La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Tracce della strategia della tensione, di Claudia Cernigoi



28 maggio 1974. Una bomba. Otto persone uccise, 108 ferite. Brescia, la strage di piazza della Loggia. Il 21 febbraio 2013, nel giorno in cui l'attenzione mediatica è focalizzata sul toto ministri di Renzi, accade che il processo di quella strage si riapre. Evento da prima pagina, ma non è così, almeno in Italia. Pubblico ora uno studio, un dossier, ben fatto, di Claudia Cernigoi, disponibile per la prima volta in PDF, che affronta il periodo della strategia della tensione e che passa sempre da quella Trieste tanto misteriosa quanto inquietante.

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