La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Trieste: Magazzino 26, che sia il museo che ricordi l'odio verso le comunità slavofone




L'irredentismo reazionario che ha aperto varchi enormi al fascismo, e che è sfociato in irredentismo fascista subito dopo la prima guerra mondiale con anche gli effetti conseguenti all'Impresa di Fiume, ben ricordando che D'Annunzio, il poeta amante delle guerra, definiva come schiaveria bastarda i croati, trovava forza sostanzialmente in tre principi, nella presunzione di superiorità, della famigerata civiltà italica,  nella geografia fisica risalente al 27 a.C. circa, e nelle ragioni economiche e capitalistiche. Le vicende del Confine Orientale sono state complesse, il fascismo orientale, nato come evoluzione dell'irredentismo reazionario, è stato il male nel male, un male che ancora oggi non si vuole,salvo le dovute e rare eccezioni, pienamente svelare,capire, comprendere, analizzare e denunciare. Comunità, prevalentemente slovene e croate,serbe, hanno subito violenze, umiliazioni, uccisioni, stupri, fucilazioni, rastrellamenti, per mano di criminali di guerra italiani rimasti impuniti. 

A titolo esemplificativo basta pensare alla recinzione di tutto il perimetro della città di Lubiana, alle fucilazioni realizzate dal Regio Esercito italiano, al rastrellamento di oltre 4 mila civili, ai campi di concentramento in terra italiana, rimossi e dimenticati, come Gonars o Visco, a quello noto di Arbe, campo di sterminio italiano, ove il tasso di mortalità era superiore al 15% rispetto a quello del lager nazista di Buchenwald , uno dei più vasti di quelli situati sul suolo tedesco. I fascisti avrebbero voluto spazzare via intere civiltà definite barbariche, se non ci riuscirono fu solo per carenza di organizzazione e non per mancanza di volontà. Se i criminali di guerra italiani rimasero impuniti fu solo per evitare l'intera decapitazione del corpo militare italiano e ciò accadde con il sostegno determinante degli Usa,Francia ed Inghilterra che per ragioni geopolitiche,che ancora una volta hanno prevalso nei confronti del rispetto della dignità umana, della vita umana, hanno deciso di far passare alla storia solo i tedeschi come i responsabili di ogni male e gli italiani responsabili di ogni nefandezza ancora una volta se la cavarono come brava gente. Bravi manzoniani, forti con i deboli, codardi con i forti, traditori ed opportunisti. Le leggi razziali in Italia, prima di essere annunciate a Trieste da Mussolini, furono in sostanza anticipate proprio contro queste comunità, con i violenti processi dell'italianizzazione.


 Il giorno del ricordo parla delle vicende complesse del confine orientale, è giunto il momento per Trieste di restituire la giusta dignità a quelle comunità che hanno sofferto immani violenze, il magazzino 26 può diventare un centro di raccolta di tutta quella documentazione che possa dimostrare, mostrare ed evidenziare a chiunque cosa l'Italia ha fatto e cosa l'irredentismo reazionario ha partorito. E' a parer mio atto dovuto e necessario contro ogni processo di mistificazione storica e della verità, una verità che ancora oggi è scomoda per molte realtà cittadine ma anche nazionali di stampo nazionalistico. Anzi, a dirla tutta, sarebbe anche il momento di rivedere la toponomastica cittadina, e di rimuovere l'intitolazione di alcune vie, ma anche di alcuni busti, dedicati ad alcuni esponenti di quel movimento irredentista reazionario che è stato precursore del fascismo.





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