La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

E' scontro duro ed aperto tra Simone Cristicchi e CNJ Onlus ma si sposta l'attenzione sul burocratese


Nel  mio intervento Una lettera aperta all’ANPI per chiedere l’espulsione di Simone Cristicchi  specificavo soprattutto che le persecuzioni fasciste sono state nefaste, così come nefasto è il silenzio che continua a regnare su tale vicenda, così come ingiusto e sproporzionato e non rispettoso della verità storica, è ricordare solo la vicenda dell’esodo istriano. O tutti o tutti, che l’Italia si assuma le sue responsabilità etiche e morali ed anche risarcitorie verso gli esuli sloveni e croati. Rilanciavo l'appello come sottoscritto, del CNJ Onlus destinato all'Anpi, il cui scopo principale era ed è di aprire un dibattito serio, compiuto, oggettivo, sulla questione del confine orientale, che ad oggi ha visto solo esasperazioni di fatti mutati in verità assolute, canti e spettacoli emozionali, esaltazioni, senza dimenticare che i primi  a condurre la battaglia sulle vicende istriane come correlate al giorno del Ricordo, sono stati i notabili dell'alta borghesia che hanno abbandonato le loro grandi proprietà in quella terra , ebbene a ciò ne è seguito un putiferio.
Le sofferenze umane vanno rispettate e non possono e non devono essere spettacolarizzate, così come la storia deve essere contestualizzata, così come la storia deve essere realmente storia e deve includere tutti gli aspetti delle vicende e non solo quelli di comodo, altrimenti non è più storia ma celebrazione.
Mi domando, perché l'Italia continua a tenere nel degrado più totale, per esempio, il campo di ViscoIn provincia di Udine, a Visco, esiste l'unico campo di concentramento del regime fascista in Italia ancora integro. In base alle testimonianze storiche risulta che vi furono rinchiuse tra le 3 e 4 mila persone, rastrellate anche a colpi di lanciafiamme, furono rinchiusi anche 120 bambini e molte donne. La sua attività disumana ha avuto luogo tra il 1941 e il 1943, imprigionando in prevalenza sloveni e croati. La superficie dell'area, che comprende anche l'ex caserma Borgo Piave, è enorme, è di circa 130 mila metri quadrati.
Ma ad oggi quel luogo è dimenticato, abbandonato.
La cosa che mi ha sorpreso di più è oltre il senso dell'inquietudine che ha invaso ogni mio senso, è il non aver intravisto neanche un cartello, nessuna insegna.
Nulla.
Vuoto e degrado.
Silenzio ed abbandono.
Eppure l'Italia non ha perso tempo a realizzare una legge del ricordo, ma che ricorda solo, in modo fazioso e di parte, ciò che vuole ricordare. Perché trattamenti diversi? Perché l'Italia deve negare le sue responsabilità? Questo sì che è negazionismo!
Dopo l'intervento citato, dopo la diffusione della lettera all'ANPI, la stampa nazionale si scatena così come si scatenano le polemiche.
Ma,come si può notare, l'attenzione rischia di fermarsi su questioni burocratiche, con provocazioni, e non sulla sostanza della vicenda.
Per esempio Cristicchi scriverà che:


"Vedo che quelli dell'ormai "famoso" CNJ non hanno perso il vizietto di pubblicare corrispondenze private! Ora che l'Anpi vi volta le spalle, cosa pensate di fare, oltre a questa ridicola azione nei miei confronti? Continuare a insultare vi riesce abbastanza bene. Io credo di avervi fatto una grande pubblicità. Contenti? Ora basta dai, se no ci scappa da ridere".

Oppure che: "A quanto mi risulta, qualche mese fa la richiesta è già pervenuta all'Anpi, che ha risposto NO al ritiro della tessera. Ora un'oceanica folla (un centinaio di firmatari) ci sta riprovando,con la benedizione del CNJ, che continua a violare leggi sulla privacy pubblicando mie corrispondenze private sul loro sito.
Senza pensare al fatto che io e la mia compagnia abbiamo subìto insulti e una sospetta ruota squarciata durante il tour in Istria.
Bel modo di esporre le proprie idee!
Complimentoni".
Ed anche che:
"Detto questo, se da una parte è deludente constatare cotanta presunzione, sono quasi contento che stiano uscendo allo scoperto questi atteggiamenti, le loro critiche campate in aria e la valanga di menzogne sul mio spettacolo.
Così Mostrano il loro vero volto, in fondo non così diverso dagli estremisti di destra che loro si vantano di "combattere".
Si. Indossando le magliette "I LOVE FOIBA".


Il CNJ replicherà in questo modo:
Nell'intervista a voi rilasciata da Simone Cristicchi, pubblicata in data 8/1/2014 (*), il cantante reitera una accusa sulla quale va insistendo da settimane pubblicamente in internet - spec. sul suo profilo Facebook - secondo cui la nostra onlus Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia avrebbe commesso una azione illegale pubblicando sul proprio sito presunte "corrispondenze private" del cantante.
Come può verificare chiunque abbia interesse, nella pagina del nostro sito cui si riferisce Cristicchi (**) non è stata pubblicata alcuna corrispondenza "privata" o tale per cui possa configurarsi violazione della privacy di chicchessia. Viceversa, il segretario della nostra associazione ha in quella sede manifestato il suo pensiero, limitandosi a trattare, proprio sul sito della associazione, di fatti storici controversi, esercitando legittimamente un diritto di critica. Critica cui il sig. Cristicchi non può sottrarsi in via generale, a meno che essa non sia ovviamente, per toni o contenuti, lesiva della sua persona.
Peraltro, nello scambio di opinioni da noi reso pubblico, non è contenuta alcuna informazione, relativa al sig. Cristicchi, che possa essere qualificata come "dato personale".

Viceversa, nella stessa vostra intervista Cristicchi pone CNJ-onlus in relazione con "episodi di violenza e intimidazione", "insulti e una sospetta ruota squarciata", e qualcuno che indosserebbe "le magliette I love foiba". Tali riferimenti ledono gravemente l'immagine della nostra Onlus, il cui scopo statutario "è la continuazione ed il rilancio di (…) attività culturali, di difesa dei diritti civili e di solidarietà (…) Tali attività hanno finalità di solidarietà sociale e sono dirette ad arrecare beneficio esclusivamente a soggetti svantaggiati" (***).

Diffidiamo il signor Cristicchi dal reiterare accuse diffamatorie infondate nei nostri confronti e/o dal mettere la nostra associazione in relazione con fatti a noi estranei di intolleranza e violenza - che siano essi veri, verosimili, presunti o puramente immaginari.

Per CNJ-onlus, il Direttivo

L'ANPI di Roma scriverà invece che:

  1. Il Sig. Cristicchi NON risulta iscritto all’ANPI nella Provincia di Roma
    2) La “tessera onoraria” non è mai stata prevista dallo Statuto dell’ANPI. In passato, questa forma è stata in alcune occasioni utilizzata come riconoscimento per una qualche iniziativa che ha dato un contributo alla memoria della Resistenza e della Guerra di Liberazione, ma doveva essere intesa solo come una sorta di premio relativo all’iniziativa in questione e non come una prova di effettiva appartenenza all’Associazione, se ad essa non avesse poi fatto seguito una regolare richiesta di una tessera ordinaria, approvata dal Comitato Provinciale competente per territorio. In ogni caso, il Regolamento Nazionale entrato in vigore nel 2012 non prevede tali riconoscimenti e quindi le “tessere onorarie” concesse in precedenza non esistono più. Non esistendo, non possono neppure essere ritirate.
    3) L’UNICA POSIZIONE UFFICIALE DELL’ANPI riguardo al caso in questione è quella espressa dal Presidente Nazionale dell’ANPI, Prof. Carlo Smuraglia, nell’intervista rilasciata al “Tempo” in data 8 gennaio 2014."

Infatti, Cristicchi, ha ricevuto la tessera, come donazione dall'Anpi stessa nel 2010 come attestato di riconoscenza per lo spettacolo con il Coro dei Minatori di Santa Fiora .




 Ed ovviamente reagirà anche in modo provocatorio a queste polemiche e  richieste di revoca della sua tessera,  così scrivendo:

E dopo le dovute verifiche ecco come replicherà nuovamente l'ANPI Nazionale:
"Preliminarmente, va chiarita la questione della tessera ANPI assegnata, nel 2010, a Simone Cristicchi.  La tessera è stata effettivamente consegnata, ma non poteva trattarsi di una tessera ad honorem, perché l’art. 22 dello Statuto riserva questo tipo di tessera ad una particolare categoria, in cui Cristicchi non rientrava.  Si tratta, dunque, di una tessera “ordinaria”, certamente offerta a Cristicchi, ma che non è stata poi mai rinnovata (l’iscrizione all’ANPI si rinnova d’anno in anno, chiedendo la tessera e pagando il contributo). Dunque, allo stato, Simone Cristicchi non è iscritto all’ANPI e non c’è alcun provvedimento da adottare nei suoi confronti. Fra l’altro, se la tessera del 2010 gli fu data in relazione ad un merito particolare (uno spettacolo), essa ha esaurito allora la sua funzione e non sarebbe costume dell’ANPI revocarla per fatti successivi.  Quindi, gran parte della questione che è stata sollevata, con raccolta di firme, inviti all’ANPI a ritirare la tessera, ecc., non ha ragione di essere. Resta il merito. Che la materia affrontata da Cristicchi sia scottante, nonostante il decorso del tempo, è pacifico e in qualche modo naturale. Si tratta di un esodo che ha coinvolto tante persone e tante famiglie e sulle cui cause e ragioni si discute ancora, anche fra gli storici. A mio parere, il tempo trascorso dovrebbe consentire almeno di parlarne con rispetto per i sentimenti, con cautela storica e non con improvvisazioni talora poco documentate. L’ANPI, nelle sedi territorialmente competenti, ha già intrapreso da tempo un cammino di confronto e di riflessione, per quanto possibile comune. Vi sono state e vi sono iniziative, in Veneto e in Piemonte, riflessioni, dibattiti seri, a cui penso che ne debbano seguire altre. Vi è anche una documentazione storica ormai ricca e pressoché completa. Ricordo che sui confini orientali e relative vicende c’è stato un documento prodotto da un gruppo di storici non solo italiani, che merita attenzione – anche se non esaustivo - per lo sforzo di obiettività che lo contraddistingue. Proprio per rispettare i sentimenti di molti che sono stati coinvolti in una vera tragedia con le loro famiglie, sarebbe opportuno che ognuno riponesse le “armi” e ricorresse alla dialettica civile ed al confronto, per appurare la verità e raggiungere risultati convincenti, al di là delle emozioni. Sta arrivando il momento della storia, in luogo di quello della cronaca e del dolore. Ed è solo questa, la riflessione storica che può aiutarci ad uscire da una impasse che si trascina da troppo tempo. L’ANPI proseguirà nel lavoro già avviato con parziale successo, anche in un recente confronto in Veneto; cercherà di approfondire ancora e di colmare, per quanto possibile, il solco che continua a dividere posizioni nettamente contrapposte. Se ne avremo la capacità e la forza, cercheremo di arrivare ad un approdo conclusivo, non appena ce ne saranno le condizioni, con un’iniziativa che speriamo sia partecipata, obiettiva e serena come la delicatezza e la complessità del caso richiedono. Proprio per tutte le ragioni accennate ed a fronte di spettacoli ed iniziative più o meno culturali, non servono condanne apodittiche, ma ragionamenti seri e rispettosi delle interpretazioni che possono essere date sulla vicenda, sperabilmente in buona fede. Stiamo aspettando che alcuni nostri dirigenti vedano lo spettacolo di Cristicchi e ci riferiscano. Dopo di che, potremo eventualmente intervenire con la nostra opinione e, se del caso, con lo strumento della critica, ma non con quello delle abiure e delle condanne senza appello. A noi, a tutti noi, comprese le vittime della tragedia, occorre soprattutto e soltanto la verità". 

PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA



Ma il punto della situazione è e non può che essere il seguente:

Con "Magazzino 18" dirà Cristicchi- penso di aver fatto il mio dovere di artista, raccontando una pagina dolorosa e poco nota, e aver reso agli esuli istriani fiumani e dalmati ciò che spettava loro da 60 anni. La dignità della memoria" 

Appunto, la dignità della memoria!
Quale dignità, oggi, della memoria sulle complesse vicende del confine orientale?



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