Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Quando la critica diventa troll



Spread, cheating, scouting, troll, inglesismi che si impongono nel bel mezzo della ricca lingua italiana. Termini associati ad eventi, fatti, notizie, che nella frenesia della informazione mediatica riescono ad ancorare nel porto del pregiudizio l'elemento chiave che condizionerà il libero pensiero di una massa sempre meno critica e sempre più vincolata ai dogmi decisi dal sistema.
Ed allora sarò eretico nel dire che l'operazione troll è pericolosa.
Il Troll, come ora usato in internet, trae ispirazione dalla creatura umanoide diffusa nel Nord Europa, che si pietrificava quando veniva colpita dalla luce del sole, e per questo motivo si muoveva solo di notte, era malvagia anche se birichina, aveva un aspetto orripilante, era violento e puzzava.
Associato ad internet il troll è colui o colei che abusa dello strumento della critica inondando di messaggi blog, siti internet, social , la rete, con fini dubbi.
E' difficile riuscire a provare che dietro il troll vi possa essere una società, una persona o più persone pagate per criticare anche in modo aspro certi e dati articoli od interventi, così come è difficile provare che una critica sia un troll, ma è facile,appunto, nel pregiudizio diffuso, una volta denunciato, senza prove, l'esistenza del fenomeno, associare la critica dura ed aspra al troll.
Il passaggio è breve.
Se la critica viene identificata come troll, quale libertà di pensiero?
Ed infine i tanti commenti positivi, a favore dei vari interventi od articoli, come devono essere chiamati? Elfi?

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