Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

15 settembre, uno strano "scontro" a Trieste



Il 15 settembre è vicino.
Come ricordato più volte da un lato vi sarà la manifestazione pomeridiana del Movimento Trieste Libera e dei sostenitori del Territorio Libero di Trieste, dall'altro si svolgerà, in tarda mattinata, la manifestazione indetta da Trieste pro patria che vede tra i sostenitori realtà ben note patriottiche e di destra come le associazioni Novecento e Pertan, la Federazione degli arditi e il Comitato 10 febbraio, ma anche da oltre Trieste come gli irredentisti che giungeranno in città per tale evento. Il Movimento Trieste Libera è stato “scoperto” dalla stampa che conta solo da qualche mese, ovvero da quando questo movimento si è recato a Vienna. Da quel momento in città, grazie al principale quotidiano, non si parla praticamente che del MTL.
Un movimento che ben poteva continuare a rimanere nell'indifferenza del potere ma così non è stato e le ragioni sono strategiche e comprensibili. Avevano bisogno di una sorta di  nemico da fronteggiare per accelerare i processi che vogliono una riqualificazione del Porto Vecchio ed il contestuale spostamento del punto franco.
Il nemico è stato individuato, si è dato spazio, lo si demonizza ben sapendo che le ragioni indipendentiste che questo sostiene mai potranno trovare ragione nei Tribunali italiani, semplicemente perché i Tribunali italiani devono garantire l'unità territoriale dello Stato e la Costituzione vigente, e dunque sfruttando a proprio vantaggio tale situazione. D'altronde, come ho avuto modo di scrivere in passato, i processi di indipendenza non si conseguono con le carte bollate. A pochi giorni dal 15 settembre ecco uscire dal guscio un misto di realtà che confluiranno nel Trieste pro patria. Il 31 agosto creano l'evento su facebook così scrivendo: "il 15 settembre, anniversario dell'odioso diktat del 1947 che in spregio al tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli ha decretato l'olocausto delle genti di Istria, Fiume e Zara e l'accerchiamento di Trieste da confini iniqui, assurdi e antistorici. E' L'ORA DI SCENDERE IN PIAZZA!RITROVO ALLE ORE 11 IN LARGO BONIFACIO (INIZIO DEL VIALE XX SETTEMBRE) a seguire CORTEO fino a piazza S. Antonio e omaggio ai Caduti del '53"

Il 2 settembre il MTL interverrà sulla loro pagina facebook( quella di Trieste pro patria), dunque si presume che già fossero a conoscenza della manifestazione del 15 settembre, ma solamente il 5 settembre circolerà un post dal seguente titolo: Provocazioni di stato, dove si sottolineava che “Giunge così la notizia che per cercare di intimorire i cittadini del TLT la Questura di Trieste avrebbe pure autorizzato una contromanifestazione nella giornata delle celebrazioni del TLT.“Il 15 settembre, anniversario dell’odioso diktat del 1947 che in spregio al tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli ha decretato l’olocausto delle genti di Istria, Fiume e Zara e l’accerchiamento di Trieste da confini iniqui, assurdi e antistorici...”.
Post che sarà ancora leggibile sul blog di uno dei portavoce del MTL .
Il 6 settembre Trieste pro patria scriverà: “In relazione ad un delirante articolo ed a vari messaggi privati diffusi oggi in rete, riguardo alla manifestazione da noi organizzata, precisiamo quanto segue. Trieste Pro Patria non cerca e non cercherà mai lo scontro con nessuno. La nostra manifestazione non intende affatto provocare chi la pensa in maniera opposta a noi né “intimorire i cittadini” ed è stata volutamente organizzata in orario e luogo nettamente diversi dalla manifestazione di Movimento Trieste Libera, proprio per evitare l'innescarsi di qualsiasi tensione (...)”.

Insomma sembra un gioco a  dir poco singolare . Certamente il 15 settembre sarà una giornata, a parer mio, negativa per Trieste che vedrà sfilare due tipologie di nazionalismo, ed intanto la città continua a vivere mille problemi, seri, senza ancora una soluzione certa, d'altronde deve essere anche detto che Trieste è afflitta da una sorta di sindrome, quella che io chiamerò ora sindrome di Trieste. Passare velocemente, come una fugace e violenta raffica di bora, dalla malinconia all'euforia, senso del voler fare e senso del non poter fare, senso del voler andare oltre ogni confine ma aver bisogno del confine, che induce nell'individuo una sensazione di vuoto conservando l'esistente rendendolo immune da ogni processo di trasformazione. Trieste città senza una identità specifica ma dalle mille ed infinite identità, dominata e conquistata da diverse situazioni transitorie di potere non riesce a conferire un senso alla propria esistenza se non per il tramite della definizione di un confine, sia esso materiale sia esso ideale. Puoi essere nato sotto un dominio ed essere morto sorto un diverso dominio e vissuto sotto diversi domini, ma i confini hanno sempre caratterizzato la vita delle persone di Trieste conferendo agli stessi un senso anche seppur indefinito di minima identità esistenziale. Trieste senza confine, sia esso ideale che materiale, è come confondere il mare con l'oceano, e dunque non avrai né mare né oceano, ma nel tuo cuore vi sarà sempre il mare e vi sarà sempre l'oceano. Vuoi il confine ma ti batti nello stesso tempo per far cadere quel confine. E nel mezzo di tal paradosso sussiste quel senso di vuoto, tra malinconia ed euforia, che ora ti travolge ora ti raccoglie e spesso ti conduce per le vie infinite dionisiache ove l'irrazionalità è sfogo.
Insomma la dipendenza dal confine, sia esso materiale che ideale, sembra essere essenziale per dare un senso alla propria esistenza. Giusto per chiudere questo strano quadro sottolineo che è nato anche il gruppo Trieste città metropolitana che ha come scopo quello di richiedere il referendum in modo che Trieste possa diventare città metropolitana e usufruire di grande autonomia. Ad oggi conta solo 24 mi piace.




Commenti

  1. Articolo infarcito di banalità, cercando poi di imporre un dualismo dove non esiste, proseguendo alla grande quel gioco del “divide et impera” propugnato regolarmente dai media conniventi con lo status quo.
    Complimenti davvero.



    Peccato che frasi come “intanto la città continua a vivere mille problemi, seri, senza ancora una soluzione certa” cozzi contro l’esistenza INOPPUGNABILE di leggi IN VIGORE — e quindi da applicare.
    Ora.

    Chi decide di continuare nell’illegalità decide di non VOLER trovare soluzioni lecite, chi lavora — giorno dopo giorno — alla messa in legalità dello Status di Trieste e del suo Porto, al contrario, queste soluzioni le persegue, in modo molto pratico e determinato. E per questo fa paura a chi lo status quo d’illegalità lo rappresenta.

    Frasi come “Avevano bisogno di una sorta di nemico da fronteggiare per accelerare i processi che vogliono una riqualificazione del Porto Vecchio ed il contestuale spostamento del punto franco.”
    Rappresentano benissimo la VERA dicotomia per Trieste, che non è quella che gli spompati italianissimi vorrebbero propinare, ma quella fra LEGGE ed ILLEGALITÀ.
    Spostare il punto franco rappresenta l’illegalità di chi vuole tanto male a Trieste da minarne il futuro economico, e tanto bene a sé stesso da ricavarne dei vantaggi (altrimenti, perché insistere)?

    Inutile dire che è un giochino che non gli riuscirà: di azioni illegali, a Trieste, d’ora in poi non ce ne saranno più.
    Gli rimane solo che da APPLICARE la legge, come da prassi in qualunque stato civile.
    Se non lo faranno, si troveranno contro la cittadinanza informata, che è – e sarà – una fetta sempre più numerosa.



    Arrivederci al 15 settembre, ore 16:30, piazza della Stazione.
    Chi partecipa, conta. Chi non partecipa, “divide et impera”.

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