Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'Invalsi ed il concetto di ordine e silenzio

Se per datore di lavoro si intende colui che ti impone direttive, organizza l'orario di lavoro e determina l'organizzazione del lavoro, per quanto concerne le prove Invalsi, si verifica una sorta di commistione tra la scuola e l'ente esterno di ricerca quale l'Invalsi. Nessuna discrezionalità, nessun margine d'intervento, sussiste, stando alle indicazioni nazionali fornite dall'Invalsi, per l'esplicazione delle citate prove. A volte si cade proprio nel ridicolo, un ridicolo che offende l'intelligenza anche di chi opera nella scuola. Per esempio il caso della penna rossa, quando si scrive in tono perentorio, con riferimento alla prova nazionale per l'esame della scuola secondaria di primo grado che “Il Presidente di Commissione vigila che al momento della correzione della Prova nazionale nessun membro della commissione abbia sul tavolo penne a inchiostro diverso dal rosso”. E se un membro della commissione ha sul tavolo una penna ad inchiostro diverso dal rosso? Dovrà essere sanzionato? E' illecito disciplinare? Follia reale. Come è noto a partire dall'anno scolastico 2007-2008, al termine della scuola secondaria di primo grado e all'interno dell’esame di Stato, si svolge la cosiddetta Prova nazionale. Tra le varie indicazioni si sottolinea che il giorno della somministrazione è opportuna la presenza in aula di insegnanti che non siano della disciplina oggetto della prova né docenti di classe per vigilare sugli studenti assicurando ordine e silenzio in aula, ma anche che l’organizzazione della correzione della Prova nazionale è definita dalla Commissione di esame che verbalizza le decisioni assunte. È tuttavia necessario adottare le misure previste dall'Invalsi per garantire l’affidabilità dei dati trasmessi . Non esistono margini d'interpretazione, non esistono margini di libertà di valutazione, neanche per le risposte aperte. Teoricamente potrebbero essere anche docenti di materia diversa chiamati a riportare i dati nelle maschere di correzione. Questo perché il ruolo del docente, sia esso di italiano che matematica, in tal caso, è praticamente inutile, poiché si deve attenere alle risposte od indicazioni già preventivamente fornite. E che dire del fatto che devono essere  presenti, durante lo svolgimento della prova, docenti che non siano della disciplina oggetto della prova né docenti di classe per vigilare sugli studenti assicurando ordine e silenzio?E' l'Invalsi che organizza il rapporto di lavoro all'interno della scuola in quelle giornate, è l'Invalsi che fornisce direttive, è l'Invalsi che fornisce le risposte alle sue domande, è l'Invalsi che impone ordine e silenzio. Insomma si annulla l'autonomia della scuola, si annulla la libertà di valutazione, si annulla la libertà di organizzazione, si annulla il rapporto di subordinazione con il proprio diretto datore di lavoro nel nome dell'ordine e del silenzio. Tradotto in lettere, nessuna consapevolezza critica, nessuna libertà di valutazione, d'interpretazione,nessun rumoroso dissenso,nessuna autonomia ed indipendenza, solamente ordine e cupo silenzio.


Marco Barone


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