Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La Commissione Europea pone sotto vigilanza l'Italia


Con un rapporto conciso ed eloquente, pubblicato il cinque marzo 2014, la Commissione Europea attesta che l'Italia, insieme a Slovenia e Croazia, sta vivendo squilibri macroeconomici eccessivi, che richiedono un monitoraggio specifico e forte azione politica. La Commissione effettuerà il monitoraggio specifico delle politiche raccomandate in Italia dal Consiglio nel quadro del semestre europeo, e riferirà regolarmente al Consiglio e l'EurogruppoDunque nuove raccomandazioni si apprestano ad arrivare, nuovi paletti, nuove misure che rischiano di far implodere un Paese semplicemente sprofondato nella palude da cui non riesce ad uscire. Per la Commissione Europea l'Italia deve affrontare il livello molto elevato del debito pubblico e la competitività esterna debole, entrambi sono in ultima analisi, radicati nella crescita prolungata della produttività stagnante e richiedono attenzione politica urgente. La necessità di un'azione decisa per ridurre il rischio di effetti negativi sul funzionamento dell'economia italiana e della zona euro, è particolarmente importante date le dimensioni dell'economia italiana. Più in particolare, l'elevato debito pubblico pone un pesante fardello per l'economia, in particolare nel contesto di una crescita cronicamente debole e l'inflazione contenuta. Nel 2013, scrive la Commissione “l'Italia ha fatto progressi verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Tuttavia, l'adeguamento del saldo strutturale nel 2014, come attualmente previsto appare insufficiente, vista la necessità di ridurre l'enorme debito pubblico ad un ritmo adeguato”.
La Commissione ricorda che crisi ha eroso la resistenza iniziale del settore bancario italiano e indebolisce il suo ruolo, peccato che questa crisi nasca proprio dal sistema bancario,dal sistema delle speculazioni di carattere finanziario. “ La perdita di competitività è radicata in un continuato disallineamento tra salari e produttività”, scrivere ciò significa rivedere il sistema delle retribuzioni in Italia agganciandolo al meccanismo della produttività, ma parla anche di “ rigidità di determinazione dei salari” che “ostacolano la effettiva crescita delle imprese. Dunque si andranno a colpire i meccanismi di retribuzione, e ciò non lascia intravedere nulla di positivo. Per gli Stati membri con squilibri eccessivi ( Croazia, Italia e Slovenia ), nonché per l'Irlanda, la Spagna e la Francia la Commissione effettuerà, dunque, un monitoraggio specifico dell'attuazione politica e riferirà regolarmente al Consiglio e l'Eurogruppo come appropriato. Per la Spagna e l'Irlanda , questo si baserà sulla loro sorveglianza post programma. 



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