rassegnazione e neanche l'accettazione di tutto ciò che ora non casualmente accade. Ogni atto ha una sua causa, ogni causa è determinata perché ragionata od indirizzata verso i propri fini ed interessi. Fini ed interessi dicono che la Striscia di Gaza non deve essere palestinese. Né con Hamas né con i sionisti. Nazionalismi reazionari avvolti  e coinvolti spesso dal velo della religione, trovano la loro legittimazione in quella architettura che disegna con la matita del grande potere occulto Stati nati per essere espressione non di condivisione e di fratellanza, ma definizione di divisione e dominio verso i più deboli.  Né con Hamas né con i sionisti. In ogni caso si deve stare attenti a non cadere nella genericità della colpevolezza. Tanti colpevoli per non aver nessun colpevole, perché il senso della indeterminatezza auto-assolverà il sistema.


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