Il
15 settembre è vicino.
Come
ricordato più volte da un lato vi sarà la manifestazione
pomeridiana del Movimento Trieste Libera e dei sostenitori del
Territorio Libero di Trieste, dall'altro si svolgerà, in tarda
mattinata, la manifestazione indetta da Trieste pro patria che
vede tra i sostenitori realtà ben note patriottiche e di destra come
le associazioni Novecento e Pertan, la Federazione degli arditi e il
Comitato 10 febbraio, ma anche da oltre Trieste come gli irredentisti
che giungeranno in città per tale evento. Il
Movimento Trieste Libera è stato “scoperto” dalla stampa che
conta solo da qualche mese, ovvero da quando questo movimento si è
recato a Vienna. Da quel momento in città, grazie al principale
quotidiano, non si parla praticamente che del MTL.
Un
movimento che ben poteva continuare a rimanere nell'indifferenza del
potere ma così non è stato e le ragioni sono strategiche e
comprensibili. Avevano
bisogno di una sorta di nemico da fronteggiare per accelerare i processi che
vogliono una riqualificazione del Porto Vecchio ed il contestuale
spostamento del punto franco.
Il
nemico è stato individuato, si è dato spazio, lo si demonizza ben
sapendo che le ragioni indipendentiste che questo sostiene mai
potranno trovare ragione nei Tribunali italiani, semplicemente perché
i Tribunali italiani devono garantire l'unità territoriale dello
Stato e la Costituzione vigente, e dunque sfruttando a proprio
vantaggio tale situazione. D'altronde, come ho avuto modo di scrivere
in passato, i processi di indipendenza non si conseguono con le carte
bollate. A pochi giorni dal 15 settembre ecco uscire dal guscio un
misto di realtà che confluiranno nel Trieste pro patria. Il
31 agosto creano l'evento su facebook così scrivendo: "il
15 settembre, anniversario dell'odioso diktat del 1947 che in spregio
al tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli ha
decretato l'olocausto delle genti di Istria, Fiume e Zara e
l'accerchiamento di Trieste da confini iniqui, assurdi e antistorici.
E' L'ORA DI SCENDERE IN PIAZZA!RITROVO ALLE ORE 11 IN LARGO BONIFACIO (INIZIO DEL VIALE XX SETTEMBRE) a seguire CORTEO fino a piazza S. Antonio e omaggio ai Caduti del '53"
Il
2 settembre il MTL interverrà sulla loro pagina facebook( quella di
Trieste pro patria), dunque si presume che già fossero a conoscenza
della manifestazione del 15 settembre, ma solamente il 5 settembre circolerà un
post dal seguente
titolo: Provocazioni di stato, dove si sottolineava che “Giunge
così la notizia che per cercare di intimorire i cittadini del TLT la
Questura di Trieste avrebbe pure autorizzato una contromanifestazione
nella giornata delle celebrazioni del TLT.“Il
15 settembre, anniversario dell’odioso diktat del 1947 che in
spregio al tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli
ha decretato l’olocausto delle genti di Istria, Fiume e Zara e
l’accerchiamento di Trieste da confini iniqui, assurdi e
antistorici...”.
Post che sarà
ancora leggibile sul blog di uno dei portavoce del MTL .
Il
6 settembre Trieste pro patria scriverà: “In relazione ad un
delirante articolo ed a vari messaggi privati diffusi oggi in rete,
riguardo alla manifestazione da noi organizzata, precisiamo quanto
segue. Trieste
Pro Patria non cerca e non cercherà mai lo scontro con nessuno. La
nostra manifestazione non intende affatto provocare chi la pensa in
maniera opposta a noi né “intimorire i cittadini” ed è stata
volutamente organizzata in orario e luogo nettamente diversi dalla
manifestazione di Movimento Trieste Libera, proprio per evitare
l'innescarsi di qualsiasi tensione (...)”.
Insomma sembra un gioco a dir poco singolare . Certamente il 15 settembre sarà
una giornata, a parer mio, negativa per Trieste che vedrà sfilare
due tipologie di nazionalismo, ed intanto la città continua a vivere mille problemi, seri, senza ancora una soluzione certa, d'altronde deve essere anche detto che Trieste è afflitta da una
sorta di sindrome, quella che io chiamerò ora sindrome di Trieste.
Passare
velocemente, come una fugace e violenta raffica di bora, dalla
malinconia all'euforia, senso del voler fare e senso del non poter
fare, senso del voler andare oltre ogni confine ma aver bisogno del
confine, che induce nell'individuo una sensazione di vuoto
conservando l'esistente rendendolo immune da ogni processo di
trasformazione. Trieste città senza una identità specifica ma dalle
mille ed infinite identità, dominata e conquistata da diverse
situazioni transitorie di potere non riesce a conferire un senso alla
propria esistenza se non per il tramite della definizione di un
confine, sia esso materiale sia esso ideale. Puoi essere nato sotto
un dominio ed essere morto sorto un diverso dominio e vissuto sotto
diversi domini, ma i confini hanno sempre caratterizzato la vita
delle persone di Trieste conferendo agli stessi un senso anche seppur
indefinito di minima identità esistenziale. Trieste senza confine,
sia esso ideale che materiale, è come confondere il mare con
l'oceano, e dunque non avrai né mare né oceano, ma nel tuo cuore vi
sarà sempre il mare e vi sarà sempre l'oceano. Vuoi il confine ma
ti batti nello stesso tempo per far cadere quel confine. E nel mezzo
di tal paradosso sussiste quel senso di vuoto, tra malinconia ed
euforia, che ora ti travolge ora ti raccoglie e spesso ti conduce per
le vie infinite dionisiache ove l'irrazionalità è sfogo.
Insomma
la dipendenza dal confine, sia esso materiale che ideale, sembra
essere essenziale per dare un senso alla propria esistenza. Giusto
per chiudere questo strano quadro sottolineo che è nato anche il
gruppo Trieste città metropolitana che ha come scopo quello di
richiedere
il referendum in modo che Trieste possa diventare città
metropolitana e usufruire di grande autonomia. Ad oggi conta solo 24
mi piace.
Articolo infarcito di banalità, cercando poi di imporre un dualismo dove non esiste, proseguendo alla grande quel gioco del “divide et impera” propugnato regolarmente dai media conniventi con lo status quo.
RispondiEliminaComplimenti davvero.
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Peccato che frasi come “intanto la città continua a vivere mille problemi, seri, senza ancora una soluzione certa” cozzi contro l’esistenza INOPPUGNABILE di leggi IN VIGORE — e quindi da applicare.
Ora.
Chi decide di continuare nell’illegalità decide di non VOLER trovare soluzioni lecite, chi lavora — giorno dopo giorno — alla messa in legalità dello Status di Trieste e del suo Porto, al contrario, queste soluzioni le persegue, in modo molto pratico e determinato. E per questo fa paura a chi lo status quo d’illegalità lo rappresenta.
Frasi come “Avevano bisogno di una sorta di nemico da fronteggiare per accelerare i processi che vogliono una riqualificazione del Porto Vecchio ed il contestuale spostamento del punto franco.”
Rappresentano benissimo la VERA dicotomia per Trieste, che non è quella che gli spompati italianissimi vorrebbero propinare, ma quella fra LEGGE ed ILLEGALITÀ.
Spostare il punto franco rappresenta l’illegalità di chi vuole tanto male a Trieste da minarne il futuro economico, e tanto bene a sé stesso da ricavarne dei vantaggi (altrimenti, perché insistere)?
Inutile dire che è un giochino che non gli riuscirà: di azioni illegali, a Trieste, d’ora in poi non ce ne saranno più.
Gli rimane solo che da APPLICARE la legge, come da prassi in qualunque stato civile.
Se non lo faranno, si troveranno contro la cittadinanza informata, che è – e sarà – una fetta sempre più numerosa.
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Arrivederci al 15 settembre, ore 16:30, piazza della Stazione.
Chi partecipa, conta. Chi non partecipa, “divide et impera”.