La
recente operazione condotta dalla Polizia e Squadra Mobile, Guardia
di finanza di Catanzaro e Trieste, Gico, carabinieri del Ros, che ha
comportato il sequestro di beni per un valore di 35 milioni di euro,
operazione che ha determinato anche il fermo di 24 persone ritenute
legate alla cosca Mancuso di Limbadi (Vv), non deve sorprendere ma
non deve neanche lasciare indifferenti.
Già
in passato la COMMISSIONE ANTIMAFIA DELLA XV LEGISLATURA, denunciava
proprio la presenza di “locali” di ‘ndrangheta legati ai
“Mancuso” e segnalava la zona del Friuli Venezia Giulia come
luogo di operazioni di riciclaggio riconducibili alla stessa
famiglia.
Ed
ecco che proprio in una banca del Friuli Venezia Giulia gli uomini
della cosca avevano inviato diverse somme di denaro che a breve, da
quello che si è compreso, sarebbero state investite in regione se
non proprio a Trieste per essere riciclate.
Conosco
la mia terra di origine, la Calabria, massacrata dalla 'ndrangheta,
conosco le zone e la realtà da dove provengono queste 'ndrine, e
quello che voglio evidenziare è che l'operazione condotta dalla
Magistratura e dalle Forze dell'Ordine non deve cadere nel novero
della normalità e della ordinarietà.
In
tempo di crisi, le organizzazioni criminali, in particolar modo la
'ndrangheta, ha grandi possibilità di riciclare danaro, in immobili
ed in attività imprenditoriali, piccole in particolar modo, ma anche
in partecipazioni sociali, in aziende in forte crisi di liquidità.
Trieste è una città che può fare gola alla 'ndrangheta così come
Gorizia ed altre realtà regionali che soffrono più di altre la
crisi sociale ed economica del sistema perdurante ed esistente. E poi
non dimentichiamo che Trieste si trova in una posizione strategica,
che apre le porte alla terra dei casinò della Slovenia, terra che
soffre in modo tremendo la crisi attuale, dove non dovrebbe stupire l'esercizio eventuale dell'attività di riciclaggio delle mafie, e nello stesso tempo
Trieste può facilitare via terra, mare e via ferroviaria il
trasporto di merci che possono in una certa misura essere utili anche
alla criminalità organizzata.
Non
sottovalutiamo ciò che è accaduto, e pertanto invito la
cittadinanza a ribellarsi sin da subito, a dire no alla 'ndrangheta,
non solo a parole ma a fatti, anche con una manifestazione cittadina.
Farsi
vedere e sentire è importante se non determinante già da quando si
hanno i primi segnali forti della presenza di questo fenomeno
criminale e para-massonico.
Altrimenti,
inevitabilmente, il silenzio e l'indifferenza consentirà alla
'ndrangheta di conquistare anche Trieste ed il Friuli Venezia Giulia.
La
'ndrangheta non può essere fermata e sconfitta unicamente dalle
forze dell'ordine o dalla magistratura, è vitale ed essenziale la
consapevolezza e la partecipazione attiva di tutta la comunità.
Parliamo
di 'ndrangheta quella che la prima parte della Relazione della
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA E SULLE
ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE, approvata il 25
gennaio 2012 tende a definire, ancora una volta, come «la piu`
potente organizzazione criminale al momento esistente in Italia»,
per due ordini di motivi. In primo luogo, la ’ndrangheta a far
tempo dai primi anni 2000 si e` estesa dal punto di vista
territoriale dalla Germania al Canada, dall'Australia ai paesi del
Sud America, dall'altro perché, con facilità estrema, si e`
infiltrata ed insinuata nel tessuto economico, imprenditoriale,
istituzionale e politico (soprattutto periferico) della societa`,
acquisendo il monopolio di interi settori economici (come il
movimento terra, la concessione di finanziamenti a soggetti in
difficolta`, gli appalti), allungando i propri tentacoli alle
istituzioni pubbliche a livello degli enti locali (giunte comunali o
provinciali, ASL), soddisfacendo i propri appetiti attraverso la
acquisizione di societa` in crisi o attraverso la costituzione di
societa` fiduciarie fittiziamente intestate a, quella che la citata
relazione, definisce come teste di legno compiacenti .
Si
ricorda che la circostanza che la “’ndrangheta sia una delle piu`
ricche e potenti mafie del mondo fa sı` che questa organizzazione
criminale abbia ingentissime disponibilita` di denaro liquido
(derivante in particolare dal dominio nel settore del traffico di
sostanze stupefacenti), che deve far rientrare nei canali leciti di
ricchezza, attraverso operazioni di pulizia e riciclaggio, anche al
fine di successivi reinvestimenti; cosı`, vi e` la necessita` per la
’ndrangheta (al pari di tutte le mafie meridionali) di utilizzare i
proventi illeciti in attivita` d’impresa o in acquisti immobiliari
in luoghi di pregio o comunque in attivita` legali e redditizie.
Ancora, e` evidente la circostanza che la ’ndrangheta mostri,
ovunque si estenda, grande capacita` mimetica e di rapido adattamento
ai luoghi”. Ed il Friuli Venezia Giulia, come dimostrato
dall'operazione che ha portato al sequestro di beni per 35 milioni di
euro, è all'attenzione di questa organizzazione.
Organizzazione
che non si arresta facilmente ed una volta che ha puntato il suo
obbiettivo questo lo vuole conseguire a qualsiasi prezzo, anche per
ragioni innate di orgoglio oltre che meramente economiche e
finanziarie.
Nella
relazione del 25 gennaio 2012 si sottolinea che tra i fattori che
hanno contribuito allo sviluppo della criminalita` organizzata sono
stati determinanti la disoccupazione fortissima e lo scarso senso
civico da un lato e dall'altro l’alleanza della ’ndrangheta con
il mondo imprenditoriale. Alleanza che non e` un fatto eccezionale,
ma un modo di fare impresa: la societa`( società come viene chiamata
la 'ndrangheta tra i suoi aderenti) ed il suo titolare rappresentano
una dotazione strumentale indispensabile per la realizzazione dei
fini economici della associazione.
Dunque
vigilanza massima e dobbiamo dire in modo chiaro preciso e conciso no
alla 'ndrangheta che in questo periodo di crisi troverà terreno
fertile anche a Trieste ed in FVG.
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