Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

FVG cresce l’ecomafia



 pubblicato su bora.la
Legambiente ha presentato il rapporto Ecomafia 2013, ove emergono dati, numeri, cifre, a dir poco impressionanti. Ben 16,7 miliardi di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri effettuati. Aumentano i clan coinvolti (da 296 a 302), quadruplicano i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (da 6 a 25), salgono gli incendi boschivi, cresce l’incidenza dell’abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. Il Friuli Venezia Giulia è al 16° posto nella classifica nazionale,  ma in crescita rispetto al passato, risultano 769 infrazioni accertate,  con una percentuale sul totale nazionale del 2,3%,  si segnalano 628 persone denunciate  e 282 sequestri effettuati ma nessun arresto effettuato.
Che l’ambiente sia un business per le organizzazioni criminali è un fatto notorio, così come è notorio che senza il braccio determinante della pessima politica, che favorisce abusivismi, speculazioni, inquinamento, grandi opere utili solo al capitalismo ma non alla collettività e non certamente all’ambiente, un progresso industriale che continua a non essere compatibile con la tutela sia del paesaggio che della natura, difficilmente l’ecomafia potrebbe incrementare il proprio profitto così come oggi accade.
Il Friuli Venezia Giulia non è immune da questi fenomeni, i numeri di Legambiente sono significativi ma non devono cadere nel dimenticatoio, come spesso accade, sovrapponendo emergenze su emergenze e relegando il rispetto dell’ambiente e della natura all’ultimo posto delle priorità.
Se l’ambiente è bene comune, che lo sia anche nei fatti e non solo a parole per la collettività, oggi è certamente un bene comune per l’ecomafia, per le sue speculazioni e devastazioni.

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