C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

L'arcobaleno per i diritti umani, il vero foro del dialogo di Trieste



Nel noto giorno del vertice italo-russo, da un lato la città vuota e blindata, dall'altro la voglia di lottare per la dignità.
Da un lato il foro del dialogo istituzionale, chiuso, assediato da una militarizzazione senza precedenti a Trieste, dall'altro il foro del dialogo libero, umano e con tanta e immensa voglia di non fermarsi, neanche contro le arroganze, le negazioni, i reati, concepiti ad hoc, da un sistema conservatore, tradizionale e blasfemo verso ogni diritto civile.
Una società che nega o limita i diritti civili e che lascia spazio unicamente alle questioni economiche è una società debole, disumana.
Arcigay e Arcilesbica del Fvg, Certi Diritti, Iris, Uaar e Jotassassina, hanno organizzato, il 26 novembre, in concomitanza con il vertice Italia Russia, una manifestazione per protestare contro le violazioni dei diritti umani nella Federazione russa. “Una grande bandiera arcobaleno di 100 metri quadri sventolerà sulle arie del Lago dei Cigni per protestare contro le leggi omofobe che puniscono addirittura la propaganda omosessuale. Per un giorno, la storia dei diritti umani passa attraverso il Friuli Venezia Giulia” Così gli organizzatori. 

E così è stato.
Con centinaia di persone, molte delle quali provenienti da diverse città italiane ma anche non italiane, riunite tra la Chiesa di Sant'Antonio nuovo ed il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, lì ove un tempo vi era l'acqua del canale, ed ora una fredda piazza, con diversi interventi dal palco, con diverse testimonianze, con la diversità che ci ha reso tutti più umani e ben ricordando che anche l'Italia in tema di diritti umani non è messa proprio bene,anzi.

Alcune foto concesse per questo intervento:

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