Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Per il Ministro dell'Interno dire no alla TaV è autocondanna al declino




Il Ministro dell'Interno durante l'audizione davanti alla I Commissione Affari costituzionali della Camera si è soffermata tra le tante cose sulla problematica Val di Susa affermando che «L'ammodernamento» della rete di trasporti italiana, secondo il ministro dell'Interno, «non può dismettere i suoi progetti di sviluppo sotto l'influenza della pressione della piazza senza autocondannarsi ad un futuro di declino».


Come è noto il Ministero dell'Interno ha delle funzioni ben definite dal Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive modifiche ed integrazioni, ove emerge che è compito del detto Ministero quello di attivarsi per la garanzia della regolare costituzione degli organi elettivi degli enti locali e del loro funzionamento, finanza locale, servizi elettorali, vigilanza sullo stato civile e sull'anagrafe e attività' di collaborazione con gli enti locali; garantire la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e coordinamento delle forze di polizia; garantire l' amministrazione generale e supporto dei compiti di rappresentanza generale di governo sul territorio; garantire la tutela dei diritti civili, ivi compresi quelli delle confessioni religiose, di cittadinanza, immigrazione e asilo


Tanto ricordato il Ministro dell'Interno non può, proprio per le funzioni che governa, dichiarare ciò che ha dichiarato poiché esula, anche eticamente, dalle sue competenze e funzioni di garanzia proprie del Ministero dell'Interno.
Certo, si dirà, ma i fatti da tempo dimostrano ciò che ora ha espressamente dichiarato.
E' vero, ma il peso delle parole, specialmente se manifestate in sede istituzionale, possono avere il potere di demolire il tempio dell'abuso dello Stato di diritto.
Le forze dell'ordine schierate in Val di Susa, specialmente a protezione del sito dichiarato area di interesse strategico nazionale, non difendono un luogo sensibile né un diritto della cittadinanza e della sovranità popolare ma una idea di sviluppo e progresso che è appunto una idea di parte, minoritaria ma di potere ed imposta con la violenza di provvedimenti legislativi e con il sopruso della democrazia diretta e partecipata.
D'altronde le ragioni, ben motivate, da parte della comunità locale sono note. La linea costerebbe circa 20 miliardi di euro; risulterebbe un 'opera del tutto inutile, dal momento che esiste già un collegamento ferroviario tra le due città utilizzato, per quanto riguarda il decisivo trasporto di merci, attualmente a circa il 10% delle sua potenzialità. Il passaggio di merci lungo tale direttrice è in costante calo da dieci anni a questa parte; la realizzazione stessa dell’opera produrrebbe un numero di posti di lavoro estremamente contenuto rispetto alla spesa; per di più si tratterebbe comunque di lavoro per la grandissima parte non specializzato e a tempo determinato; il dispendio di energia per la realizzazione della linea sarebbe tale da rendere il trasferimento merci su di essa più inquinante rispetto a qualsiasi altra soluzione di trasporto utilizzabile; infine tale opera comporterebbe la distruzione irrimediabile di beni non rinnovabili come il territorio e le falde acquifere.

Siamo tutti bravi a scrivere trattati e costituzioni formali.
Penso per esempio alla Convenzione europea sulla tutela del paesaggio che riconosce giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, ed espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità, per non parlare della nostra tanto evocata costituzione, ma sostanzialmente raggirata e denigrata.
Carte e parole smentite dalla realtà.
Quel Ministro difende una idea di sviluppo non condivisa democraticamente dalla comunità, si è in presenza di un vero abuso dello Stato di diritto e l'abuso altro non è che la morte medesima dello Stato di diritto.
In un Paese democratico, tale Ministro, per quelle dichiarazioni, si sarebbe dovuto dimettere, ma in Italia, visto che di democratico non vi è nulla, così non sarà.

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