C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

D'Annunzio ed il Vittoriale, il fascismo ed alcune “omissioni” nel suo atto di donazione

Nella seduta di Giovedì, 4 dicembre 1930, verrà approvata, dal Regno d'Italia, tramite il Capo del Governo, primo ministro segretario di Stato, Mussolini, il ministro della giustizia e affari di culto, Rocco, il ministro delle finanze, Mosconi, il ministro dell'educazione nazionale, Giuliano, la "Conversione in legge del R.D.L. 6 novembre 1930, n. 1518, relativa alla Convenzione stipulata il 4 ottobre 1930, tra lo Stato e Gabriele D'Annunzio, riguardante il 'Vittoriale'". 
In tale seduta verrà riportata la versione definitiva ed integrale ed integrata, da parte dello stesso D'Annunzio, con atto preceduto da questo testo: “Il Comandante Gabriele D'Annunzio Principe di Montenevoso ha dichiarato” e con la firma finale “dichiarazione del Vittoriale del 1930” della sua dichiarazione che riguarderà la donazione del Vittoriale con tutti gli annessi e connessi. 
La cosa che interessa è che in rete, anche nel sito del Vittoriale, alla voce dedicata alla dichiarazione della donazione, si riporta solo la parte originaria della donazione, quella del 1923 e non quella definitiva ove emergono delle questioni interessanti. 
Per esempio si leggerà che: “ Insomma, come scrissi al mio Compagno d'armi e Capo del Governo Benito Mussolini, fin dal dicembre 1923, io donai e dono il Vittoriale agli Italiani « considerandolo un testamento d'anima e di pietra, immune per sempre da ogni manomissione e da ogni intrusione volgare »”.
Quindi, D'Annunzio, definisce Mussolini suo Compagno d'armi, nulla di straordinario, ma nei testi disponibili in rete, di questo passaggio non vi è traccia. Oppure, scriverà, D'Annunzio, sempre nel testo citato: “ Atto pubblico di donazione, che fu poi registrato in Brescia addì 3 gennaio 1924 col numero 2345 E per gran ventura ebbi testi Costanzo Ciano di Cortellazzo mio maestro di insidie notturno e il mutilato Giovanni Giuriati mio destro braccio fiumano”. Piccolo particolare, Giuriati sarà ministro durante il regime fascista ed anche segretario nazionale del PNF, mentre Ciano sarà ministro delle Poste sotto il regime Fascista presidente della  Camera dei Fasci e delle Corporazioni e padre del più noto Galeazzo Ciano. Infine, è il caso di precisare che il Vittoriale, come si evincerà nel testo della Convenzione, all'articolo 3, non verrà donato solo al popolo italiano ma anche alle Autorità dello Stato italiano e le Autorità dello Stato italiano di quel tempo erano ovviamente quelle fasciste.
Giusto per non dimenticare od omettere passaggi fondamentali per inquadrare il tutto nel giusto contesto.



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