Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Come distinguere il vero mendicante dal falso mendicante?



Ultimamente a Trieste, tra striscioni inneggianti l'omofobia, divieti di manifestare contro l'omofobia sotto il palazzo della Curia ed allontanamenti di persone che chiedono l'elemosina davanti alla chiesa, vive una situazione buia.
Buia come gli anni che hanno tormentato il nostro non più bel Paese e rimpianti da alcuni nostalgici, già nostalgici di un periodo, quale quello fascista, esclusivamente criminale.
La giostra dell'intolleranza continua a girare.
Sul caso elemosina, un recente intervento pubblicato come lettera del giorno sul giornale di Trieste, il Piccolo, evidenziava il rimpianto dei vecchi cerini, ovvero della Venezia Giulia Police Force (VGPF), detta anche Polizia Civile operante a Trieste sino al 1961 circa e ben nota per la sua mano poco morbida.
E' vero che varie volte dietro il fenomeno dell'accattonaggio si nascondono questioni delinquenziali, ma il problema non può essere solo giuridico e penale.
Il problema nella maggior parte dei casi è sociale e di percezione del fenomeno.
Come distinguere il vero mendicante dal falso mendicante?
Come distinguere la questua "civile" dall'accattonaggio illecito?
I cittadini non sono poliziotti e non devono essere poliziotti, i cittadini nella loro libertà possono scegliere se conferire l'elemosina o meno, nessun atto di costrizione emerge in tal senso. Le forze dell'ordine hanno gli strumenti a disposizione per venire a conoscenza, come già accaduto anche a Trieste, se dietro certe situazioni si celano questioni delinquenziali o meno, ma attenzione a generalizzare, perché questo fenomeno a causa della crisi reale è destinato a crescere e divenire sempre più impattante, così come attenzione a non vivere il fenomeno nell'indifferenza o nel totale pregiudizio.
Spesso la questione è figlia di una percezione abitudinaria . Nessuno scandalo per esempio emerge quando durante la celebrazione della messa viene chiesta l'oblazione, senza sapere spesso a chi andrà nello specifico quell'offerta, però quando all'esterno della chiesa troverai qualcuno o qualcuna chiedere l'elemosina, ecco nascere il sentimento del fastidio, perché contro l'imposto decoro pubblico, perché atto indegno e forse, senza avere alcuna prova, verrà con pregiudizio concepito come gesto delinquenziale.
Eppure il gesto è lo stesso, offerta ai poveri.
Ciò che cambia è il soggetto richiedente e la fiducia che si ripone verso il soggetto medesimo.
Perché il problema dell'elemosina di norma esplode quando i fatti si realizzano proprio nei pressi della chiesa? Perché l'elemosina se verrà chiesta in angoli bui o nefasti della città non è più un problema? A prescindere dal fatto che vi possa essere o meno una situazione delittuosa come la riduzione in schiavitù?
E' una questione di come la sensibilità viene urtata e dove viene urtata.
Luogo, fiducia e pregiudizio.
Elemosinare in periferia è, salvo rari casi, tollerato, davanti alla chiesa o nel salotto cittadino no, ed ecco che si scopre il problema dell'elemosina invocando anche la repressione più esasperata.
Con la crisi reale figlia delle peggiori speculazioni finanziarie e bancarie questo fenomeno è destinato ad incrementare, la soluzione non è quella repressiva, perché fallimentare, è culturale e sociale e specialmente di buon senso e buon senso vuole che non si può fare con tutto il fieno lo stesso covone.





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