Trieste è la Città dove Amleto muterebbe il suo
dilemma essere o non essere in se pol o no se pol.
Dipende dai punti di vista.
Si polemizza su tutto, in tutto e con tutto, a volte
solo per la semplice voglia di polemizzare e vivere una sorta di
gossip critico sociale partecipato, altre volte per visioni non
certamente concilianti della società.
Si può discutere così tanto che se una persona
assetata ti chiede un bicchiere d'acqua, magari il barista potrebbe
perdersi nel dilemma acqua frizzante od acqua naturale, ed intanto il
povero passante assetato creperà di sete.
Ma può accadere che quando si ha sete, questa venga
dissetata in modo autorganizzato, senza chiedere alcun bicchier
d'acqua, il passante si recherà direttamente alla fonte, senza
attendere la soluzione al dilemma esistenziale.
Ebbene questo modo di procedere è quello che è in
un certo modo accaduto in Città precisamente nella serata del 18
luglio e del 15 luglio dove due appuntamenti di movimento hanno
offerto alla città un gran momento di partecipazione.
Partiamo dal 15 luglio dove una rappresentazione del
Living Theatre, Non in mio nome, in Piazza della Borsa a
Trieste, ha catturato l'attenzione di molti passanti, di molte
persone, che andando contro ogni frenesia moderna, hanno imposto un
freno al normale celere scorrere del tempo per riflettere, tra balli
catartici e spirituali, sulla pena di morte.
Una pena di morte che il 18 luglio ha visto colpire
Yokamon Hearn un afroamericano di 34 anni, sottoposto ad
iniezione letale in Texas, nonostante i comprovati disturbi mentali,
nonostante un Paese, quale quello americano, che continua ad imporre
la voce ed il suo modello di democrazia in tutto il mondo, anche a
colpi di guerra.
Una pena di morte che certamente non è distante
neanche dall'Italia, casi come quelli di Cucchi o Alina, casi
richiamati durante il living, giusto per citarne alcuni, hanno visto
realizzare in questo Paese una forma sostanziale di condanna a morte
per mano di alcune articolazioni di uno Stato che dovrebbe battersi,
nel rispetto della Costituzione, contro questo tipo di atto vile e
mortale. Ma come ben abbiamo compreso la carta è una cosa, la realtà
è altra cosa, due cose che formeranno due oggetti distinti e
separati ma rinchiusi nella burocrazia a volte violenta di quello
Stato che travolge ed avvolge ogni sentimento.
In continuità con il 15 luglio invece nella data
del 18 luglio a Campo San Giacomo è stata organizzata, con il
contributo del Germinal, una riappropriazione sociale di una Piazza
dimenticata da tutti, ove in estate vedrai bambini giocare a pallone
sino a tarda ora, anziani chiacchierare sulle panchine, ragazzi e
ragazze confrontarsi sulla vita. Ebbene in tale serata, sui muri
della Chiesa è stato proiettato un film commedia, che ha visto varie
persone partecipare con interesse. Film che qualche ora prima è
stato anticipato da un cartone animato per i bambini. Esperienza che si ripeterà nella serata del 26 luglio.
Ciò dimostra che nelle periferie, spesso
abbandonate alla cura opinabile della Chiesa, l'autorganizzazione è
possibile, l'autorganizzazione volta a conferir respiro a chi non ha
soldi per esempio per recarsi al cinema, volta a regalare un sorriso
a chi è travolto dai problemi di una crisi non voluta ma imposta
dall'alto.
Cinema e Teatro di movimento ed in Movimento, a
Trieste, in tempo di crisi si deve, se pol.
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