Dopo
le Cl@ssi 2.0 e su più ampia scala, il progetto Scuol@ 2.0 ora è il
momento dell'aula 3.0 L’ITS
“Luca Pacioli” di Crema
ospiterà un incontro di due giorni dal titolo “Aula
3.0: una possibile risposta alla scuola del futuro”,
durante il quale sarà ulteriormente approfondito il tema della
distribuzione degli ambienti di apprendimento e delle nuove
tecnologie come strumenti per l’insegnamento. Il
seminario si terrà dal 27 al 28 maggio 2013
e vedrà protagonista, tra gli altri, Peter
Dourmashkin,
senior lecturer del MIT, il quale presenterà il modello TEAL
(Technology-Enhanced Active Learning), già operativo a Boston, e
terrà delle sessioni di didattica laboratoriale.
Come
nasce l'aula 3.0?
Il
tutto trae spunto dalla collaborazione maturata con
il Massachusetts Institute of Technology – MIT – Cambridge,
Boston – USA (per metodologia Hands o),
Stanford University – California USA
(per strategie didattiche basate sull’inquiry learning),
Krause Center of Innovation - Foothill
College – California USA (utilizzo delle nuove teconologie),
Università di Udine – Italy
(didattica laboratoriale, apprendimento attraverso ricerca),
European Schoolnet Agenzia europea per
l’innovazione scolastica – Progetto FCL – Bruxelles -
Partenariato Ministeri Educazione UE (nuove tecnologie e aula del
futuro)
Muterà,
come è ovvio che sia, perché sarà la nuova architettura a
determinare anche il ruolo dell'insegnante, la funzione stessa del
docente.
Infatti,
all'interno del progetto, si specifica che “L’insegnante non è
più in cattedra, ma non per questo perde il suo ruolo: è ancora
riferimento fondamentale nel percorso di apprendimento, diventa una
guida che si avvicina allo studente per condurlo e sostenerlo
attraverso i processi di ricerca ed acquisizione di conoscenze e
competenze. Deve
favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie intese sia come
strumenti (PC personali, rete Internet, LIM, videoproiettori) che
come risorse (applicazioni opensource disponibili sul web, materiali
multimediali, spazi virtuali di lavoro, clouding computing, ecc).
Deve permettere il report e la
condivisione dei feedback ”.
Insomma
il docente diventerà una sorta di vigilante, e si continuano ad
imporre anglicismi termini e concetti che sono anche
sostanza e che per forza di cose condizioneranno le modalità sia di
mero insegnamento che di apprendimento.
L’
Aula
3.0, si legge sempre nel progetto, “
sarà attrezzata con una lavagna
interattiva, uno schermo di grandi dimensioni con relativo
videoproiettore, due schermi TV a parete; sarà possibile proiettare
le stesse immagini contemporaneamente su tutti gli schermi o
utilizzarli separatamente per condividere informazioni dei singoli
gruppi. Tutti gli studenti potranno accedere all’aula con i propri
portatili e connettersi WIFI alla rete internet ed al Cloud della
scuola; i docenti troveranno pc portatili nei due carrelli di
servizio, collegabili alla LAN, alla alimentazione e al
videoproiettore. Nei carrelli di servizio saranno inoltre disponibili
le stampanti multifunzione wireless, un microfono a cuffia wireless,
una document camera (episcopio digitale)”.
“Sulle
pareti si può proiettare, appendere, scrivere. Le tre pareti
non finestrate saranno infatti attrezzate con pannelli orizzontali”.
“I
tavoli circolari, scomponibili, chiudibili sono la chiave per poter
consentire la massima flessibilità operativa: potranno essere
utilizzati per il lavoro di gruppo consentendo al docente di passare
fra i gruppi o di proiettare immagini su tutti gli schermi, potranno
essere avvicinati agli schermi per condividere le informazioni
all’interno del singolo gruppo, potranno essere divisi e i singoli
moduli utilizzati autonomamente o riaggregati, potranno essere chiusi
per lasciare spazio ad altre attività”.
“L’aula
verrà dotata di una ventina di puff, sedute informali che facilitano
i momenti “progettuali” e di riflessione personale o che
associati alle tribunette consentono di concentrare gli utenti
dell’aula in uno spazio più ridotto”.
Per
dovere di cronaca e di buon realistico senso, il Ministro Carrozza ha
affermato che "Siamo in una situazione drammatica
dobbiamo mettere in sicurezza le nostre scuole, dobbiamo metterle in
grado di proteggere i nostri bambini. Abbiamo bisogno prima di tutto
di un investimento nell'edilizia scolastica e poi abbiamo bisogno di
più insegnanti. Credo che il futuro del nostro Paese si possa
giocare con un esercito di nuovi insegnanti, che davvero ci
permettano di migliorare la qualità del nostro servizio".
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