Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste nell'inferno dell'incuria



« Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: "Guai a voi, anime prave!  »

Dante così descriveva Caronte, quel Caronte che a breve trasporterà tutti noi nel pieno della rovente estate.
Armato di cellulare e buona volontà e tanto amore per la città che ti ospita, decidi di proseguir nel cammino infernale in quel girone del degrado vivo e vegeto in Trieste; dopo l'intervento Trieste in pieno degrado, alcuni perchè, ora è il momento di  Trieste nell'inferno dell'incuria.

Percorri la Riva Tommaso Gulli e noterai una piccola madonnina incastonata nel possente muro del Palazzo che domina buona parte di questa via.

Tra Riva Grumula e via Ottaviano Augusto, via la cui targa indicante il nome di questa strada è a dir poco illeggibile
ecco incrociar l'ennesimo degrado cittadino.

Bottiglie abbandonate ovunque, eppure nell'atto di scattare ed immortalare queste foto, avevo appena incrociato una scolaresca. Poveri bambini.

Decidi allora di rincuorar la tua indignazione con le acque del mare innanzi alla via Ottaviano Augusto.
Ma non crederai ai tuoi occhi.
Acque trasparenti, talmente trasparenti che permettono di veder bene il fondale.
Ed ecco la prevista sorpresa.

Carrelli, copertoni, segnali stradali, blocchi di cemento ed anche una batteria di qualche auto.
Vedrai un turista allargare le braccia mentre scatterai queste foto.
Cammini.
Cammini sino alle spalle del museo Ferroviario di Campo Marzio.
Tra vagoni abbandonati, auto abbandonate, e solito degrado ovunque, nell'area gestita dalle ferrovie,

decidi di rinfrescar il tuo corpo e la tua mente nella vicina Piazza Venezia.
Ma ahimè anche qui la solita incuria non manca mica.


 Eppur Trieste è così bella.


Marco Barone

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