Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Monfalcone: continuano gli attacchi in rete contro i bengalesi



Internet è una grande risorsa, un luogo ove è facile manifestare, senza inibizione, il proprio pensiero. Però, ecco il però, quando si scrive in luoghi pubblici, in gruppi pubblici ed aperti, su blog, siti internet accessibili alla comunità virtuale, la manifestazione libera del proprio pensiero deve sapere che esistono delle regole, regole di civiltà, regole di buon senso, regole di rispetto della dignità altrui. Eppure ciò viene spesso ignorato, anzi, si è convinti che tramite internet, solo perché realtà virtuale, ma in verità più reale di ogni realtà quotidiana, si può essere legittimati ad insultare od offendere chiunque, ovunque. Internet libera le inibizioni, ma questa libertà sfocia spesso in pesanti attacchi anche a sfondo razziale. Dopo il caso Serpentade Avvelenade, un mio post che ha denunciato alcuni interventi ignobili, un gruppo che anche in relazione alle discussioni che sono nate da quell'intervento, ha chiuso pubblicamente i battenti, si continua, in modo variegato ad attaccare i bengalesi. Monfalcone è un caso sociale da monitorare. La crisi tagliente e sempre più pungente colpisce Monfalcone più di altre realtà, e la convivenza con chi non è italiano, non è sempre facile. Anzi in tempo di crisi è particolarmente difficile per diversi motivi e responsabilità, spesso individuali, che non devono legittimare attacchi razzisti verso una intera comunità. Ed allora segnalo e denuncio, per esempio, questo post pubblicato su questo sito internet, la destra Monfalcone dove in caratteri cubitali si scrive in data 3 novembre 2013:
La foto è stata scattata oggi presso canale dottori, e li, quale zona transito per evacuare feci e urine gratuitamente da immigrati!!..Uno tra le centinaia di casi di permissivismo illegale del Comune e polizia municipale, con il loro buonismo. Pensate la Maresciallo Cozzi aveva detto che siamo noi a doverci adeguare. Complimenti per la sua ignoranza marescialla, se fossi io assessore la licenzierei all'istante!

La cosa che inquieta è anche la pubblicazione della foto!

Oppure il gruppo La Fenice e che Monfalcone risorga dalle sue ceneri. Si legge che "nasce come gruppo di discussione, proposte, foto, articoli di giornale, leggi, etc, nella speranza che ci sia un miglioramento in una città oramai allo sbando, poi per cortesia non chiedete di entrare nel gruppo per promuovere questa o quella fazione politica non ci interessa". Segnalano degrado, gesti di ordinaria inciviltà pubblicando anche diverse foto di persone colte in flagranza di inciviltà, conducono diverse battaglie come quella dei furti contro le biciclette, però, ecco il però, sono sempre più frequenti, e non vengono mica censurati o bannati, anzi hanno spesso diversi apprezzamenti e condivisioni, post e foto contro la gente proveniente dal Bangladesh ma non solo.  Seguiranno ora alcuni esempi di post come pubblicati su questo gruppo da alcuni utenti, dove tra pseudosatira e pesanti attacchi, certamente non si può rimanere indifferenti.










Nota finale: alcune foto, ove è visibile il volto delle persone, le ho modificate, contrariamente da come sono ancora ora disponibili in rete, per non renderle riconoscibili.

MarcoBarone  

Aggiornamento:
L'utente, con anche funzioni di amministratore del gruppo la Fenice , Antonella Paride, così scrive sulla mia pagina facebook in data 16 gennaio 2014:
 "Il gruppo nasce come gruppo di discussione, proposte, foto, articoli di giornale, leggi, etc, nella speranza che ci sia un miglioramento in una città oramai allo sbando, poi per cortesia non chiedete di entrare nel gruppo per promuovere questa o quella fazione politica non ci interessa.TUTTE LE IMMAGINI CHE VENGONO PUBBLICATE SULLA FENICE SONO DI PROPRIETA' DEGLI AUTORI E DELLA FENICE STESSA SI DIFFIDA CHIUNQUE A DIVULGARE / USARE LE IMMAGINI AL DI FUORI DI QUESTO GRUPPO .LA FENICE SI RISERVA DI PERSEGUIRE PENALMENTE TUTTI I SOGGETTI CHE NON SI ATTERRANNO ALLA NORMATIVA VIGENTE IN MERITO AI DIRITTI DI PROPRIETA'. Caro sig. Barone un tanto per portarlo a conoscenza che ci vedremo nelle sedi opportune, inoltre le consiglio di postare anche tutti gli altri commenti fatti sui post del gruppo, dove si dice chiaramente che il degrado e la maleducazione non è un problema di razza di religione o nazionalità, infatti molto chiaramente si sottolinea che molti autoctoni si comportano in modo incivile....se deve fare informazione la faccia correttamente e non usi due pesi e due misure, ultimo appunto, quando oscura i volti lo faccia anche per quelli di nazionalità italiana perché le leggi sulla privacy sono uguali per tutti".

Qualcuno/a del gruppo la Fenice mi minaccia querela?

Replico, per ora, in questo modo: Quelle note sul presunto divieto di pubblicazione di foto sono state aggiunte dopo il mio intervento? Visto e rilevato che prima, quella specifica dicitura, non era  visibile o facilmente rintracciabile o semplicemente inesistente? Facendo dunque intendere che il tutto era a disposizione del pubblico, non avendo effettuato nessun tipo di avvertimento?  E visto che la voce informazione del gruppo risulta, guarda caso,  aggiornata intorno alle ore 13.00 del 16 gennaio 2014? Alla voce informazione del vostro gruppo cosa che possono confermare diversi testimoni quell'avvertenza non emergeva all'atto della pubblicazione del mio post e poi il gruppo essendo pubblico si assume le sue responsabilità visto e rilevato che la fonte di provenienza o del luogo ove sono stati pubblicati alcuni post erano nel mio intervento stati indicati!  Io mi sono esclusivamente limitato a riportare fatti oggettivi, ho parlato della normale attività del gruppo, così scrivevo: Queste erano, all'atto della mo intervento le uniche note presenti d'informazione sul gruppo. E scrivevo anche che: “Segnalano degrado, gesti di ordinaria inciviltà pubblicando anche diverse foto di persone colte in flagranza di inciviltà, conducono diverse battaglie come quella dei furti contro le biciclette, però, ecco il però, sono sempre più frequenti, e non vengono mica censurati o bannati, anzi hanno spesso diversi apprezzamenti e condivisioni, post e foto contro la gente proveniente dal Bangladesh ma non solo. Seguiranno ora alcuni esempi di post come pubblicati su questo gruppo da alcuni utenti, dove tra pseudosatira e pesanti attacchi, certamente non si può rimanere indifferenti”.Comunque prendo atto della rivendicazione di ciò che vi è connesso. Detto questo premesso che non hanno alcuna valenza legale le note come aggiunte successivamente alla pubblicazione del post, sarò io a valutare come tutelarmi nelle dovute sedi e come tutelare anche la comunità bengalese, ed è questo il punto nodale della questione, e sono io a diffidare voi dal porre atti calunniosi nei miei confronti o nei confronti della comunità bengalese e non solo. Infine preciso, che stante la comunicazione come manifestata pubblicamente in data 16 gennaio 2014, da alcuni soggetti di questo gruppo con anche funzioni di amministratore dello stesso, consistente nella volontà di questo gruppo di non voler veder diffuse immagini, come pubblicate nello spazio dello stesso, oltre quello spazio, mi limito ad apportare le modifiche che reputo congrue a questa solo ora espressa volontà, ma garantendo il rispetto della giusta denuncia sociale che deve essere mantenuta ferma in merito alla problematica ivi considerata, ribadendo che il tutto è avvenuto in luogo pubblico, accessibile al pubblico e visibile al pubblico e dunque trattasi di pensieri ed opinioni ed anche insulti ed offese, in alcuni casi, manifestate pubblicamente avendo come destinatari diverse centinaia di persone non per forza di cose iscritte a quel gruppo, che ad oggi, 16 gennaio 2014, momento in cui scrivo questa nota, risulta essere ancora aperto.
mb




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