Provocazione politica, per alcuni, gesto artistico, per altri. A Gorizia basta esporre cinque bandiere jugoslave per scatenare il solito tradizionale e prevedibile e banale putiferio. Nova Gorica è una città fondata dalla Repubblica socialista jugoslava e ne è ricca di simbolismi della propria identità socialista, e con questa città, Gorizia, condivide il titolo della capitale europea della cultura. La storia di quelle bandiere è interessante, come ha reso noto l’associazione Agorè. Bandiere originali e cucite a mano, concepite per essere esposte alle cinque finestre del salone del Consiglio Comunale, al primo piano del palazzo di corso Verdi, la cui facciata è sormontata ancora oggi dallo stemma della città. Bandiere, che forse furono esposte durante la presenza in città degli jugoslavi, dal 1° maggio al 12 giugno 1945. Ed a proposito di storie di bandiere un documento dell’archivio di stato locale racconta la storia di Maria. Una nota della questura goriziana rip...
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La scuola senza libri, il caso dell' Orestad Gymnasium
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L'Indire, alla voce formazione, pubblicizza un
nuovo modello di scuola che ha trovato vita nell'area vicino a
Copenhagen dove è sorta una scuola secondaria di secondo grado
nell'ambito del più ampio progetto di sviluppo di Orestad
City, l'Orestad Gymnasium. Una scuola
dall'architettura moderna, trasparente, dove gli spazi sono condivisi
dalla comunità studentesca e dove il ruolo del docente è quello di
coordinare l'attività di studio. Tra le cose che mi hanno
colpito di più, rilevato che l'Indire continua a studiare i modelli
di scuola del Nord Europa e ricordo a tutti che l'Indire è parte
integrante di quello che sarà il nuovo Servizio nazionale divalutazione in Italia, è la totale assenza di libri.
Nel video che seguirà
per esempio una studentessa affermerà, in modo solare e sorridente,
che "Nella mia scuola precedente l'edificio era orrendo,
sembrava un vecchio ospedale, non c'erano posti per tutti e c'erano
migliaia di libri". Ipad
che sostituiscono i libri. Una
scuola poco teorica e altamente pragmatica, aperta fino alle nove di
sera e per chi lo desidera, con l'ausilio di una specifica tessera,
anche il sabato e la domenica. "Gli studenti
che vogliono lavorare su un particolare progetto, suonare, produrre
video e utilizzare gli studi e l'attrezzatura della scuola. Possono
richiedere una tessera d'entrata e usare gli ambienti della scuola
durante il weekend", così racconta il preside della
scuola.
Lavorare su un progetto
ed utilizzare gli studi, parole chiare, dal significato evidente che
si inseriscono nel concetto concreto e reale di quel modello di
scuola poco teorica, poco critica e fortemente pratica, la scuola
lavoro. Anche i testi per
gli esami orali saranno scritti dalla classe stessa, ovviamente sotto
la guida dei docenti, è
quanto ricorda ancora il preside della scuola.
Scuola
senza libri? Scuola senza carta? Scuola pratica e poco teorica?
Non
deve essere questo a parer mio il futuro della scuola italiana, la
tecnologia ha certamente un valore aggiunto per la comunità
scolastica, ma non deve essere esclusivo, si deve invece individuare
il giusto equilibrio tra studio tradizionale, con i libri, e le nuove
tecnologie, leggere e studiare sull'ipad non è la stessa cosa che
leggere un testo su un libro tradizionale. Ed in ogni caso in Italia
rilevato che il 40% delle scuole necessitano di manutenzione urgente,
oggi giorno proporre questi modelli di innovazione è un qualcosa di
altamente utopistico. Che senso ha investire in tecnologie, ipad,
tablet quando il luogo che vivi e frequenti quotidianamente è
pericolante? Pensiamo prima alle strutture dell'edilizia scolastica,
cerchiamo di capire dove trovare i fondi per la messa in sicurezza
delle scuole italiane, è questa l'emergenza ordinaria principale nel
settore dell'istruzione di casa nostra, poi in un secondo momento si
può ragionare e discutere su cosa deve essere la scuola del futuro e
come questa debba essere strutturata non solo a livello fisico ma
anche a livello didattico con il giusto equilibrio tra la
tradizionale didattica e le nuove tecnologie.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin...
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