Se quello che è accaduto
nella serata del 12 maggio 2013, con il programma “La guerra dei 20
anni” , su canale Cinque, fosse avvenuto in un qualsiasi Paese
identificato dall'opinione pubblica come tendente al dittatoriale,
cosa ne sarebbe conseguito? Probabilmente si sarebbe attivata la
solita macchina dell'indignazione, che avrebbe gridato allo scandalo.
Già, scandalo.
Ma in Italia, le critiche
sollevate alla difesa fatta da e per Berlusconi, imputato nel noto
processo Ruby, ove la condanna sembra essere inevitabile, almeno in
primo grado, sono state tenui rispetto al passato.
I motivi sono ovvi,
Berlusconi è il padre fondatore del nuovo governo Letta, ha, in
questo momento, i sondaggi dalla sua parte in caso di immediate
elezioni, dunque sì critica, ma limitata, senza affondare il
coltello della indignazione.
Prigionieri della
strategia ed a fanculo la libertà di informazione.
Essere proprietari di una
televisione, essere processati e difendersi nel corso di un processo,
tramite la televisione, è un qualcosa di anormale. Ma normale nella
democrazia esistente. D'altronde ha governato dal 1994 sino ad oggi,
nonostante tutto. Ma la strada a questa strategia difensiva, che
comunque gli ascolti sembrano non aver premiato, è stata aperta da
anni di cattiva informazione e televisione. Quanti processi sono
stati svolti in televisione? Il conflitto d'interessi non è stato
risolto da nessuna forza politica perché di norma si tende a pensare
a Berlusconi, ma non è così. I conflitti di interesse riguardano
tutti. Pensiamo al Parlamentare la cui moglie o marito, compagna o
compagno, figlio o figlia, nipote ecc siano proprietari di aziende
per esempio nel settore delle rinnovabili, e che questi Parlamentari
si batteranno per l'approvazione di leggi ed incentivi proprio nel
campo dell'energia rinnovabile, è o non è conflitto di interessi? E
di esempi se ne potrebbero fare a centinaia,e Berlusconi ne è stato
e ne era ben consapevole di ciò. Non mi potranno colpire perché
verranno travolti tutti.
Questo sistema marcio e
puzzolente, che è ancora vigente, è quello che ha permesso, in
pieno processo in corso, ad un soggetto, di utilizzare, in prima
serata, una televisione propria, per formulare le proprie difese e la
propria assoluzione. D'altronde in questo sistema mai vi potrà
essere giustizia, perché il sistema fondante la giustizia medesima è
colpevole. Effetti collaterali ma inevitabili del capitalismo, della
democrazia, che non funziona e mai funzionerà per essere quella che
dovrebbe essere, governo del Popolo.
Quale Popolo?
Quello del Pd o di Forza
Italia?
Ad un certo punto vedrai,
nella Villa di Arcore, le bandiere di Forza Italia. Le telecamere le
riprenderanno due volte e con attenzione. Era il maggio del 1994
quando si costituiva il primo Governo Berlusconi, sarà il maggio
2013 quando arriveranno le prime condanne giudiziarie verso
Berlusconi. Un Partito nato dopo un periodo violento, di alta
depressione ed ove la mafia ha fatto quello che ha fatto.
Quelle bandiere,
inquadrate due volte, cosa hanno voluto comunicare?
Siamo tutti coinvolti e
non assolti.
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