Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La crisi ed i movimenti per l'autonomia e per l'indipendenza in FVG



pubblicato su bora.la
Uno degli effetti collaterali, ma prevedibili, della guerra in itinere all'interno del capitalismo e la conseguente crisi sociale ed economica oggi esistente per milioni di persone, è la voglia di autonomia o di indipendenza da quello Stato che, in tale momento storico, può diventare l'alibi ideale per raggiungere i propri scopi politici.
Identità, senso di appartenenza, nazionalismo in forma ridotta che potremmo chiamare territorialismo identitario.
In Friuli Venezia Giulia esistono sia movimenti che guardano all'autonomismo che movimenti che guardano all'indipendentismo.

L'autonomismo, che è un fattore politico e sociale correlato alla rivendicazione da parte degli abitanti di una data località, ad ottenere maggiore potere decisionale rispetto alla sovranità statale, cui comunque rimane sottoposto il territorio, è particolarmente presente nel Friuli.

Per esempio vi sarà il "MOVIMENTO AUTONOMISTA FRIULANO" che ispira la sua azione ai valori liberali e cristiani che alimentano, a detta loro, la cultura europea. Vogliono l’autonomia e lo sviluppo del Friuli dal punto di vista istituzionale, amministrativo, culturale, economico e sociale, ricollegandolo, sempre a detta loro, alla grande esperienza statuale del Patriarcato d’Aquileia. Riconoscono pertanto il Friuli, inteso quale comunità e territorio compresi tra il Livenza e il Carso, come entità autonoma, nel rispetto dell'ordinamento giuridico e istituzionale della Repubblica italiana e dell’Unione Europea, e considerano l’identità friulana, in tutte le sue espressioni a partire dalla lingua, come valore fondante della comunità .

Poi vi sarà anche il Movimento Friuli che lotta per una maggiore autonomia locale ed in particolar modo per l'istituzione della Regione del Friuli.
In questa categoria inserisco anche il Comitato per l'Autonomia ed il Rilancio del Friuli che opera per l'autogoverno, l'unità e il rilancio culturale, sociale, economico e politico del Friuli nel rispetto dei suoi valori plurilinguistici, ambientali e paesaggistici e della sua coesione territoriale e per la piena valorizzazione del sistema delle autonomie locali nel quadro del sostanziale trasferimento di competenze e funzioni amministrative, con i necessari mezzi finanziari, dalla Regione ai Comuni e alle Province, singoli e/o associati. Il Comitato opera altresì affinché il Friuli, che ha una precisa e robusta identità con profonde radici nella tradizione cristiana aquileiese e nello Stato Patriarcale, sempre a detta loro, collabori con i sistemi delle aree territoriali contermini e rafforzi al suo interno la convivenza fra tutti i gruppi etnici e linguistici.

Una seconda categoria è rappresentata da quelle realtà sociali e di movimento che guardano invece all''indipendentismo che è quel fenomeno politico e sociale caratterizzato dal rivendicare la totale indipendenza di un territorio dalla Sovranità di uno Stato, in questo caso quello italiano.
I principali presenti in regione sono il Front Furlan il quale parla di indipendenza e continuerà a farlo in modo pragmatico con le sue iniziative politiche ed il Movimento per il Territorio Libero di Trieste rivendicando le specificità politiche, legislative, economiche e fiscali determinate dal Trattato di Pace e scrivendo nella dichiarazione di esistenza quanto ora segue:“Noi, il popolo, chiediamo pertanto la piena e completa finalizzazione del Territorio Libero di Trieste.”

E' interessante notare anche il  comportamento in sede di elezioni regionali di alcune di queste forze politiche e sociali, per esempio il MAF avrà una significativa rappresentanza di autonomisti iscritti o vicini a quella associazione nella lista "AUTONOMIA RESPONSABILE, mentre il Movimento per il  TLT farà la campagna per il  non voto attivo.

La crisi reale favorisce queste realtà politiche e sociali, crescono giorno dopo giorno e rimanere indifferenti a ciò vuol semplicemente significare manifestare grande miopia che offuscherà ogni processo di consapevolezza e l'inconsapevolezza condurrà alla violenza.
Non credo che i processi di indipendenza, quelli di autonomia a parer mio sono diversi, si possano conseguire solo con le carte bollate. Le carte bollate sono certamente determinanti per il convincimento od auto-convincimento, ma il diritto è sempre in evoluzione oppure in involuzione, in ogni caso non è e non sarà mai stabile e statico e tali processi  saranno concreti solo con atti rivoluzionari e come la storia ha insegnato le rivoluzioni non si fanno mica con le margherite.
Questi processi sociali devono essere studiati, osservati, rispettati e compresi, chiudersi nell'indifferenza sarà un male, un male sia per la democrazia perennemente imperfetta, che per quella umanità che corre sempre verso una maggiore frammentazione e divisione.
Quale comunità oggi?

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