C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Trieste e Gorizia tra le città più visitate in webcam, ma il caso residenze Giustinelli deve essere chiarito





Nel mondo esistono più di 16.000 webcam che riprendono, prevalentemente per motivi turistici, diverse città.  
Skyline è la nuova tecnologia sviluppata da VisioRay® per l'impiego delle webcam a scopo turistico-culturale. Un progetto nato a Catanzaro, che vede Piazza della Borsa di Trieste essere tra le webcam più viste in Italia, la webcam è collocata nelle sede di Radio Punto Zero Tre Venezie. Al secondo posto vi è Gorizia con Piazza della Vittoria.
Come detto, questo progetto ha scopo, per stessa ammissione di Skyline, turistico.
Ora mi si deve spiegare una cosa. Tra le webcam molto visionate vi è anche quella, sempre collocata a Trieste, che riprende 24 ore su 24 le residenze in costruzione di Giustinelli, nella zona di San Vito. Il problema è che quella webcam riprende l'attività dei lavoratori, esercitando un controllo invasivo e diretto sull'operato degli stessi. A tal proposito si deve ricordare che la giurisprudenza, vedi una per tutte la Corte di Cassazione con la sentenza n. 8250 del 17 giugno 2000, afferma, in via consolidata , richiamando l'art. 4, comma 1°, della legge n. 300/70, il divieto di utilizzazione di mezzi di controllo a distanza, tra i quali, in primo luogo, gli impianti audiovisivi, sul presupposto che la vigilanza sul lavoro, ancorché necessaria nell'organizzazione produttiva, vada mantenuta in una dimensione "umana", e cioè non esasperata dall'uso di tecnologie che possono rendere la vigilanza stessa continua e anelastica, eliminando ogni zona di riservatezza e di autonomia nello svolgimento del lavoro. Quella webcam ha avuto più di 16 mila visite. I lavoratori sono a conoscenza dell'esistenza di quella webcam? Hanno prestato consenso a ciò?
Quale privacy e diritti nel tempo della grande tecnologia multimediale?
Un click e puoi connetterti con il mondo ma anche controllare la vita ordinaria di città e delle persone.


Marco Barone









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