Alcuni
parlamentari del Partito Democratico, hanno depositato la Proposta
di Legge A.C.
706
che ha come scopo l’istituzione
di punti franchi nelle seguenti aree:
a)
nel porto di Ancona, nel suo retro-porto, nell’interporto di
Jesi e nell’area artigianale di Senigallia;
b)
nel porto di Livorno, nel suo retro-porto e nell’interporto A.
Vespucci in località Guasticce.
Nelle
aree citate, si applicherà l’esenzione dai seguenti diritti e
imposte:
a)
diritti di confine, dazi doganali, sovrimposte di confine,
prelievi agricoli, restrizioni quantitative e qualitative o qualsiasi
tassa o misura di effetto equivalente; b) imposta sul reddito
delle persone
fisiche,
imposta sul reddito delle società, imposta regionale sulle attività
produttive;
c)
imposta sul valore aggiunto, imposte di registro, imposta
sull’incremento di valore degli immobili, imposte catastali,
imposte ipotecarie, imposte di fabbricazione, imposte erariali di
consumo.
Nei
punti franchi citati, si legge all'interno di questa proposta, in
deroga alla normativa dell’Unione europea, è concesso un regime di
esenzione dai diritti di confine, dalle imposte di fabbricazione e
dalle imposte erariali di consumo per l’immissione al consumo
finale nei territori dei comuni di cui all’articolo 1 di
determinate quantità di merci e di prodotti di imprese operanti nei
punti franchi e giudicati di particolare interesse ai fini degli
obiettivi di sviluppo.
Il
pensiero corre, ovviamente, immediatamente a Trieste. Da un lato vedi
parlamentari del PD battersi per il punto franco a Livorno ed Ancona,
a Trieste, invece, dove il punto franco esiste già e non è
praticamente sfruttato ed è strettamente correlato all'area del
Porto Vecchio, non emerge, da parte della stessa corrente politica
che governa sia la Città che Regione che Provincia, per diverse
scelte politiche economiche e territoriali, alcun reale interesse .
Ma
andando a leggere la proposta di legge che ora si commenta, emergono
dei fattori che devono indurre alla riflessione, seria.
Guardiamo
ad Ancona, che è la diretta concorrente di Trieste, e ciò mi lascia
perplesso, perché le città italiane, non dovrebbero essere in
concorrenza tra di loro, ma operare in modo organico e solidale, ma
oggi ciò è utopia. Ebbene, per quanto riguarda la regione Marche,
essa si colloca come terminale meridionale del corridoio
Baltico-Adriatico (BAC), uno dei dieci corridoi europei di trasporto
prioritario intermodale da realizzare entro il 2030. Si specifica
nella proposta di legge del PD che “ad oggi l’opera, che prevede
infrastrutture (alta velocità, porti, aeroporti)e una più generale
politica di promozione dello sviluppo, è prevista da Helsinki a
Ravenna, ma in Europa è in corso una revisione delle politiche sulle
TEN-T ed è possibile lavorare ad un allungamento verso sud del
corridoio.”
In
questo senso il Parlamento italiano, con una mozione, ha impegnato il
Governo a chiedere questo allungamento verso sud, nell’ambito per
altro della costituzione della macro regione adriatico-ionica.
A
livello strategico, scrivono i firmatari di questa proposta di legge,
“quindi pare opportuno proporre la realizzazione di un nuovo
sub-corridoio europeo in grado di connettere la penisola balcanica
con quella iberica, passante attraverso la piattaforma logistica
dell’Italia centrale, ovvero un’area compresa tra i porti di La
Spezia e Livorno, da una parte, e Ancona, dall’altra. In questo
scenario si inserisce la strategia della macro regione
adriatico-ionica,finalizzata a garantire anche le integrazioni di
carattere infrastrutturale all’interno del processo di allargamento
con i Paesi della ex Jugoslavia.”
Dunque
il punto franco di Ancona e di Livorno, se mai troverà luogo, nell'ottica
sistemica esistente, comporterà la morte dell'attività portuale di
Trieste, perché nessuna volontà di operare in modo organico e
solidale emerge, ma in realtà il vero scopo potrebbe essere quello di accelerare la
realizzazione di opere e corridoi che devasteranno il territorio e
l'ambiente. Questo è a parer mio il vero senso, poi neanche tanto occulto, di tale proposta di
legge.
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