
12 voti a favore( Pd e Prc), alcune astensioni con
uscita dall'aula da parte dell' area centrodestra, ed alle ore 17.15 del 14 aprile 2014 la città di
Ronchi delibera la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini,
come conferita
il
17 maggio del 1924 dal Consiglio Comunale a maggioranza fascista in seduta straordinaria. Quasi
due ore di dibattito per approvare la mozione come presentata dal
consigliere di Rifondazione Comunista, su impulso dell'iniziativa
come avviata dal gruppo Ronchi dei Partigiani ( questo il link per
maggior approfondimento)e come accolta dal Sindaco di Ronchi. Erano
forse decenni che nel Comune di Ronchi non si assisteva ad una
presenza di forze dell'ordine così significativa come quella odierna, sia all'interno che all'esterno del palazzo municipale, ciò perché
un gruppetto di neofascisti ha
organizzato un presidio rivendicando, tra le varie cose, che “Mussolini rimarrà sempre
cittadino onorario”. Neofascisti che sono entrati dentro l'aula per ascoltare la discussione e
dopo un breve momento di disturbo, tanto che il Sindaco ha intimano
loro che al prossimo “basta” li avrebbe fatti uscire,
dopo l'approvazione della revoca, sventolando il tricolore, hanno urlato vergogna
uscendo dal palazzo comunale. Unica
nota stonata e vergognosa, questa sì, di una giornata che rimarrà indelebile nella storia e nella memoria di Ronchi.
Diversi
interventi, alcuni di buon spessore storico e culturale ed
antifascista, come quello della consigliera Cuzzi; tra le varie cose è stato anche ricordato che la cittadinanza onoraria a Mussolini è stata conferita nel periodo che ha anticipato di poco l'uccisione di
Matteotti. Da evidenziare l'intervento di Bon, consigliere di Rifondazione, il quale ha
presentato la richiesta formale di revoca della cittadinanza onoraria
motivando l'incompatibilità assoluta di tale onorificenza con la
storia della resistenza come vissuta dalla comunità di Ronchi, cosa che verrà sostenuta anche da alcuni consiglieri del PD intervenuti durante il dibattito. Interessante anche l'intervento del Sindaco il quale ha ben sottolineato l'importanza della
memoria storica.
D'altronde,
questa iniziativa, oltre che restituire anche dignità alla città di
Ronchi, non solo tramite un gesto che non è burocratico, perché qui non è di burocrazia che si parla, ma di mera espressione di sostanza antifascista,
ha avuto il merito di rispolverare una pagina di storia che oggi
molte generazioni non conoscono o conoscono solo in modo altamente
nozionistico e superficiale. Probabilmente
era sfuggito o si sarà perso negli archivi, in passato, l'atto di riconoscimento della cittadinanza onoraria a
Mussolini, e mi riferisco alle giunte che si sono insediate dopo la
fine della seconda guerra mondiale, ma una volta che
tale ignominia è venuta alla luce procurando un variegato dibattito pubblico, l'unica cosa che si poteva fare era
revocarla, e così è stato anche a Ronchi e così probabilmente accadrà nei comuni del Friuli Venezia Giulia e d'Italia che mantengono ancora la cittadinanza onoraria a Mussolini, questione su cui l'ANPI effettuerà le dovute verifiche. Da segnalare,
infine, l'intervento di un consigliere di Città
Comune, che all'atto della votazione si è astenuto uscendo dall'aula, nel passaggio in cui ha evidenziato che D'Annunzio è "stato
l'ideologo del fascismo", e che in sostanza essendo Ronchi, Ronchi dei
Legionari, ovvero denominazione dedicata all'impresa di occupazione
di Fiume, non si poteva cambiare la storia revocando la cittadinanza a Mussolini. Come
è noto, quella di D'Annunzio, a Ronchi almeno, non è una figura condivisa ed amata,
basta pensare alla vicenda del monumento ai Legionari, oppure alla via D'Annunzio, che da molti
cittadini di Ronchi viene ancora oggi chiamata come via Trieste, il
suo originario nome, almeno a fare data dall'Impero Austro Ungarico, oppure tutti quelli che, e sono tanti, chiamano Ronchi dei Legionari, semplicemente Ronchi, omettendo, volutamente, dei Legionari.
Insomma,
12 voti per revocare il revocabile, 12 voti nella storia in movimento, 12 voti per chiudere un capitolo di una storia complessa e dolorosa, e Ronchi è da oggi, anche se tecnicamente lo sarà dal 21 aprile, giorno in cui verrà pubblicata
la delibera, Città formalmente demussolinizzata.
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