Le stazioni dei treni o le
autostazioni, sono luoghi ove spesso ti capita di incontrare persone
che senza inibizione alcuna mostrano la loro nudità esistenziale.
Nessuna veste.
Il limite tra follia e ragione corre
su quel limbo tra il reale ed il surreale, che divide la monotonia
quotidiana dalla straordinarietà quotidiana.
Osservi la mano della bora
schiaffeggiare i motorini che con effetto domino cadono uno dietro
l'altro violentemente sull'asfalto cittadino, vedrai i lampioni
ballare.
Una sigaretta fumata dal vento ed una
persona che si avvicina interrompendo quel silenzio effettivamente
ululante passione.
Ti sentirai chiedere “è questa la
Bora?”
“Beh, poteva andare peggio” sarà
la tua risposta.
Poi una chiacchiera dopo l'altra ed
ecco la sua storia personale.
Ha vissuto in Francia per vari anni,
poi è stato contattato da una azienda che opera in Serbia in futura
collaborazione con la Fiat e per qualche motivo, che non è dato ben
sapere, verrà arrestato.
Nove giorni nelle galere serbe, mi dirà
che erano in 16 in una sola cella.
Nove giorni senza poter avvisare nessuno.
Nove giorni nella prigione di nessuno.
Dopo quei giorni di prigionia,
ovviamente ha perso il lavoro, per assenza ingiustificata ma anche
perché ha avuto il foglio di via.
Ed eccolo a Trieste.
Da settimane, mi riferisce, cerca di
partire per la sua terra,la Puglia.
Ma non può..
Ad ogni tentativo viene fatto scendere
dal treno.
Già,perché senza soldi, non può
comprare il biglietto.
“ 68 euro, tanto mi serve, vedi?
Questa è una multa di 219 euro. Ero senza biglietto, mi hanno fatto
scendere e come la pago? Carta sprecata. Intanto sono bloccato qui,
non ho soldi per andare via”
E la storia continua, ti racconterà
che non dormirà presso il dormitorio locale, pochi letti, preferisce
la strada o quando si può l'atrio della stazione. E poi ecco lo
sfogo che esplica bene l'essenza della guerra tra poveri con
inconsapevole o consapevole rabbia razziale.
Ti
sembra giusto- mi dirà con voce violenta e dura- che
quelli della Romania possono ritornare a casa, gli pagano anche il
biglietto, ed io che sono italiano non posso rientrare a casa mia in
Italia? La gente non guarda, ti lascia morire per strada.
Penserai che sarà la solita fantasiosa
storia raccontata per commuovere le persone e sollecitarle ad offrire
qualche moneta.
No.
Non mi chiederà neanche un centesimo.
Il tempo corre.
Il treno è in arrivo.
Devi andare.
Lui, con la sua vita criminale, folle o
forse razionale, sarà ancora lì a provare per l'ennesima volta un
viaggio clandestino per la Puglia, mentre la vita continua.
Prima di salutarti ti dirà, con
sorriso beffardo, è da 15 giorni che sono prigioniero di Trieste,
ti sembra normale?
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