Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Papa, la casa di Santa Marta e lo IOR



Come è noto il Monarca Assoluto dello Stato del Vaticano, conosciuto anche come papa, dimora in una stanza della Casa Santa Marta. Ha per ora deciso di continuare a vivere nel residence che ha ospitato i cardinali durante il Conclave invece di trasferirsi negli appartamenti, classici ma anche inquietanti del Palazzo Apostolico visto che hanno conosciuto anche la morte di Papa Luciani, avvenuta dopo appena 33 giorni di pontificato e per cause mai realmente appurate, un papa che aveva deciso di avviare una riforma sostanziale dello Ior. Con Chirografo del 27 giugno 1942 Pio XII erigeva nella Città del Vaticano l'Istituto per le Opere di Religione, con personalità giuridica, assorbendo in esso la preesistente «Amministrazione per le Opere di Religione», il cui Statuto era stato approvato dallo stesso Sommo Pontefice il 17 marzo 1941 e che traeva la sua prima origine dalla «Commissione ad pias causas» costituita dal Sommo Pontefice Leone XIII net 1887. Con successivo Chirografo del 24 gennaio 1944 Pio XII stabilì nuove norme per il regime dell'Istituto stesso, demandando alla Commissione Cardinalizia di Vigilanza dell'Istituto di proporre le modifiche allo Statuto del 17 marzo 1941 che, per l'esecuzione del Chirografo in parola, fossero apparse necessarie. Allo scopo di meglio adeguare le strutture e l'attività dell'Istituto alle esigenze dei tempi facendo, in particolare, ricorso alla collaborazione ed alla responsabilità di laici cattolici competenti, Giovanni Paolo II emanava nel 1990 un nuovo Chirografo, per delineare una nuova configurazione all'Istituto per le Opere di Religione, conservandone il nome e le finalità. La Scopo dell'Istituto è di provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili ed immobili trasferiti o affidati all'Istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità, è rilevante notare che non esiste un sito internet vero e proprio dello IOR.
La suite 201 della Casa Santa Marta è quella ove alloggerebbe il papa, che probabilmente offre maggiore sicurezza allo stesso, altro che segno di umiltà, e nella medesima Casa alloggia anche, coincidenza si dirà, Ernst von Freyberg che è stato nominato presidente dello Ior il 15 febbraio scorso dal Consiglio cardinalizio di sorveglianza dell’Istituto. Ernst Von Freyberg è anche tra i principali esponenti del ramo tedesco dei Cavalieri di Malta.
Il nuovo papa più di una volta ha lasciato intendere che lo Ior necessita di una rivisitazione strutturale. “Non ho ricchezze, la mia ricchezza è soltanto il dono che ho ricevuto, Dio. Questa gratuità: questa è la nostra ricchezza! E questa povertà ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori… Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po’ complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore, no?” Questo quanto anche dichiarato durante la messa celebrata nella Casa di Santa Marta il giorno 11 giugno 2013, principio che si pone in linea con quanto affermato durante la cerimonia di inaugurazione del pontificato “ Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”. Oppure il 24 aprile in una messa ove erano presenti anche i dipendenti dello Ior ricorderà che “quando l’organizzazione prende il primo posto, l’amore viene giù e la chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada”.
Insomma mi viene da pensare che l'espediente di alloggiare presso la Casa di Santa Marta, da un lato è una chiara operazione di immagine, in linea con le parabole di questo papa, sintomo di umiltà, gran pescatore di uomini nel suo modo di presentarsi ma dalla dottrina reazionaria e conservatrice; una umiltà che si scontra con la realtà evidente, con la ricchezza ed il business ed il profitto che la chiesa con tutte le sue mille articolazioni coltiva, dall'altro lato in verità penso che si tratta di una questione di protezione sia personale che complessiva. Dopo la vicenda burrascosa che ha portato alle dimissioni storiche del precedente papa, il caso del corvo sacrificale, dopo anche il precedente di papa Luciani, in un contesto storico e di difficoltà epocale per la Chiesa come quello esistente, quale migliore segnale se non alloggiare nella stessa casa ove alloggia il nuovo presidente dello Ior?
Don Jorge Chichizola riportando uno scambio telefonico avuto con il nuovo papa, in merito alla scelta di vivere, in questa fase, nella citata casa, affermerà che il papa "ritiene che sia bello condividere la tavola, le notizie, i commenti, e non rimanere isolato". Custodia e vigilanza e speranza per conseguire quella concordia che bussa con vigore alle porte del potere per il potere. Chissà che questo papa non stia attuando in via generale all'interno della Chiesa quanto scritto in un messaggio (postumo) da papa Luciani (che doveva rivolgere durante l’ udienza ai procuratori della Compagnia di Gesù, il 30 settembre 1978), un discorso forte e particolarmente critico verso i gesuiti, che non è mai stato pronunciato perché morirà il 28 settembre... “Non lasciate cadere queste lodevoli tradizioni; non permettete che tendenze secolarizzatrici abbiano a penetrare e turbare le vostre comunità, a dissipare quell’ ambiente di raccoglimento e di preghiera in cui si ritempra l’ apostolo, ed introducano atteggiamenti e comportamenti secolareschi, che non si addicono a religiosi. Il doveroso contatto apostolico col mondo non significa assimilazione al mondo; anzi, esige quella differenziazione che salvaguarda l’ identità dell’ apostolo, in modo che veramente sia sale della terra e lievito capace di far fermentare la massa”.


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