C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Medjugorje, sarà questo Papa a pronunciare l'ultima parola



I documenti della commissione d'inchiesta sul caso Medjugorje sono a disposizione del nuovo Papa.
Una situazione che ha dell'incredibile, surreale, ma anche una sua logicità, perché tutti questi fenomeni ed eventi mistici sono nati e si sono diffusi e la Chiesa li ha in qualche modo fatti propri nel periodo storico in cui il Comunismo era il male dei mali, da Fatima a Padre Pio, da Natuzza di Paravati alle varie madonne che piangevano lacrime di sangue,  ai vari luoghi edificati più per ragioni politiche che spirituali come MonteGrisa  per arrivare a Medjugorje . Ma ora il “pericolo” del comunismo è venuto meno e la Chiesa cosa deciderà di fare?  


Milioni di persone hanno trovato la via della fede grazie anche a questi luoghi, ai veggenti, ai mistici, e la Chiesa ciò non lo può sottovalutare, rischierebbe di avere il tutto un mero effetto domino devastante, e dunque penso che la situazione che prevarrà sarà quella opportunistica ma con una probabile sfiducia nei confronti di quei pochi che hanno abusato della credulità popolare,con il silenzio della complicità di buona parte della Chiesa, della fede, per arricchire se stessi e qualche organizzazione che lucra sulla religione e sono tante. Ma anche su ciò vi sarebbe molto da dire. La fede è fede, la religione è religione, i dogmi sono spesso espressione di volontà specifiche ed espressione di interessi di potere. Perché la fede in Medjugorje dovrebbe essere meno rilevante rispetto alla fede tradizionale? Il problema è la religione, che dovrebbe essere un fattore privato, ma quando dal fattore privato derivano condizionamenti per la società comune, non si può rimanere indifferenti. Sinceramente non faccio alcuna differenza tra il credo in Medjugorje ed il credo convenzionale, poiché entrambi rientrano nella sfera della religione.  Il caso Medjugorje è interessante invece per lo scontro di potere in atto.  Scrivo da laico ed ateo, ma il caso Medjugorje mi interessa, perché è attraverso il secolo passato ed il nuovo secolo continua a calamitare l'attenzione di milioni di persone. Solo nel 2013 sono state distribuite in totale 1 876 800 Comunioni, mentre alle Sante Messe hanno concelebrato 38 655 Sacerdoti. Numeri imponenti così come imponenti sono i guadagni di chi ovviamente ci lucra e non può che lucrare. Cosa farà il Papa? Seguirà le indicazioni come fornite nell'omelia di S.E. Mons. Ratko Peric, Vescovo di Mostar, a Medjugorje, il 15 giugno 2006, in occasione della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo?
Questi erano i punti centrali:

1 - Medjugorje e' una parrocchia cattolica nella quale si realizza la vita liturgica e pastorale come nelle altre parrocchie di questa Diocesi di Mostar-Duvno. E nessuno e' autorizzato ad attribuire il titolo ufficiale di “santuario” a questo luogo, eccetto la Chiesa. 
2 - In base alle indagini ecclesiastiche sugli avvenimenti di Medjugorje non si puo' affermare che si tratti delle apparizioni o rivelazioni soprannaturali. Questo significa che la Chiesa finora non ha accettato nessuna apparizione ne' come soprannaturale ne' come mariana.3 - Nessun sacerdote che opera canonicamente in questa parrocchia di Medjugorje o che sia di passaggio e' autorizzato a presentare la sua opinione privata, contraria alla posizione ufficiale della Chiesa sulle “apparizioni e messaggi”, ne' in occasione delle celebrazioni dei sacramenti, ne' durante gli atti di pieta' soliti, ne' nei mezzi di comunicazione cattolici.4 - I fedeli cattolici non sono solo liberi dall'obbligo di credere nella veracita' delle “apparizioni” ma devono sapere che non sono permessi i pellegrinaggi ecclesiastici, ne' ufficiali ne' privati, ne' personali ne' comuni, dalle altre parrocchie, se presuppongono l'autenticita' delle “apparizioni” o se con cio' autenticassero tali “apparizioni”. Chi fa ed insegna diversamente, non agisce e non insegna secondo lo spirito della Chiesa. 5 - In base alle indagini e prassi finora avute, come vescovo locale ritengo che riguardo agli avvenimenti di Medjugorje per tutti questi 25 anni non e' accertata, a livello ecclesiastico, nessuna “apparizione” della Madonna come autentica. Il fatto che nel corso di questi 25 anni si parla di decine di migliaia delle “apparizioni”, non attribuisce nessuna autenticita' a tali eventi, secondo le parole dell'attuale Santo Padre, udite durante l'udienza concessami il 24 febbraio u.s., alla Congregazione per la dottrina della fede hanno sempre suscitato la domanda come possano essere credibili per un credente cattolico.
Una recente omelia del Papa, di novembre 2013, è stata abbastanza eloquente: «La curiosità ci fa dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna”». E il Papa, secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana, ha commentato: «Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio».

Una presa di posizione che ben potrebbe armonizzarsi con le parole di Mons. Ratko Peric. Ma in rete si trovano anche diverse testimonianze che lasciano intendere come questo Papa, in realtà, potrebbe essere orientato verso una sorta di apertura e di legittimazione di Medjugorje. Chi dice che un arcivescovo della diocesi di Mercedes Luján , quando andò a Medjugorie, trasmise le sue impressioni a quello che allora era il primate della chiesa argentina, ovvero l'attuale Papa e si dice che lui fu molto colpito positivamente, chi dice che circolano foto dell’allora cardinal Bergoglio con la fondatrice della comunità Cenacolo, Suor Elvira, guida di un’importante comunità di recupero di tossicodipendenti la quale ha la comunità più grande a Medjugorie dove si sarebbe recato a dormire il cardinal Christoph Schönborn, elettore di Bergoglio . Ma anche chi dice che un frate francescano minore di origine croata, nato a Medjugorje a pochi km da dove è apparsa la Madonna , dovrebbe essere uno dei suoi confessori. Oppure che per tre anni, il suo confessore è stato un francescano dell’Erzegovina, P. Ostojić! In precedenza, per 30 anni, ha avuto come suo confessore Padre Nikola Mihaljević, un gesuita anche lui croato (deceduto). Per anni, l’arcivescovo di Buenos Aires, ha seguito da vicino gli eventi di Medjugorje. Egli vi ha creduto e non ha esitato a esprimerlo. Chi scrive che è stato questo Papa ad accogliere Padre Jozo Zovko durante la sua missione in Argentina o Padre Danko che è un francescano della parrocchia di Medjugorje molto noto ai pellegrini durante la sua missione in Argentina, oppure che sarebbe stato, sempre questo Papa, a salvare la situazione permettendo a Ivan, uno dei veggenti, di mantenere i suoi incontri di preghiera a Buenos Aires. Insomma testimonianze indicative ma non idonee a sostenere la tesi che vorrebbe questo Papa come aperto manifestare una legittimazione senza condizione alcuna nei confronti di quello che da molti è stato definito come il più grosso inganno dello scorso secolo e che continua ancora oggi.

Certo una riflessione andrebbe fatta sul concetto di fede e religione, ma non è questo il tema del presente intervento. Sarà questo Papa a pronunciarsi, ma lo farà con quell'equilibrio e strategia politica che si deve armonizzare con la sua evangelizzazione, richiesta da una tolleranza manifestata nel corso del tempo verso una situazione che alla Chiesa è stata comoda ed anche utile per il controllo del territorio e per innalzare un muro di cemento armato dalla fede nei confronti del comunismo. D'altronde è noto come il ruolo della “Madonna” sia stato importante per demolire il comunismo nelle terre slave. Ma, come già scritto, il comunismo classico non esiste più e neanche il pericolo comunista e di questo ne sono consapevoli ed è arrivato il momento per la Chiesa di prendere il controllo di Medjugorje e di tutto ciò che vi è connesso ed annesso e sfiduciare i noti pseudo messaggeri della Madonna, sempre che non arrivi qualche colpo di scena, tipo un messaggio della Madonna che dica che il suo tempo a Medjugorje è finito e che non conferirà più messaggi...un modo “diplomatico” per salvare la faccia ai veggenti, al tempio mariano lì sorto e mantenere saldo quel luogo in armonia con i precetti istituzionali della Chiesa così come accaduto ed accade ancora oggi, ad esempio, per Fatima.



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