Ha creato scalpore il caso
dell'emendamento, voluto dal PD, che sblocca 223 milioni a favore
delle scuole paritarie e non statali tanto che lo stesso Pd è dovuto
intervenire, tramite i suoi apparati, per specificare che sarebbe
stata fatta cattiva informazione e che i soldi, in particolar modo il
90% dei 223 milioni di euro,non andavano alle scuole private, ma
solamente a quelle dell'infanzia paritarie e non statali.
Prima problematica il 10% dei 223
milioni di euro a chi va?
Parliamo di una cifra rilevante, che
si aggira intorno ai 20 milioni di euro.
I
docenti idonei ad altri compiti, che da ben due anni vivono l'inferno
e vedono peggiorare ulteriormente il proprio stato di salute, a causa
della manovra del governo che li vorrebbe dequalificati d'ufficio in
Ata, per il 2012 avrebbero potuto vivere tranquillamente la loro
situazione proprio con quel 10 %. Ciò perché sono circa 24 milioni
di euro il risparmio per il 2012 calcolato dal governo, derivante
dalla mancata assunzione di personale precario ATA, i cui posti
dovrebbero essere coperti dai docenti idonei ad altri compiti con la
dequalificazione d'ufficio. Parliamo di quote contabilizzate sulla
testa dei dipendenti pubblici. E questa cifra si avvicina a quel 10 %
di cui non è dato con certezza sapere a chi andrà, ma è facile
intuirlo.
Seconda
problematica, cosa sono le scuole dell'infanzia paritarie
convenzionate con gli Enti locali e finanziate in sostanza dallo
Stato?
La
Scuola Paritaria pur essendo in sostanza privata, quindi gestita da
enti religiosi, laici, cooperative, associazioni, è riconosciuta dal
Ministero della Pubblica Istruzione con un decreto e dovrebbe
rispettare obbligatoriamente criteri normativi, pedagogici,didattici
ed etici della Scuola Statale Pubblica.. Il sistema pubblico
integrato di scuole dell'infanzia comprende, oltre alle scuole
d'infanzia comunali e statali, anche le scuole a gestione privata
convenzionate con il Comune di riferimento. Ogni scuola stabilisce
autonomamente le modalità di iscrizione, gli eventuali criteri di
precedenza e le tariffe di norma senza l'apertura di un vero e
proprio bando.
La Legge 10 Marzo
2000, n. 62 afferma che alle scuole paritarie private è assicurata
piena libertà per quanto concerne l'orientamento culturale e
l'indirizzo pedagogico-didattico. Tenuto conto del progetto educativo
della scuola, l'insegnamento è improntato ai princípi di libertà
stabiliti dalla Costituzione. Le scuole paritarie, svolgendo un
servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto
educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti
con handicap.
Il progetto educativo indica l'eventuale ispirazione di carattere
culturale o religioso. Non sono comunque obbligatorie per gli alunni
le attività extra-curriculari che presuppongono o esigono l'adesione
ad una determinata ideologia o confessione religiosa.
Ma
la realtà sembra insegnare altro.
Le
scuole paritarie convenzionate con gli Enti locali sono in prevalenza
confessionali ed in secondo luogo gestite dalle cooperative.
Ed
è noto che il sistema delle cooperative è sostenuto proprio dal PD.
Sono
scuole che hanno dei costi che si possono aggirare intorno ai
2.040,00
euro annui per le famiglie .
Quelle
statali, poche, invece sono un servizio scolastico gratuito; ma
alle famiglie è richiesto di partecipare al costo della mensa e del
prolungamento di orario, quando richiesto. La
tariffa mensile per la frequenza al servizio, verrà definita sulla
base dell’Indicatore ISEE (Indicatore della situazione economica
equivalente del nucleo famigliare) che si aggira intorno ai 140
euro mensili
Ma
cosa viene insegnato ai bambini nelle scuole paritarie
“confessionali” convenzionate con gli Enti locali?
La
rete ancora una volta si dimostra essere una grande risorsa.
Chiaramente non si deve fare di tutto il fieno lo stesso covone, ma sarà utile quel fieno per capire quale sia il covone principale italiano.
La
maggior parte dei POF che ho visionato prevedono il Riconoscere
nell’altro il volto di Cristo, Esprimere con il linguaggio del
corpo la sue esperienza religiosa, Riconoscere alcuni linguaggi
simbolico e figurativi tipici della vita dei cristiani, Imparare
alcuni termini del linguaggio cristiano ascoltando semplici racconti
biblici, Osservare con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo
come dono di Dio crea-tore.
Altri
Pof indicano per esempio la previsione di una
cappella
(per iniziare anche i piccoli a ritualità di contatto con
l’esperienza religiosa) .
Altri
ancora invece sono talmente generici dove vi può rientrare di tutto
e di più ma sempre nel rispetto, omologato di questi parametri:
trasformazione della realtà,
l’immaginazione e l’intuizione, la narrazione,la
simbolizzazione dove facilmente può rientrare il precetto religioso.
Altre
ancora invece affermano, senza mezze misure che:
Accanto
e insieme a loro( personale religioso) operano gli insegnanti laici.
Fin dall’apertura delle loro scuole, le Suore della Riparazione si
sono avvalse largamente della collaborazione dei laici nell’opera
educativa, mantenendo per sé la responsabilità della direzione e
dell’animazione religiosa. Gli insegnanti laici, cui l’Istituto
conferisce l’incarico di insegnamento, sono – e sempre più
devono sentirsi in realtà - espressione viva di comunità
ecclesiale, la quale svolge la propria missione evangelizzatrice
anche attraverso la scuola cattolica.
Ma
vi è di più.
In
rete vi è una bozza di convenzione, tra il Comune di Imola ed alcune
scuole paritarie convenzionate, che dovrebbero percepire solo per il
2012/2013 €
16.100,00 per ogni sezione; una delle scuole convenzionate attua la
seguente scala di valori per la graduatoria d'iscrizione :
Bambino/a
residente e/o avente i nonni residenti nel territorio della
parrocchia:
punti
40
Bambino/a
con genitore diversamente abile o affetto da grave infermità
(non inferiore al 75%) o disagio (documentato dal Consorzio Servizi
Sociali): punti
35
Criteri
di prevalenza a dir poco discutibili.
Ed
allora rilevato anche che l’orario
di lavoro degli insegnanti di religione nella scuola dell’infanzia
è di 25 ore come per tutti gli altri insegnanti dello stesso tipo di
scuola visto che l’ora residua, al di là delle 24 frontali, è
resa in altre attività previste dal POF. Visto quando stabilito
dalla Direzione Generale per il Personale della Scuola del MPI nella
sua nota del 29 ottobre 2007, prot. n. 20530, che il docente di
religione, all’interno dell’orario d’obbligo, può anche
prestare la propria opera d’insegnamento al di fuori dell’IRC, a
favore delle esigenze della scuola stabilite dal Piano dell’Offerta
Formativa (progetti, collaborazioni, supplenze, ecc.) come non
intendere il contributo dello Stato italiano che passa attraverso gli
Enti Locali, sottratto ora anche da piano di stabilità, un
finanziamento diretto in prevalenza alle scuole anche confessionali?
Le
quali, come è ben visibile nei Pof e con la normativa esistente,
possono facilmente raggirare il disposto della legge 62 del 2000.
Il
problema è dato dal fatto che lo Stato ha deciso, tramite
l'artificio della convenzione, di lasciare in prevalenza il campo
della scuola dell'infanzia alle realtà private e confessionali, che
ricevono contributi pubblici per inculcare i loro precetti ai
bambini.
Spesso
le famiglie, vista la carenza delle scuole dell'infanzia statali,
sono costrette ad iscrivere i propri figli nelle scuole paritarie,
certo qualcuno potrà rifiutarsi che il proprio bambino possa
frequentare attività prettamente di carattere religioso, ma nella
sostanza ciò è a dir poco di difficile attuazione, perché spesso
comporterebbe anche una forma di isolamento per i bambini.
Lo
Stato italiano ha volutamente lasciato quel campo alle scuole
confessionali ed alle cooperative, costringendo le famiglie a
sborsare cifre consistenti per la realizzazione di un diritto allo
studio ed alla protezione sociale che è in sostanza privatizzato
anche se in parte finanziato dallo Stato.
Dunque
il Pd dica quello che vuole ma la realtà è questa, ed il fatto che
la maschera del servizio pubblico sia idonea a legittimare questa
situazione è un qualcosa di eticamente a dir poco opinabile.
Per
non parlare poi delle già più volte lamentate condizioni di lavoro
del personale che opera in quel settore.
Dunque
quale pubblica utilità?
Forse è il caso di parlare di pubblica induzione all'apprendimento della cultura cattolica.
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