C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il degrado dell'ex Silos di Trieste, nonostante tutto continua



Da anni si denuncia il degrado dell'area circostante l'ex Silos di Trieste che attualmente ospita un parcheggio coperto, da centinaia di posti auto e poco frequentato, nonché la locale autostazione.
E' situato praticamente in centro città e sarebbe il biglietto da visita per le persone che giungono a Trieste con il proprio mezzo e decidono di parcheggiare in quell'area oppure per coloro che arrivano con l'autobus.
Un palazzo da tempo circondato da reti metalliche, per il rischio caduta di intonaco od altro, reti che circondano anche due targhe che ricordano eventi storici diversi.

Una targa del comune di Trieste, con una corona collocata sulla rete metallica, ricorderà che in quel luogo vi è stato il passaggio degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia accolti a Trieste dal 1947,


 una seconda targa invece, collocata dall'ADPPIA che nei venti mesi di occupazione tedesca (1943/45) partì da quel luogo, la maggior parte dei trasporti della morte diretti dall'Italia ai campi di sterminio nazisti, attraverso i binari dell'area commerciale,con vagoni chiusi o aperti, i vagoni della disumanità.

Storia e degrado convivono.
L'entrata del parcheggio è ancora oggi assediata dall'immondizia, dalla precarietà di una struttura che continua a tenere aperto il dibattito politico in città.
Fiumi di parole che si perdono nella realtà dell'incuria perdurante.

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