Nello
Statuto dell'InValsi si legge che, tale ente di ricerca, ha tra i
vari compiti e funzioni quella di concorrere alle azioni di sviluppo
della cultura del merito promosse dalla “Fondazione per il merito”.
Cosa è la Fondazione
per il merito?
Voluta dall'ex Ministro
dell'Istruzione Gelmini, è, come si legge testualmente sul sito del
dipartimento del tesoro, una partnership pubblico-privato, promossa
in collaborazione fra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e
il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, con
l’obiettivo di sostenere e incentivare percorsi formativi di
eccellenza.
Nel documento illustrativo, che spiega cosa sarà la detta fondazione, emerge che i
privati
potranno
apportare capitale al patrimonio della Fondazione diventandone
“membri partecipanti” e influenzare
le strategie e
che la Fondazione, con l’assistenza dell’INVALSI, somministra le
prove e redige la graduatoria considerata.
Si
specifica che la
Fondazione per il Merito potrà infine facilitare la creazione di
proficue relazioni tra gli studenti meritevoli del Paese e tra questi
e le imprese più ambite ma che a
differenza dei sistemi degli altri Paesi, il focus
è
sul merito e non sul reddito anche se, operando prevalentemente con
il meccanismo dei prestiti, i soggetti interessati a usufruire dei
finanziamenti della Fondazione saranno presumibilmente quelli
caratterizzati da un vincolo di bilancio stringente .
Istituita dal cosiddetto “Decreto Sviluppo” (art. 9, commi
3-16 del D.L. 70/2011), la Fondazione per il merito ha l’obiettivo, dunque, di sostenere la formazione universitaria dei giovani
attraverso un sistema di prestiti e premi di studio a favore degli
studenti più “meritevoli”.
Il sistema, disegnato sui modelli internazionali di finanziamento
alla formazione universitaria, ha come obiettivi:
promuovere la cultura del merito;
incentivare la mobilità degli
studenti verso gli Atenei più qualificati;
favorire l’autonomia dei giovani
dalle proprie famiglie;
- colmare la mancanza di un sistema di prestiti universitari in
Italia permettendo al nostro Paese di uniformarsi alle migliori
pratiche internazionali in materia di sostegno finanziario agli
studenti universitari.
Ovvero
è una fondazione, che a regime costerà 100 milioni di euro, come si
legge sul sito del dipartimento del tesoro, per finanziare le
eccellenze che andranno ad arricchire il profitto di qualche azienda
italiana.
E
l'InValsi si presterà a questa opera con l'ausilio del MIUR e con
l'ausilio di finanziamenti pubblici oltre che privati.
Insomma penso sia chiaro cosa comporterà il sistema InValsi nella scuola pubblica italiana.
Ente di ricerca che dovrà indirizzare, per forza di cose, l'attività didattica, ed offrire al panorama del grande capitale italiano, i migliori studenti, secondo la loro concezione di migliore, per arricchire il profitto di poche elitarie realtà. Ciò a discapito della formazione del pensiero critico e del libero cittadino, poichè la scuola non deve "produrre"cittadini, ma lavoratori di serie A e B, non a caso il Vales, che è in corso di sperimentazione, afferma che una ‘buona scuola’, anche nei percorsi liceali, è una scuola che
aiuta i propri alunni a orientarsi nel mondo del lavoro e
delle professioni.
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