A quanto pare le così dette “bombe”,
che poi bombe non sono, ma semplici anche se potenti bottiglie
incendiarie, Molotov, vennero usate per la prima volta nella guerra
spagnola contro i mezzi corazzati sovietici da parte dei franchisti.
E la storia in un qualche modo si ripete. Quello che accade in Ucraina è di
difficile comprensione. Prima le rivolte di piazza Maidan iniziarono
per chiedere l'entrata in Europa, poi intervenne dal carcere
l'ambigua Tymošenko
sostenendo le lotte dei nazionalisti filo europeisti, poi la strana
chiamata alle armi che arriverà in modo forse non poi tanto
sorprendente dalla piazza di Kiev, e che passerà quasi inosservata, e poi la lotta si sposterà sul
vero scopo, non l'Europa, che è stata solo una sorta di sterile alibi
iniziale, ma abbattere il regime vigente accusato
di dittatura, oppressione e di aggredire con violenza i manifestanti, per istituire un governo "amico". Amico di chi è da capire.
Si è creata una coalizione che ha visto neonazisti armati e che
sparano e che ammazzano con una variegata componente della piazza. Uniti nella violenza armata per
raggiungere lo stesso scopo, far cadere questo governo, poi quello
che sarà si vedrà. Europa made in Usa, o Russia. La palla tornerà
al centro, tra gas, ricatti ed instabilità. E' difficile prendere
posizioni in questo caso. Non si può certamente essere a sostegno di
un sistema che vive di corruzione, ma non si può neanche essere a
sostegno dei neonazisti, che comunque sono uno strumento utile ad una
causa più grande ed al momento opportuno verranno probabilmente
spazzati via. La cosa che inquieta è, nel vedere i video di quella
piazza trasformata in trincea permanente, con la voce di canti
religiosi che si diffondono conferendo una sorta di atmosfera ancora
più spettrale al tutto, per non parlare dei continui colpi di armi
da fuoco incessanti, il fatto che la violenza dei neonazisti sia
sostenuta dalle forze così dette democratiche ed occidentali.
Guardano allo scopo sorvolando sui mezzi. E ciò deve indignare più
di ogni altra cosa. L'Ucraina è già divisa e spaccata in
due, forse dopo questi giorni di lotta che non casualmente si
verificano mentre si svolgono le olimpiadi invernali di Sochi, il
quadro sarà ancora più chiaro, probabilmente con la nascita di un
nuovo governo. Intanto la Russia continua a vendere
armi, continua a rinforzare il proprio esercito investendo miliardi
di euro, a rinnovare le proprie tecnologie militari, così come
continuano a farlo le forze occidentali. Armarsi per cosa? Il mondo è
instabile, l'Europa, nata male per morire malissimo, è al bivio
della sua sopravvivenza, e l'Ucraina, così come accaduto in Libia,
Egitto o Siria, è un campo conteso e sperimentale utile per il
conseguimento di equilibri politici ed economici significativi. Certo
la gente muore e creperà ancora, ma, come la storia ha insegnato, la
cultura del martirio è funzionale a ciò. Comunque sia, tutto quello che ora accade in Ucraina ti lascia con una strana sensazione, con l'amaro in bocca e con quel senso di mera impotenza che ti spinge a pensare ad altro. Ma non si può rimanere indifferenti.
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