E'
stata pubblicata la proposta di Legge, datata 6 maggio 2013,
d'iniziativa dei deputati ROSATO, BLAZINA, COPPOLA, GARAVINI, GIGLI,
MALPEZZI, MURER, n° 879 che prevede il Riconoscimento del Centro di
ricerche storiche di Rovigno e dell’Istituto regionale per la
cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI) di Trieste e concessione di
contributi per le spese di funzionamento che ammontano, in totale per
gli anni 2013/14/15, a 600 mila euro.
Si
legge , nel citata proposta, che il riconoscimento, con la legge 30
marzo 2004, n. 92, della data del 10 febbraio quale « Giorno del
ricordo », volto a conservare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro
terre di istriani, fiumani e dalmati avvenuto nel secondo dopoguerra,
deve contribuire a favorire la conoscenza storica in vista di un
comune futuro europeo fondato sui valori della tolleranza e della
convivenza.
Il
Centro di ricerche storiche di Rovigno, fondato nel 1968 dall’Unione
italiana, l’organizzazione di rappresentanza della minoranza
nazionale italiana che vive in Slovenia e in Croazia, è una delle
istituzioni della comunità nazionale italiana che da oltre trenta
anni opera nel campo della ricerca storiografica, linguistica e
sociologica.
Si
ricorda che in quasi quaranta anni di attività, il Centro ha
pubblicato 268 volumi, che corrispondono a circa 78.000 pagine
stampate, tutte in italiano e in maggior parte distribuite, per un
totale di circa 300.000 copie. Gli abbonati alle edizioni sono oltre
400, mentre 300 sono i titoli di scambio. Sono impiegati in pianta
fissa quattordici tra ricercatori e personale ausiliario; settanta
sono i collaboratori esteri
L’Istituto
regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI), con sede a
Trieste, che vede tra i suoi fondatori i Comuni di Trieste e Muggia,
l’Università popolare di Trieste, l’Associazione nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia, l’Associazione delle comunità istriane
viene presentato come un “complesso, poi, unico ed insostituibile,
non solo per l’Istituto ma per tutte le genti istriane, fiumane e
dalmate e per chiunque voglia conoscere e toccare nel vivo la vicenda
istriana, è il grosso nucleo di masserizie degli esuli conservate in
un magazzino del porto di Trieste, del volume di circa 2.000 metri
cubi custodito dall’IRCI, a cui era stato affidato per decreto
prefettizio già nel 1988. Si
tratta di un unicum nella storia delle tragedie del secondo
dopoguerra e dei conseguenti trasferimenti forzati di popolazione: il
mobilio, le suppellettili, gli oggetti della vita quotidiana, i
documenti offrono la testimonianza di una società nel momento esatto
in cui viene spazzata via”.
Si
segnala inoltre la decennale attività nel campo della tutela e della
cura dei beni cimiteriali italiani nel territorio sloveno e croato.
Tale attività ha comportato la mappatura e la documentazione
fotografica dei cimiteri e delle circa 23.000 tombe italiane in
Istria.
Dunque
il testo della proposta di Legge prevede il riconoscimento da parte
della Repubblica italiana del
Centro di ricerche storiche, con sede a Rovigno, nonché
dell'Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano dalmata
(IRCI), con sede a Trieste. I finanziamenti per il funzionamento
ammontano a 200.000 euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015,
si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del
fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio
triennale 2013-2015, nell’ambito del programma « Fondi di riserva
e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di
previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno
2013, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo
al Ministero degli affari esteri.
Dall'altro
lato, la Sezione storia della Biblioteca nazionale slovena,,
l’unica istituzione archivistica degli sloveni in Italia,
vive un grave momento di oblio stante il licenziamento del suo unico
dipendente e la carenza assoluta di fondi.
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