Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Lo stagno di Banne





Percorrendo la via per Basovizza ti capiterà di incrociare un segnale stradale che indicherà vecchio Stagno di Banne ovvero “Stari Kal” di Banne
Un piccolo sentiero carsico, natura e curiosità ed ecco apparir con sorpresa un piccolo stagno.
Opera artificiale, dalle mille peripezie, che solo da qualche anno sembra essere immune da quel degrado tipico che violenta la bellezza del nostro Paese, grazie all'opera anche dei tutori.
E ti avvicini lentamente e silenziosamente per non recar disturbo a chi vive nel piccolo stagno carsico.
E vedrai il tritone immobile sotto la trasparente acqua dello stagno, sia italico che punteggiato e meridionale, vedrai, ma non riuscirai ad immortalare per la rapidità della sua fuga, la biscia dal collare.






 Osserverai il lento nuotare della vita.

Ma sarà possibile vedere anche il rospo mediterraneo o nel pieno della quiete qualche capriolo o cinghiale abbeverarsi.
Libellule e ninfee, profumo di natura e silenzio.
Una piccola conca, mutata in stagno, è in grado, nella sua piccola ma immensa bellezza, di offrir stupore ed armonia, quell'armonia con la natura che viene invocata solo quando la madre di ogni madre si ribella, schiaffeggiando con virulenza l'insensibilità umana.



Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot