Lo
avevano annunciato e la parola è stata mantenuta.
Cambio
radicale di strategia comunicativa.
Seminari,
convegni, ed ora anche volantini.
L'InValsi
ha iniziato da qualche mese una sorta di campagna per spiegare le
ragioni della sua stessa esistenza.
Mi
ha colpito tra le tante cose il volantino realizzato per gli
studenti.
Da
capire se troverà solo diffusione in rete oppure se persone che
vogliono l'InValsi effettueranno un vero e proprio volantinaggio
presso le varie scuole italiane.
Domande
e risposte.
Evidenzio
quella che riguarda l'utilità delle prove dell'Invalsi.
L'Istituto
risponde scrivendo che le dette prove “servono per monitorare il
Sistema nazionale d’ Istruzione e confrontarlo con le altre realtà
comunitarie ed europee. In particolare servono a ciascuno studente
perché è un diritto conoscere il livello di competenze raggiunto ,
alle singole istituzioni scolastiche per l’analisi della
situazione al fine di mettere a punto eventuali strategie di
miglioramento , al Ministero dell’ Istruzione per operare
investimenti e scelte politiche “
Diritto
di conoscere le competenze, certo, ma di chi?
Del
MIUR, dell'InValsi, delle fondazioni private che utilizzano i dati
dell'Invalsi per proporre i loro modelli di scuola, per le aziende
che producono i libri dell'Invalsi?
Non
sono sufficienti gli strumenti di cui sono già dotate le scuole per
verificare il livello di competenza acquisito dagli studenti? E poi
chi ha deciso che i criteri definiti dall'alto in tema di competenza
siano quelli validi e realmente oggettivi?
Si
parlerà anche di scelte politiche od operare investimenti, ma di
che tipo? Lim, tablet, computer nuovi, nuove tecnologie? Scelte
politiche? I risultati delle prove Invalsi devono essere utilizzati
per le scelte politiche dei governi in tema di scuola? Ciò dovrebbe
indurre ad una seria perplessità, poiché alla fine è la scelta
politica operata ab origine che governa lo strumento di ricerca
dell'InValsi ed i risultati di quelle prove servono oltre che a
rafforzare le scelte politiche adottate in via originaria ad indurre
la componente docente a preparare gli studenti affinché possano
essere addestrati al processo di invalsione della scuola pubblica
mandano all'aria ogni processo di consapevolezza critica. Studiare
con lentezza, con la giusta riflessione, non si può.
Ed
a proposito di preparazione, l'Invalsi scrive, nel citato volantino,
che "per affrontare le prove non è richiesta alcuna specifica forma
di preparazione." Però, ecco il però si legge “che se tu, volessi
vedere come sono fatte e provare a farle, ricorda che le prove
degli anni precedenti sono scaricabili dal sito dell’INVALSI. Per
la secondaria di II grado le prove sono uguali per tutti i tipi di
scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e quindi
non vogliono rilevare le specifiche nozioni apprese in ciascuna di
esse ma le competenze di base acquisite durante l’intero
percorso formativo.”
Totale
dipendenza da internet, nulla di straordinario, è la normalità, ed
in ogni caso, come è noto, esistono centinaia di pubblicazioni
realizzate da diverse case editrici, per la preparazione a questi
test che possono sopperire alla mancanza di internet.
Una
cosa è certa, esistono due modelli di scuola, quella voluta dal
sistema Invalsi e quella voluta da chi è contro il sistema Invalsi,
due modelli e tipi di scuola non confrontabili, per un semplice
motivo, sono due sistemi diversi, non compatibili, forse è il caso
di spiegare meglio cosa è e deve essere la scuola pubblica in modo
più partecipato e diretto, però deve essere anche detto che gli
strumenti a disposizione di chi contrasta l'InValsi e tutto ciò che
vi è connesso, non hanno le stesse potenzialità del primo, poiché
l'InValsi è, in questo momento, in questa fase storica, la scuola
voluta dallo Stato e dalle sue leggi e dai grandi sistemi industriali e bancari, si avvale dei canali
istituzionali, si avvale della grande stampa, dei grandi media,
insomma non sussiste una parità di condizioni, specialmente a
livello informativo, per contrastare, non in modo demagogico, ma con
cognizione di causa, quello che è l'Invalsi, ed allora l'unica
strada percorribile è ed altra non può essere che quella della
lotta e dello sciopero, ma prima di ogni cosa, ed è questo il tema
su cui si deve insistere, deve essere una battaglia semplicemente ed
essenzialmente culturale, sociale, per una scuola della solidarietà,
della non produttività, della integrazione sociale, della libertà
piena ed incondizionata di insegnamento, della scuola non lavoro.
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