Mikeze
e Jakeze battono il mezzogiorno del ricordo.
Soffia
una leggero vento di inizio autunno.
Duecento
persone lì ove il 18 settembre 1938 Mussolini innanzi a duecentomila
persone annunciava le infami leggi Razziali, lì accanto alla fontana
dei Quattro continenti, che in quel nefasto anno venne rimossa per
liberare la piazza da ogni fisico e materiale ostacolo alla
proclamazione dell'infamia del Regime.
Alle
12 e 15 il telo blu che coprirà la targa d'acciaio verrà sollevato
dall'urlo silente della dignità e della libertà.
Un
gesto lungo 75 anni.
Un
gesto che vale ogni emozione.
Corre
quella targa in diagonale perdendosi e confondendosi con le pietre
di Piazza dell'Unità, rischia di essere invisibile ed inosservata,
così come invisibili ed inosservate furono milioni di persone.
Sarebbe
bastato svelare l'indifferenza dal mantello dell'omertà, sarebbe
bastato osservare per conoscere la disumanità che giorno dopo giorno
ora dopo ora attimo dopo attimo invadeva ogni strada e contrada di
quell'Italia conquistata dal diabolico male per salvare la vita a
milioni di essere umani.
Corre
in diagonale riflettendo le nuvole del cielo, il sole triestino,
emozioni e pensieri che scivoleranno via non più verso
l'indifferenza ma verso il cuore delle persone per ricordar loro che
di male ed odio si può perire.
Acciaio
duro e rigido come la violenza che si è abbattuta contro milioni di esseri
umani, e che conduce verso le mura di quel nefasto forno crematorio della Risiera di San Sabba.
Ma
le parole incise su quell'acciaio scalfiscono ogni viltà e durezza
dell'odio disumano, perché nessuna violenza razziale abbia più
luogo, perché nessun odio razziale abbia più luogo, perché ogni
perché sia tale in quella via ove cercar un senso alla vita.
75
anni d'acciaio corrono sul manto in arenaria di Piazza dell'Unità,
una targa che non dovrà essere recintata nell'esclusività dell'odio
che ha colpito il popolo ebraico, ma dovrà includere nei suoi incisi
anche se non scritti ogni odio ogni persecuzione ogni vessazione ogni
intolleranza che prima e dopo quel 18 settembre 1938 hanno colpito e
continuano a colpire violentemente popoli e comunità intere.
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