C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Grado zero


Zero.
Un giorno qualunque, in questo pieno autunno, caldo per un clima incredibilmente da fine estate che osserva l'inverno bussare alle porte, scopri che l'acqua salata del mare è calda, scopri che la bora di fine autunno è lenta.
Una lentezza che corre in sintonia con l'impulso di rabbia che giorno dopo giorno muta l'individuo in una persona che ulula al mondo il proprio sconforto depresso.
Lenta come la Barcolana di questo strano anno.
Lenta come il tempo del pescatore.
Normale, come la norma in simbiosi con il male.
Normale.
In tale giorno qualunque nelle prime ore serali decidi di camminare per le vie di Grado.
Foglie autunnali rivestono la strada artificiale, negozi chiusi, spiaggia deserta, giochi per bambini sparsi nel silenzio autunnale, brividi di autunno.
Zero.
Zero come le persone in cammino per le strade di Grado.
Zero le auto in circolazione per le vie di Grado.
Poche settimane prima, questa cittadina tanto amata dai turisti tedeschi, era avvolta dal caos più totale.
Ora silenzio assoluto.
Tu ed il mare.
Tu ed il deserto
Tu e lo zero.
Pensi alle scene tante volte viste in qualche film catastrofico.
Strade desertificate, città vuote e svuotate, case chiuse, negozi chiusi, auto abbandonate.
No, non è un film.
E' una sera feriale qualunque in piena crisi sociale e reale.
Anche i treni così detti di massa sono poco frequentati.
Prenoti la carrozza 8 ed il posto 18 e scopri che il posto non esiste.
Già, uno scherzo della tecnologia.
Il posto che non c'è .
Chiedi al controllore e ti risponde, “puoi andare dove vuoi, tanto il treno è vuoto”
Un treno che attraversa metà Italia.
Un treno vuoto.
Una piena in crisi.
Semplicemente Grado zero.

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