Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Volantino Invalsi per gli studenti




Lo avevano annunciato e la parola è stata mantenuta.
Cambio radicale di strategia comunicativa.
Seminari, convegni, ed ora anche volantini.
L'InValsi ha iniziato da qualche mese una sorta di campagna per spiegare le ragioni della sua stessa esistenza.
Mi ha colpito tra le tante cose il volantino realizzato per gli studenti.
Da capire se troverà solo diffusione in rete oppure se persone che vogliono l'InValsi effettueranno un vero e proprio volantinaggio presso le varie scuole italiane.
Domande e risposte.
Evidenzio quella che riguarda l'utilità delle prove dell'Invalsi.
L'Istituto risponde scrivendo che le dette prove “servono per monitorare il Sistema nazionale d’ Istruzione e confrontarlo con le altre realtà comunitarie ed europee. In particolare servono a ciascuno studente perché è un diritto conoscere il livello di competenze raggiunto , alle singole istituzioni scolastiche per l’analisi della situazione al fine di mettere a punto eventuali strategie di miglioramento , al Ministero dell’ Istruzione per operare investimenti e scelte politiche “
Diritto di conoscere le competenze, certo, ma di chi?
Del MIUR, dell'InValsi, delle fondazioni private che utilizzano i dati dell'Invalsi per proporre i loro modelli di scuola, per le aziende che producono i libri dell'Invalsi?
Non sono sufficienti gli strumenti di cui sono già dotate le scuole per verificare il livello di competenza acquisito dagli studenti? E poi chi ha deciso che i criteri definiti dall'alto in tema di competenza siano quelli validi e realmente oggettivi?
Si parlerà anche di scelte politiche od operare investimenti, ma di che tipo? Lim, tablet, computer nuovi, nuove tecnologie? Scelte politiche? I risultati delle prove Invalsi devono essere utilizzati per le scelte politiche dei governi in tema di scuola? Ciò dovrebbe indurre ad una seria perplessità, poiché alla fine è la scelta politica operata ab origine che governa lo strumento di ricerca dell'InValsi ed i risultati di quelle prove servono oltre che a rafforzare le scelte politiche adottate in via originaria ad indurre la componente docente a preparare gli studenti affinché possano essere addestrati al processo di invalsione della scuola pubblica mandano all'aria ogni processo di consapevolezza critica. Studiare con lentezza, con la giusta riflessione, non si può.
Ed a proposito di preparazione, l'Invalsi scrive, nel citato volantino, che "per affrontare le prove non è richiesta alcuna specifica forma di preparazione." Però, ecco il però si legge “che se tu, volessi vedere come sono fatte e provare a farle, ricorda che le prove degli anni precedenti sono scaricabili dal sito dell’INVALSI. Per la secondaria di II grado le prove sono uguali per tutti i tipi di scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e quindi non vogliono rilevare le specifiche nozioni apprese in ciascuna di esse ma le competenze di base acquisite durante l’intero percorso formativo.”
Totale dipendenza da internet, nulla di straordinario, è la normalità, ed in ogni caso, come è noto, esistono centinaia di pubblicazioni realizzate da diverse case editrici, per la preparazione a questi test che possono sopperire alla mancanza di internet.
Una cosa è certa, esistono due modelli di scuola, quella voluta dal sistema Invalsi e quella voluta da chi è contro il sistema Invalsi, due modelli e tipi di scuola non confrontabili, per un semplice motivo, sono due sistemi diversi, non compatibili, forse è il caso di spiegare meglio cosa è e deve essere la scuola pubblica in modo più partecipato e diretto, però deve essere anche detto che gli strumenti a disposizione di chi contrasta l'InValsi e tutto ciò che vi è connesso, non hanno le stesse potenzialità del primo, poiché l'InValsi è, in questo momento, in questa fase storica, la scuola voluta dallo Stato e dalle sue leggi e dai grandi sistemi industriali e bancari, si avvale dei canali istituzionali, si avvale della grande stampa, dei grandi media, insomma non sussiste una parità di condizioni, specialmente a livello informativo, per contrastare, non in modo demagogico, ma con cognizione di causa, quello che è l'Invalsi, ed allora l'unica strada percorribile è ed altra non può essere che quella della lotta e dello sciopero, ma prima di ogni cosa, ed è questo il tema su cui si deve insistere, deve essere una battaglia semplicemente ed essenzialmente culturale, sociale, per una scuola della solidarietà, della non produttività, della integrazione sociale, della libertà piena ed incondizionata di insegnamento, della scuola non lavoro.









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