Smofobiamo Trieste
Venerdì 21 dicembre alle
ore 17 sotto il Palazzo della Curia, in via Cavana a Trieste, il
Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste insieme ad un
gruppo di cittadine e cittadini aveva organizzato un sit in di
protesta contro le recenti dichiarazioni omofobiche del Papa, che ha
attribuito alle coppie omosessuali la volontà di danneggiare,
destabilizzare e oscurare la famiglia.
Per ragioni di ordine
pubblico e per turbativa di ragioni di sicurezza la protesta sotto il
palazzo della Curia è stata vietata, concedendo invece un presidio
nella solita Piazza della Borsa di Trieste.
Probabilmente le ragioni
di ordine pubblico che hanno determinato questa scellerata scelta
sono duplici ovvero le recenti contestazioni contro il
rigassificatore che hanno visto l'interruzione di un convegno
presieduto dal locale Vescovo ed il periodo natalizio.
Già perché protestare
sotto la Curia a pochi giorni dal natale non si può mica fare.
Sarebbe una provocazione che turberebbe il loro natale, quello della
Chiesa.
Tutto credibile perché
successo e la conferma è data dal fatto che al presidio indetto per
sabato 12 gennaio 2013, dunque dopo il periodo natalizio, nessun veto
questurino è emerso.
La Questura,
probabilmente su pressione diretta o meno del Clero, ha deciso di
porre un divieto intollerabile, ingiustificabile, inaccettabile
pro-salvaguardia tradizione natalizia, la loro.
Questo Paese, che sarebbe
sulla carta laico, dunque aconfessionale, patisce ogni giorno
l'ingerenza nelle cose interne da parte dello Stato estero del
Vaticano.
Quale provocazione?
Chi istiga alla violenza,
alla denigrazione della dignità è Stato chi ha violentato la
dignità dell'essere umano e chi sostiene tale complicità e non
certamente chi si è visto negare un diritto democratico e
fondamentale.
Trieste ha vissuto
l'ennesima pagina buia di quella che io ora definisco
#Vaticanocrazia.
Si è rifiutato il
compromesso, quello di Piazza della Borsa, e si è deciso di non
scendere in piazza lasciando un vuoto.
Un vuoto silenzioso
che manifesterà paradossalmente con la non presenza dei manifestanti
tutta la forza e la violenza del dissenso, un vuoto che rappresenterà
quel vulnus che oggi vive la nostra malata democrazia.
Il 2013 vedrà come tema
prevalente la battaglia proprio contro l'omofobia ed a Trieste,
salvo imprevisti, verrà realizzata una grande manifestazione
nazionale su tale tema.
A parer mio, criticando
la campagna istituzionale sull'omofobia e mutando la direzione da
essa imposta, l'omofobia è l’avversione motivata e razionale alle
persone omosessuali e non immotivata ed irrazionale, come sostenuto
dalla detta campagna.
L'omofobia non è una
malattia, cosa che invece veniva sostenuta sempre dalla campagna del
Governo contro l'omofobia, è uno stato pregiudiziale fomentato da
falsi valori conservatori e tradizionali il cui unico scopo è
preservare quel potere secolare che arde ogni speranza di umanità.
Una società sarà liberà
di essere comunità solo quando affonderà nelle acque dell'oceano
della memoria perduta quel sentimento di odio razionale perché
figlio di una idea pensata e coltivata e motivato perché figlio
della peggiore ignoranza di stato che alimenta ogni fobia verso
l'individuo.
Non parlerò di
differenza, perché parlare di differenza vuol dire riconoscere
l'essere diverso, nessun essere è diverso, siamo tutti esseri umani.
Vi sarà il vero no
all'omofobia solo quando lo Stato sarà libero dal potere secolare di
quella Chiesa anche istituzionale che giustifica ed istiga ogni fobia
verso il diritto a vivere come voglio la mia vita umana e con il
pieno riconoscimento di tutti i diritti civili ivi inclusi quelli che
tradizionalmente vengono esclusivamente riconosciuti alle famiglie
tradizionali.
Fino a quando ciò non
accadrà, le carte costituzionali, i trattati, le campagne, saranno
solo delle pagine bianche, vuote, il diritto sarà solo diritto
astratto.
Riempiamo la nostra
agenda quotidiana con il diritto ad esseri umani.
Deve passare un concetto
semplice semplice, chiaro chiaro, preciso preciso. Chi è contro i
diritti civili pro persone omosessuali, è OMOFOBO! Senza se e ma,
punto.
Umanamente provo un
gran senso di vergogna per Trieste, per questa situazione e negazione
di diritti basilari, ma a parer mio ora deve essere l'opinione
pubblica, la cittadinanza, la comunità a pretendere la democrazia
contro l'imposta e vigente Vaticanocrazia.
Esprimo tutta la mia più umana e viva solidarietà al Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste, a tutte le cittadine e tutti i cittadini che oggi hanno subito l'ennesima violenza di Stato.
xcolpevolex
Aggiornamento: Il circolo Circolo Arcobaleno Arcigay
Arcilesbica Trieste a cui va la mia massima vicinanza e solidarietà
accoglie la mia provocazione.
Comunicato stampa
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