Nel mio intervento Una lettera aperta all’ANPI per chiedere l’espulsione di Simone Cristicchi specificavo soprattutto che le persecuzioni
fasciste sono state nefaste, così come nefasto è il silenzio che
continua a regnare su tale vicenda, così come ingiusto e
sproporzionato e non rispettoso della verità storica, è ricordare
solo la vicenda dell’esodo istriano. O
tutti o tutti,
che l’Italia si assuma le sue responsabilità etiche e morali ed
anche risarcitorie verso gli esuli sloveni e croati. Rilanciavo
l'appello come sottoscritto, del CNJ Onlus destinato all'Anpi, il cui
scopo principale era ed è di aprire un dibattito serio, compiuto,
oggettivo, sulla questione del confine orientale, che ad oggi ha
visto solo esasperazioni di fatti mutati in verità assolute, canti
e spettacoli emozionali, esaltazioni, senza dimenticare che
i primi a condurre la battaglia sulle vicende istriane come correlate al giorno del Ricordo, sono stati i notabili
dell'alta borghesia che hanno abbandonato le loro grandi proprietà
in quella terra , ebbene a
ciò ne è seguito un putiferio.
Le
sofferenze umane vanno rispettate e non possono e non devono essere
spettacolarizzate, così come la storia deve essere
contestualizzata, così come la storia deve essere realmente storia e deve
includere tutti gli aspetti delle vicende e non solo quelli di
comodo, altrimenti non è più storia ma celebrazione.
Mi
domando, perché l'Italia continua a tenere nel degrado più totale,
per esempio, il campo di Visco? In
provincia di Udine, a Visco, esiste l'unico campo di concentramento
del regime fascista in Italia ancora integro. In base alle
testimonianze storiche risulta che vi furono rinchiuse tra le 3 e 4
mila persone, rastrellate anche a colpi di lanciafiamme, furono
rinchiusi anche 120 bambini e molte donne. La sua attività disumana
ha avuto luogo tra il 1941 e il 1943, imprigionando in prevalenza
sloveni e croati. La superficie dell'area, che comprende anche l'ex
caserma Borgo Piave, è enorme, è di circa 130 mila metri quadrati.
Ma
ad oggi quel luogo è dimenticato, abbandonato.
La
cosa che mi ha sorpreso di più è oltre il senso dell'inquietudine
che ha invaso ogni mio senso, è il non aver intravisto neanche un
cartello, nessuna insegna.
Nulla.
Vuoto
e degrado.
Silenzio
ed abbandono.
Eppure
l'Italia non ha perso tempo a realizzare una legge del ricordo, ma
che ricorda solo, in modo fazioso e di parte, ciò che vuole
ricordare. Perché trattamenti diversi? Perché l'Italia deve negare
le sue responsabilità? Questo sì che è negazionismo!
Dopo
l'intervento citato, dopo la diffusione della lettera all'ANPI, la
stampa nazionale si scatena così come si scatenano le polemiche.
Ma,come
si può notare, l'attenzione rischia di fermarsi su questioni
burocratiche, con provocazioni, e non sulla sostanza della vicenda.
Per
esempio Cristicchi scriverà che:
"Vedo
che quelli dell'ormai "famoso" CNJ non hanno perso il
vizietto di pubblicare corrispondenze private! Ora che l'Anpi vi
volta le spalle, cosa pensate di fare, oltre a questa ridicola azione
nei miei confronti? Continuare a insultare vi riesce abbastanza bene.
Io credo di avervi fatto una grande pubblicità. Contenti? Ora basta
dai, se no ci scappa da ridere".
Oppure
che: "A quanto mi risulta, qualche mese fa la richiesta è già
pervenuta all'Anpi, che ha risposto NO al ritiro della tessera. Ora
un'oceanica folla (un centinaio di firmatari) ci sta riprovando,con
la benedizione del CNJ, che continua a violare leggi sulla privacy
pubblicando mie corrispondenze private sul loro sito.
Senza
pensare al fatto che io e la mia compagnia abbiamo subìto insulti e
una sospetta ruota squarciata durante il tour in Istria.
Bel modo
di esporre le proprie idee!
Complimentoni".
Ed
anche che:
"Detto
questo, se da una parte è deludente constatare cotanta presunzione,
sono quasi contento che stiano uscendo allo scoperto questi
atteggiamenti, le loro critiche campate in aria e la valanga di
menzogne sul mio spettacolo.
Così Mostrano il loro vero
volto, in fondo non così diverso dagli estremisti di destra che loro
si vantano di "combattere".
Si. Indossando le magliette
"I LOVE FOIBA".
Il
CNJ replicherà in questo modo:
Nell'intervista
a voi rilasciata da Simone Cristicchi, pubblicata in data 8/1/2014
(*), il cantante reitera una accusa sulla quale va insistendo da
settimane pubblicamente in internet - spec. sul suo profilo Facebook
- secondo cui la nostra onlus Coordinamento Nazionale per la
Jugoslavia avrebbe commesso una azione illegale pubblicando sul
proprio sito presunte "corrispondenze private" del
cantante.
Come
può verificare chiunque abbia interesse, nella pagina del nostro
sito cui si riferisce Cristicchi (**) non è stata pubblicata alcuna
corrispondenza "privata" o tale per cui possa configurarsi
violazione della privacy di chicchessia. Viceversa, il segretario
della nostra associazione ha in quella sede manifestato il suo
pensiero, limitandosi a trattare, proprio sul sito della
associazione, di fatti storici controversi, esercitando
legittimamente un diritto di critica. Critica cui il sig. Cristicchi
non può sottrarsi in via generale, a meno che essa non sia
ovviamente, per toni o contenuti, lesiva della sua persona.
Peraltro,
nello scambio di opinioni da noi reso pubblico, non è contenuta
alcuna informazione, relativa al sig. Cristicchi, che possa essere
qualificata come "dato personale".
Viceversa,
nella stessa vostra intervista Cristicchi pone CNJ-onlus in relazione
con "episodi di violenza e intimidazione", "insulti e
una sospetta ruota squarciata", e qualcuno che indosserebbe "le
magliette I love foiba". Tali riferimenti ledono gravemente
l'immagine della nostra Onlus, il cui scopo statutario "è la
continuazione ed il rilancio di (…) attività culturali, di difesa
dei diritti civili e di solidarietà (…) Tali attività hanno
finalità di solidarietà sociale e sono dirette ad arrecare
beneficio esclusivamente a soggetti svantaggiati"
(***).
Diffidiamo
il signor Cristicchi dal reiterare accuse diffamatorie infondate nei
nostri confronti e/o dal mettere la nostra associazione in relazione
con fatti a noi estranei di intolleranza e violenza - che siano essi
veri, verosimili, presunti o puramente immaginari.
Per
CNJ-onlus, il Direttivo
L'ANPI
di Roma scriverà invece che:
Il
Sig. Cristicchi NON risulta iscritto all’ANPI nella Provincia di
Roma
2)
La “tessera onoraria” non è mai stata prevista dallo Statuto
dell’ANPI. In passato, questa forma è stata in alcune occasioni
utilizzata come riconoscimento per una qualche iniziativa che ha
dato un contributo alla memoria della Resistenza e della Guerra di
Liberazione, ma doveva essere intesa solo come una sorta di premio
relativo all’iniziativa in questione e non come una prova di
effettiva appartenenza all’Associazione, se ad essa non avesse poi
fatto seguito una regolare richiesta di una tessera ordinaria,
approvata dal Comitato Provinciale competente per territorio. In
ogni caso, il Regolamento Nazionale entrato in vigore nel 2012 non
prevede tali riconoscimenti e quindi le “tessere onorarie”
concesse in precedenza non esistono più. Non esistendo, non possono
neppure essere ritirate.
3)
L’UNICA POSIZIONE UFFICIALE DELL’ANPI riguardo al caso in
questione è quella espressa dal Presidente Nazionale dell’ANPI,
Prof. Carlo Smuraglia, nell’intervista rilasciata al “Tempo”
in data 8 gennaio 2014."
Infatti,
Cristicchi, ha ricevuto la tessera, come donazione dall'Anpi
stessa nel 2010 come attestato di riconoscenza per lo spettacolo con
il Coro dei Minatori di Santa Fiora .
Ed ovviamente reagirà anche in modo provocatorio a queste polemiche e richieste di revoca della sua tessera, così scrivendo:
E dopo le dovute verifiche ecco come replicherà nuovamente l'ANPI Nazionale:
"Preliminarmente,
va chiarita la questione della tessera ANPI assegnata, nel 2010, a
Simone Cristicchi. La
tessera è stata effettivamente consegnata, ma non poteva trattarsi
di una tessera ad honorem, perché l’art. 22 dello Statuto riserva
questo tipo di tessera ad una particolare categoria, in cui
Cristicchi non rientrava. Si
tratta, dunque, di una tessera “ordinaria”, certamente offerta a
Cristicchi, ma che non è stata poi mai rinnovata (l’iscrizione
all’ANPI si rinnova d’anno in anno, chiedendo la tessera e
pagando il contributo). Dunque, allo stato, Simone Cristicchi non è
iscritto all’ANPI e non c’è alcun provvedimento da adottare nei
suoi confronti. Fra l’altro, se la tessera del 2010 gli fu data in
relazione ad un merito particolare (uno spettacolo), essa ha esaurito
allora la sua funzione e non sarebbe costume dell’ANPI revocarla
per fatti successivi. Quindi, gran parte della questione che è
stata sollevata, con raccolta di firme, inviti all’ANPI a ritirare
la tessera, ecc., non ha ragione di essere. Resta il merito. Che
la materia affrontata da Cristicchi sia scottante, nonostante il
decorso del tempo, è pacifico e in qualche modo naturale. Si tratta
di un esodo che ha coinvolto tante persone e tante famiglie e sulle
cui cause e ragioni si discute ancora, anche fra gli storici. A
mio parere, il tempo trascorso dovrebbe consentire almeno di parlarne
con rispetto per i sentimenti, con cautela storica e non con
improvvisazioni talora poco documentate. L’ANPI, nelle sedi
territorialmente competenti, ha già intrapreso da tempo un cammino
di confronto e di riflessione, per quanto possibile comune. Vi
sono state e vi sono iniziative, in Veneto e in Piemonte,
riflessioni, dibattiti seri, a cui penso che ne debbano seguire
altre. Vi è anche una documentazione storica ormai ricca e
pressoché completa. Ricordo che sui confini orientali e relative
vicende c’è stato un documento prodotto da un gruppo di storici
non solo italiani, che merita attenzione – anche se non esaustivo -
per lo sforzo di obiettività che lo contraddistingue. Proprio per
rispettare i sentimenti di molti che sono stati coinvolti in una vera
tragedia con le loro famiglie, sarebbe opportuno che ognuno riponesse
le “armi” e ricorresse alla dialettica civile ed al confronto,
per appurare la verità e raggiungere risultati convincenti, al di là
delle emozioni. Sta arrivando il momento della storia, in luogo di
quello della cronaca e del dolore. Ed è solo questa, la riflessione
storica che può aiutarci ad uscire da una impasse che si trascina da
troppo tempo. L’ANPI proseguirà nel lavoro già avviato con
parziale successo, anche in un recente confronto in Veneto; cercherà
di approfondire ancora e di colmare, per quanto possibile, il solco
che continua a dividere posizioni nettamente contrapposte. Se ne
avremo la capacità e la forza, cercheremo di arrivare ad un approdo
conclusivo, non appena ce ne saranno le condizioni, con un’iniziativa
che speriamo sia partecipata, obiettiva e serena come la delicatezza
e la complessità del caso richiedono. Proprio per tutte le ragioni
accennate ed a fronte di spettacoli ed iniziative più o meno
culturali, non servono condanne apodittiche, ma ragionamenti seri e
rispettosi delle interpretazioni che possono essere date sulla
vicenda, sperabilmente in buona fede. Stiamo aspettando che alcuni
nostri dirigenti vedano lo spettacolo di Cristicchi e ci riferiscano.
Dopo di che, potremo eventualmente intervenire con la nostra opinione
e, se del caso, con lo strumento della critica, ma non con quello
delle abiure e delle condanne senza appello. A noi, a tutti noi,
comprese le vittime della tragedia, occorre soprattutto e soltanto la
verità".
PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA
Ma
il punto della situazione è e non può che essere il seguente:
Con
"Magazzino 18" dirà Cristicchi- penso di aver fatto il
mio dovere di artista, raccontando una pagina dolorosa e poco nota, e
aver reso agli esuli istriani fiumani e dalmati ciò che spettava
loro da 60 anni. La dignità della memoria"
Appunto,
la dignità della memoria!
Quale dignità, oggi, della memoria sulle complesse vicende del confine orientale?
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