Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'ex carcere di via Tigor di Trieste




La salita di via Tigor, a Trieste, è circondata da possenti muri che lasciano correre e scorrere la bora che a volte tra ululati e raffiche violente muta quel luogo in un posto a dir poco inquietante. Già perché proprio in via Tigor sussiste ancora la vecchia ed ora abbandonata struttura carceraria. Doveva diventare un albergo a 4 stelle, nel 2006 si prevedeva anche il costo del pernottamento, si parlava di circa 160 a euro a notte. La burocrazia ha fermato il tutto e quel luogo è ancora lì immerso in una vegetazione che lentamente si è ripresa i suoi spazi, tra muri alti e possenti, con i tradizionali pezzi di vetro che fungono da antifuga o antientrata. Cosa sarà rimasto dell'ex carcere questo non so ben dirlo, però una struttura del genere potrebbe avere mille destinazioni d'uso.

Per esempio accogliere un polo museale sul carcere, raccogliere mostre e manufatti realizzati dai carcerati di tutta Italia, opere letterarie, studi e ricerche ed esperienza di non libera vita all'interno di quel luogo che avrebbe lo scopo di favorire il reinserimento sociale dell'individuo, ma fin dalla sua istituzione il carcere ha sempre fallito. Potrebbero i detenuti del Coroneo fungere da guida. Si potrebbe far vedere alla gente comune cos'è il carcere come struttura ed architettura, ricostruire in modo fedele quello che è stato il carcere di via Tigor quando era adibito a tale funzione, un pezzo di storia unica, che possa conferire insegnamento e memoria e testimonianza per le generazioni che verranno. Oggi quel luogo è frequentato solo da gabbiani o gatti, liberi di entrare ed uscire, liberi di andare oltre ogni muro e barriera. Un cielo dai colori sempre più intensi, il silenzio di un rione triestino, sospiri ed abbagli in una vita che persevera nell'errare, volterai le spalle ma quelle mura sono e rimarranno ancora là sino all'inesorabile logoramento di un tempo senza più idee.


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